Cerimonie e linguaggi del potere del principe nel Basso Medioevo: il caso di Raimondo della Torre patriarca di Aquileia (1273-1299), in «Studi e ricerche. Annali del Dipartimento di studi storici, geografici e artistici», 2 (2009), pp. 9-26 (original) (raw)

[A stampa in «Studi e ricerche», II (2009), pp. 9-27 © dell'autore -Distribuito in formato digitale da "Reti Medievali", www.retimedievali.it\] La vittoria del papato sull'autorità imperiale verso la metà del Duecento porta con sé la rottura di un equilibrio di potere durato secoli e il conseguente mutamento dei soggetti della comunicazione politica: alle grandi autorità della cristianità occidentale, imperatore, papa e monarchi, si aggiungono principi, signori, reggitori dei comuni e perfino capi delle partes. Mentre i comuni dell'Italia centrale con l'affermazione dei regimi di "popolo" mantengono saldo il loro dominio sul contado, nell'Italia padana lo stato cittadino si indebolisce dall'interno a causa degli scontri di fazione e stenta spesso a mantenere la propria coesione e autonomia, mentre forze centrifughe (signorie rurali, borghi e castelli) tendono a sgretolare il controllo che aveva stabilito sul contado. Questa crisi ha dato vita ad un'evoluzione tesa alla ricerca di un'organizzazione più stabile del potere, ad ordinamenti territoriali più esattamente definiti e strutturati, più resistenti e più vasti 1 . Nelle città dell'Italia settentrionale uno dei fenomeni di questo processo è l'avvento della signoria 2 : la trasformazione degli ordinamenti repubblicani in forme monocratiche del potere 3 . L'affermazione delle nuove forme di potere si accompagna all'adattamento e alla rielaborazione dei linguaggi del potere delle grandi istituzioni politiche. Da una comunicazione che pur propugnando ideologie diverse e contrastanti tra loro, come [10] quella imperiale e quella papale, si esprimeva con categorie complessivamente omogenee, si arriva a nuove strategie comunicative diverse nelle forme e nei fini, e ciascuna si adatta alla realtà in cui doveva operare e all'autorità, al soggetto che la metteva in opera. Ebbene, la comunicazione di tutti questi soggetti comprende un ventaglio di mezzi dall'apertura vastissima e si serve della parola scritta e parlata, delle immagini, siano esse affreschi o sculture o lapidi, di cerimonie e di rituali. In riferimento ad alcune di queste manifestazioni potremmo già parlare di "propaganda", ossia di una comunicazione con destinazione particolare.