Un'antropologia plastica? Dialettica e neuroscienze nella riflessione di Catherine Malabou (original) (raw)
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Interview with Catherine Malabou. Plasticà, tra filosofia continentale e neuroscienze
Il Rasoio di Occam. Filosofia/filosofie, MicroMega
Nel contesto della filosofia “continentale” più recente, una delle figure più spiccate e interessanti è quella di Catherine Malabou. La sua ricerca, partita da una matrice “derridiana” ed “hegeliana”, si sta sempre più volgendo verso il territorio concettuale definito dal New Materialism. Nell'intervista concessa alla nostra rubrica spiega perché.
Nuova Secondaria, 2018
Brief article considering the mutual positive relationships between neuroscience and philosophical anthropology.
V. Maggiore, Solitudini perturbanti: Catherine Malabou e l’estetica del fantastico
“Logoi. ph”, numero tematico – Solitudini prossemiche, n. 16, 2020, pp. 83-95., 2020
Everyone has a personal story, whose continuity and meaning make up our life. But what if this continuity is broken by an accidental event? If a traumatic event takes place, our life changes, we change so profoundly that the accident becomes substantial. Catherine Malabou analyzes these destructive plasticity phenomena, focusing on the etiology of traumatic figures, an example of proxemic solitudes. In this article, we aim to analyze the emergence of these figures also approaching the concept of Fantastic developed by Roger Caillois and the uncanny described by Freud. Ognuno di noi ha una storia personale la cui continuità e il cui significato compongono la nostra vita. Che cosa accade tuttavia se tale continuità è interrotta da un avvenimento accidentale? Se ha luogo un evento traumatico, la nostra vita subisce un mutamento e noi stessi ci trasformiamo così profondamente che l'evento accidentale si fa sostanziale. Catherine Malabou analizza tali fenomeni di plasticità distruttiva, focalizzando la propria attenzione sull'eziologia delle figure traumatiche, esempio di solitudine prossemica. Nel presente articolo ci proponiamo di analizzare l'emergere di tali figure, confrontandoci anche con il concetto di 'fantastico' sviluppato da Roger Caillois e con quello di 'perturbante' elaborato da Freud.
Neuroetica: la nascita di un nuovo tipo di antropologia?
Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia, 2013
Riassunto: Nel presente testo si propone un approccio alla neuroetica che si prefigge di attribuirle uno specifico ambito d’indagine in quanto esplorazione di cio che apprendiamo su noi stessi e sul nostro “funzionamento”, grazie principalmente (ma non esclusivamente) alle neuroscienze. In altre parole, si tratta di un nuovo genere di antropologia che si occupa dell’intersezione di diverse discipline (neuroscienze cognitive, psicologia, filosofia, diritto...) la quale acquista sempre maggiore centralita nel dibattito contemporaneo a motivo della forte naturalizzazione delle indagini sugli esseri umani. L’oggetto di studio – alla luce di questa particolare caratterizzazione della neuroetica – non sara quindi cio che possiamo fare , bensi cio che sappiamo o riteniamo di sapere in modo affidabile . Parole chiave : Neuroetica; Antropologia; Neuroscienze; Immanuel Kant; Diritto. Neuroethics: The Birth of a New Kind of Anthropology? Abstract : This paper proposes a view according to whic...
La plastica non è mai troppa. Dialoghi sopra un libro d'artista galleggiante
2020
Alessio Aletta - Andrea G.G. Parasiliti, "La plastica non è mai troppa. Dialoghi sopra un libro d'artista galleggiante", C.R.E.L.E.B.- Università Cattolica, Milano, 2020. Nel maggio 2020 esce "Io siamo già in troppi" di Andrea Parasiliti, libro d’artista di “poesie plastiche plastificate per il Global Warming”. "La plastica non è mai troppa. Dialoghi sopra un libro d’artista galleggiante" prende le mosse da un’intervista con l’autore condotta, in occasione della pubblicazione, dal "Corriere Canadese" (la principale testata italofona del Nord America); intervista ora ampliata in questo dialogo, che (arricchito anche di una sezione documentaria fotografica) entra nei dettagli di un’opera particolarissima: dalla concezione alla realizzazione tecnica, dalle possibili modalità di fruizione al senso di questa provocazione. Ma la conversazione spazia verso orizzonti più ampi, toccando temi quali l’arte come artigianato, la simbologia dei materiali scrittori, l’intermedialità delle Avanguardie, l’attualità del Futurismo, i nostri tempi e la fine dei tempi (e, ovviamente, la funzione salvifica della plastica). La cronistoria di un libro d’artista diventa così il punto di partenza per esplorare le intersezioni tra arte, editoria e mondo.
2013
█ Riassunto Nel presente testo si propone un approccio alla neuroetica che si prefigge di attribuirle uno specifico ambito d'indagine in quanto esplorazione di ciò che apprendiamo su noi stessi e sul nostro "funziona-mento", grazie principalmente (ma non esclusivamente) alle neuroscienze. In altre parole, si tratta di un nuo-vo genere di antropologia che si occupa dell'intersezione di diverse discipline (neuroscienze cognitive, psicolo-gia, filosofia, diritto...) la quale acquista sempre maggiore centralità nel dibattito contemporaneo a motivo della forte naturalizzazione delle indagini sugli esseri umani. L'oggetto di studio-alla luce di questa partico-lare caratterizzazione della neuroetica-non sarà quindi ciò che possiamo fare, bensì ciò che sappiamo o rite-niamo di sapere in modo affidabile. █ Abstract Neuroethics: The Birth of a New Kind of Anthropology?-This paper proposes a view according to which the specific field of neuroethics is conceived as an expl...