PROGETTI DI UTILITÀ PUBBLICA E DISAGIO LOCALE: PROVE DI CONFRONTO CREATIVO IN UNO SCENARIO CHE CAMBIA (original) (raw)

FACILITY MANAGEMENT PUBBLICO: TRE ISTITUZIONI SICILIANE A CONFRONTO

MANAGEMENT …, 2008

La parte del lavoro che segue ha per oggetto lo studio del mercato del Facility Management (FM) nella città di Palermo con riferimento alle istituzioni che insistono su tale area: Regione Siciliana, Provincia di Palermo e Comune di Palermo. Si tratta della realtà più rilevante in termini dimensionali della Sicilia occidentale. La scelta di analizzare il settore del FM attraverso lo studio di casi relativi a soggetti pubblici è basata su diverse ragioni. L’estrema varietà in termini di definizione ed individuazione del perimetro di attività da ricondurre al FM e la notevole eterogeneità in termini di domanda ci hanno convinto della necessità di concentrare l’indagine sui soggetti protagonisti della stessa. Nelle regioni meridionali il soggetto pubblico è spesso il principale cliente in molti mercati e il FM non è un’eccezione, pertanto l’approccio “per casi”, aventi ad oggetto i diversi soggetti pubblici, è sembrata la soluzione più opportuna. Preliminarmente va sottolineato che, rispetto alla tendenza generalizzata per l’affidamento in global service per motivi di razionalizzazione della spesa pubblica, già segnalati nella introduzione di tale lavoro (pag. 6 documento del 26/01/2007), si registra un diverso orientamento da parte delle Amministrazioni Pubbliche locali nell’organizzazione dei servizi di FM. La Regione Siciliana ha da poco concluso una procedura di dismissione del patrimonio immobiliare ai fini della valorizzazione e successiva dismissione con la costituzione di una società ad hoc alla quale tale patrimonio è stato conferito. Sia il Comune sia la Provincia di Palermo gestiscono i servizi di facility management con modalità diverse senza che si possa individuare un trend generale di riferimento o una qualche azione di indirizzo strategico. Alcuni servizi sono gestiti con personale interno dell’amministrazione, altri da società di proprietà interamente pubblica ed altri ancora sono appaltati a varie società. Diverse modalità operative insistono perfino sullo stesso edificio, le cui necessità sono quindi considerate in maniera assolutamente separata. Richiamando la figura a pag. 11 dello studio AGICI è possibile affermare che la situazione analizzata sembra simile a quella relativa al periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. La principale ragione di tale sviluppo frammentario e non coordinato sembra potersi individuare nel ruolo di ammortizzatore delle tensioni sociali svolto dal soggetto pubblico nella regione, con particolare riferimento alla drammatica situazione occupazionale. L’esercito di lavoratori precari creato dalle leggi regionali e nazionali dagli anni novanta fino ad oggi ha infatti condizionato qualsiasi scelta relativa al ruolo del soggetto pubblico sulla scena economica regionale. L’obiettivo della “stabilizzazione” di tale enorme massa di lavoratori precari tramite la loro assunzione a tempo indeterminato negli enti interessati ha condizionato qualsiasi scelta relativa all’organizzazione dei servizi pubblici. Gli amministratori pubblici hanno spesso individuato nell’attività di FM sul patrimonio immobiliare un importante bacino occupazionale per la parziale soluzione di tali problemi. Per questa ragione è parso opportuno strutturare il lavoro partendo dalla descrizione del “caso Regione” che allo stato attuale sembra essere maggiormente in linea con uno sviluppo nazionale di outsourcing della gestione e valorizzazione degli immobili, compreso il servizio di FM. Sembra così meglio rispondere, almeno in linea teorica, a quelle logiche di razionalizzazione della spesa pubblica prima citate. Saranno quindi delineati: il quadro normativo, le caratteristiche della società veicolo creata per l’apporto del patrimonio immobiliare e i parametri scelti per la gara. Per quanto riguarda gli altri due enti dell’area palermitana (Comune e Provincia) il lavoro mira alla ricostruzione della domanda ed alle modalità di soddisfazione della stessa per avere un quadro di riferimento chiaro ed individuare i possibili sviluppi del mercato sottolineando le possibili strategie utili per l’inserimento della Pubbliservizi s.p.a. come player di riferimento per eventuali operazioni di affidamento in global service. Anche in questi due casi sono presentate alcune schede sui soggetti coinvolti.

PROMOZIONE DELLA CONCORRENZA E SINDACATO GIURISDIZIONALE: LE VICENDE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

Judicial Review and Promotion of Competition: the case of Local Public Services Unstable regulation of local public services raises a constitutional challenge: how to bring innovation, in consultation with the various tiers of government, into a key sector for economic development. The Italian reform of 2008-2009 laid down the principle of competition for the field and curbed the operation of services through in-house public utilities. Cities feel they have been placed under the yoke of the anti-trust authority. The June 2011 referendum acted as a catalyst for a growing concern on public services: the «water as a common asset» campaign lead to the abrogation of the whole reform. Today, we should move from the principles enshrined in European law. In those areas where European legislation leaves some leeway, ad hoc rules to spur competition should bedevised, to enhance the possibilities of industrial development, while safeguarding the mission of public utilities, which are a tool of social and territorial cohesion.

IL PROGETTO URBANISTICO. Prove di innovazione per il futuro della città.

La ricerca di nuove forme di pianificazione ha caratterizzato l’urbanistica italiana soprattuttonegli ultimi decenni del secolo scorso. La disciplina ha tentato di rispondere alle radicali trasformazioni della città e del posturbano attraverso il Progetto urbano, la deregulation e la semplificazione, ponendo l’attenzione sugli aspetti fondiari e su quelli finanziari con approcci conservazionisti e neoliberali; l’interesse è stato rivolto anche ai temi ambientali e a quelli dei nuovi diritti di cittadinanza senza però abbandonare la forma del Piano di tradizione. Questo volume è l’esito di una ricerca che tenta di rispondere all’inerzia del Piano urbanistico del Moderno, determinata dalle profonde modifiche del modello della società contemporanea (individualista, dell’incertezza, del semi-pubblico e del semi-privato), dalla eclisse dello Stato e dalla fine del welfare che era alla base del progetto del Moderno. La risposta che viene data riconosce un ruolo primario alla “conoscenza” dei luoghi come patrimonio comune alla base della decisione, e all’esigenza del Progetto quale definizione degli spazi, affrontando temi come i nuovi assetti istituzionali, l’equilibrio tra le etiche del Piano (neocontrattuali, neoutilitariste), le spinte dei mercati e il controllo delle trasformazioni (valutazione/prestazione/partecipazione). In particolare, tenta di riportare al centro della disciplina e delle pratiche la Progettazione urbanistica, nella sua connotazione transcalare, ma anche nella sua specificità. Il Progetto urbanistico diviene una modalità attraverso la quale sperimentare anche nuovi livelli di democrazia (lo sperimentalismo democratico), decifrare le nuove relazioni urbane attraverso i relativi codici interpretativi e riproporre una toolbox dell’urbanista rinnovata nelle sue componenti operative partendo dall’attività di costruzione del Piano e non dalla traduzione spaziale di un modello sociale codificato.

PROGETTO URBANO E SOSTENIBILITÀ AL CUORE DELLA NUOVA URBANISTICA

La ricerca che qui si presenta mostra come sia possibile utilizzare al meglio le risorse energetiche locali alla scala del progetto urbano. È infatti la forma stessa dell’insediamento, in rapporto alle caratteristiche naturali de sito, ad essere essenziale per l’autosufficienza e il risparmio energetico mediante fonti rinnovabili. Attraverso i progetti presentati si mostrerà come la pianificazione sostenibile richieda una visione fortemente integrata, che tende a combinare significati simbolici e culturali con tecniche variegate e risorse locali di prossimità, che solo la scala del progetto urbano è in grado di articolare adeguatamente.

ESPERIENZE PROGETTUALI PER LA CITTÀ CONTEMPORANEA UNA NUOVA ABITABILITÀ PER MONFALCONE E IL SUO TERRITORIO

2016

Il volume restituisce gli esiti di un lungo percorso didattico e di ricerca al quale hanno contribuito docenti, collaboratori, tutor, studenti, associazioni, enti. In particolare il volume contiene gli studi, analisi e scenari degli studenti che hanno frequentato il Laboratorio di progettazione urbanistica 2 e il workshop a sua conclusione nell’anno accademico 2013-2014. Hanno collaborato al Laboratorio e alla costruzione di questo libro: Maurizio Bonizzi, Valentina Crupi, Luca Del Fabbro Machado, Mirko Pellegrini, Sebastiano Roveroni, Nicola Vazzoler. Eva Barbari e Marta Tosone hanno collaborato al workshop e alla mostra conclusiva. Contemporaneamente l'architetto Roberto Franco, dell’Associazione culturale ETRA, ha partecipato all’organizzazione degli eventi che hanno contribuito a costruire e rendere pubblico questo percorso di ricerca. Le diverse esperienze che hanno reso possibile questa pubblicazione sono state promosse grazie al sostegno del Dipartimento di Ingegneria e Architettura e del Corso di studi in Architettura dell’Università di Trieste, allora coordinato dal collega Sergio Pratali Maffei, e grazie alla proficua collaborazione con il Comune di Monfalcone e con l’Associazione culturale ETRA. Esempio di città contemporanea, Monfalcone, con il suo territorio, ha offerto agli studenti del Laboratorio di Progettazione urbanistica del Corso di studi in Architettura dell’Università di Trieste l’opportunità di confrontarsi con questioni di rilevante interesse urbanistico, legate alle dinamiche insediative, ai cambiamenti delle popolazioni, alla coabitazione negli spazi pubblici, alle modificazioni del sistema produttivo, al ruolo delle infrastrutture, alla prossimità tra spazi urbanizzati e risorse ambientali e agricole. Il libro restituisce immagini, riflessioni e proposte progettuali emerse da un’esperienza didattica e di ricerca orientata a prefigurare scenari di trasformazione e sviluppo futuro per il Monfalconese. Accanto ai lavori degli studenti alcuni testi di carattere più generale riportano i temi e le questioni emerse da letture e esplorazioni su questo contesto nell’ambito di una più ampia riflessione sugli strumenti di progetto e di governo per i territori contemporanei. Un percorso fotografico tra gli spazi pubblici di Monfalcone restituisce, da una diversa prospettiva, il racconto del quotidiano ricomporsi dei differenti modi di abitare la città. Nel loro insieme, le diverse parti del libro delineano un programma di lavoro aperto, teso a individuare ulteriori tracce e domande di ricerca che, anche attraverso fertili rapporti tra Università e territorio, possano costruire nuove visioni per città e società in evoluzione.

Politiche locali e sviluppo dei distretti creativi

La cultura è divenuta, con gli anni, un fattore importante per le società postindustriali; essa entra sempre più massicciamente all'interno dei nuovi processi di creazione del valore economico e ha aperto un nuovo terreno di competizione internazionale, quello della creatività. Tutti i centri urbani che perseguono oggi una strategia minimamente coerente e ambiziosa di sviluppo economico locale fanno della cultura un punto di forza, inaugurando musei, sperimentando forme sempre più avanzate di divulgazione delle attività culturali nel tessuto della città, favorendo l'insediamento di artisti, costruendo i processi di riqualificazione urbana intorno a sempre più grandi e complessi interventi culturali che hanno una funzione pilota. Questo risultato va attribuito alla crescente competizione dei Paesi più avanzati in cui le economie che si sviluppano non sono generate dai classici mercati culturali, quanto dalle attività creative che possono crescere e svilupparsi nell'integrazione con le varie dimensioni della vita sociale ed economica quotidiana. È su queste basi che nasce il modello del distretto culturale evoluto: un modello nel quale la dimensione di sistema è ancora più forte e decisiva rispetto a quella del vecchio distretto industriale, e che richiede un'integrazione complessa tra una molteplicità di attori (pubblica amministrazione, imprenditorialità, sistema formativo e università, operatori culturali e società civile).