SQLite-SpatiaLite, una soluzione “portabile” per archeologi. Il caso del database per il progetto “Archeologia della lana nella Cisalpina romana” (original) (raw)

SQLite-SpatiaLite, una soluzione “portabile” per archeologi. Il caso del database per il progetto “Archeologia della lana nella Cisalpina romana”

Da diversi anni studiosi dell’Università di Padova si dedicano allo studio dell’economia della lana nella Venetia romana, i cui tessuti sono stati prodotti d’eccellenza, come attestano le fonti. La ricerca, dopo aver affrontato l’aspetto letterario-epigrafico e quello topografico-territoriale, si è rivolta alla documentazione archeologica, in particolare alle testimonianze indirette sulla lavorazione della lana (ma anche di altre fibre, come il lino o la canapa) per la produzione di filati e tessuti, testimonianze che sono in genere da riferire agli strumenti utilizzati. Nell’ambito di un Progetto di Ateneo dal titolo “Archeologia della lana: allevamento, la­vorazione e commercio nella Cisalpina romana”, sviluppato nel biennio 2009-2011 (responsabile: Maria Stella Busana), è stato infatti avviato il censimento sistematico e lo studio degli indicatori archeologici legati -con maggior o minor certezza- alla produzione e lavorazione tessile (fusi, fusaiole, rocche, rocchetti, pesi da telaio), che sta proseguendo con una tesi di dottorato, attualmente in corso (Annarosa Tricomi). A tale scopo, un gruppo di lavoro costituito da esperti delle Università di Padova, Verona e Venezia e della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, competenti per la fase preromana (civiltà veneta) e romana, ha elaborato due schede: la “scheda sito” (dove far confluire tutte le informazioni relative al contesto di rinvenimento) e la “scheda materiali” (dove far confluire, per ogni oggetto, i dati amministrativi, le caratteristiche di classe, materiale, morfometria, peso, decorazione, stato di conservazione, usure, descrizione, cronologia, bibliografia e dati d’archivio, foto e talora disegno), prevedendo vocabolari fissi per la maggior parte dei lemmi. Per i parametri identificativi della classe e delle tipologie si è fatto riferimento ai principali studi condotti su tali reperti in ambito italiano e straniero (Cottica, Béal, etc.). Tali schede, tra loro correlate attraverso un codice, sono state quindi trasformate in un database relazionale, collegato ad un sistema GIS attraverso le coordinate geografiche (per le localizzazioni incerte è stato indicato un raggio di precisione), utilizzando esclusivamente software liberi (Denis Francisci) (cfr. infra). Il censimento dei reperti, già ultimato per le province occidentali del Veneto (oltre che per Brescia) e in fase di completamento per le province orientali, ha riguardato i materiali esposti nei musei e nelle raccolte locali, ma talora anche esemplari presenti nei depositi museali e nei magazzini delle Soprintendenze. L’identificazione dei materiali rimane in alcuni casi incerta, a causa dello stato di conservazione frammentario o dell’ambiguità funzionale: perciò nelle schede è stato inserito un “Codice di affidabilità di classe”, che tiene conto delle caratteristiche morfometriche e di contesto; inoltre è certa la polifunzionalità di alcuni oggetti e un loro possibile impiego secondario. Tenuto conto della problematicità interpretativa e funzionale dei materiali, uno degli obiettivi del censimento sistematico in corso e dell’elaborazione dei dati mediante il sistema informatico è il tentativo di riconoscere possibili parametri associabili ad un effettivo impiego nelle attività tessili. In generale, il sistema database-GIS, che potrà in futuro dialogare con altri sistemi di dati (ambientali, storici, archeologici, toponomastici ecc.), contribuirà alla definizione, in chiave diacronica e sincronica, di molteplici aspetti del fenomeno: da quelli tecnologici alle caratteristiche peculiari delle produzioni dei diversi territori, dall’organizzazione del lavoro al ruolo sociale attribuito alle diverse attività. Il database che è stato necessario progettare e costruire per tale progetto doveva rispondere a specifiche caratteristiche tecniche che, da un lato, garantissero una descrizione il più completa possibile degli aspetti formali e metrici dei materiali indagati, dall'altro venissero incontro alle specifiche esigenze del variegato team di schedatori; tra le principali necessità vi erano la semplicità di utilizzo, soprattutto per coloro i quali non erano particolarmente esperti di informatica; la possibilità di usare il sistema in locale sul proprio computer (PC, GNU-Linux o Mac) e in qualsiasi punto del territorio, dovendo schedare materiali conservati in magazzini, musei e depositi vari dispersi in tutto il Nord Est d'Italia e spesso non serviti da connessione internet; la necessità di avere un sistema di schedatura uniforme e condiviso tra utenti diversi e operanti in contesti territoriali differenziati. Oltre a ciò il database doveva possedere altre due caratteristiche: essere predisposto per successive analisi sui dati acquisiti, in particolare analisi spaziali tramite GIS ed elaborazioni statistiche di vario livello, ed essere aperto ad eventuali futuri sviluppi del progetto come la pubblicazione dei dati on-line attraverso la creazione di un WebGIS dedicato. Date queste premesse, la scelta è caduta sui software SQLite come motore database, SpatiaLite - l'estensione geografica di SQLite - per la gestione dei dati geografici e OpenOffice.org Base (poi sostituito con LibreOffice Base) come interfaccia per l'inserimento dati. Tale struttura software ha permesso di unire la potenza del linguaggio SQL (con la possibilità di costruire elaborate query e di creare trigger e funzioni automatiche) alla semplicità d'uso di Base; trattandosi di applicativi multi-piattaforma e installabili in locale, essi hanno consentito un utilizzo autonomo in qualsiasi parte della regione; ma soprattutto, la possibilità di spostare l'intero DB da una cartella all'altra o da un computer all'altro utilizzando il singolo file .sqlite ha garantito la piena portabilità del sistema. Sqlite-SpatiaLite, inoltre, sono facilmente interfacciabili con diversi software GIS, in particolare QGIS, e con il potente software di statistica R, il che ha permesso di riversare i dati raccolti entro questi applicativi e di processarli dal punto di vista della distribuzione spaziale e da un punto di vista più prettamente statistico. Non ultimo la scelta di una struttura dati basati sull'SQL, un linguaggio aperto quindi e non un formato database proprietario, garantisce la durata nel tempo dei dati che potranno essere non solo conservati a lungo, ma anche resi disponibili per ulteriori sviluppi del progetto o per una diffusione on-line degli stessi. Nel presente contributo verranno presentate le caratteristiche essenziali del progetto di ricerca, la struttura e le principali funzionalità del database in Sqlite-SpatiaLite con un'analisi dei pro e dei contro circa l'utilizzo di questi software in ambito archeologico. Tra i pro si punterà l'attenzione, in particolare, sulla portabilità di Sqlite-SpatiaLite: tale caratteristica risulta molto utile e apprezzata in un ambito quale quello archeologico, dove la poca dimestichezza con applicazioni informatiche di livello medio alto e server-based (quali PostgreSQL o MySQL) e l'abitudine a lavorare con database (Microsoft Access, Filemaker, etc.) che producono singoli file con relativa estensione (.mdb, .fp5, .fp7, etc.) rendevano molti archeologi piuttosto diffidenti verso le soluzioni FLOSS per i database, ritenute troppo complesse e quindi non efficacemente alternative rispetto alle soluzione closed. Si passerà poi ad illustrare alcuni risultati esemplificativi ottenuti grazie alla gestione integrata dei dati tra database, GIS e software di statistica R: nello specifico verranno presentati esempi di queries, di analisi spaziali e di elaborazioni statistiche che hanno fornito informazioni e risultati nuovi – e talora inaspettati – sui materiali archeologici inerenti la produzione tessile e sui rispettivi siti di ritrovamento. Infine, verrà descritta la prospettiva di medio e lungo termine del progetto di ricerca che consta nel rilascio del tracciato SQL dell'attuale database, nella sua trasposizione su una piattaforma database PostgreSQL-PostGIS in vista di un possibile fruizione tramite WebGIS e, per quanto possibile in base ai vincoli imposti dalle diverse Soprintendenze, nella messa in rete dei dati grezzi con libero accesso agli stessi.