Musica prior: sul rapporto fra testo e musica nei lais lirici galloromanzi (e sulla loro prassi editoriale) (original) (raw)
2018, R. Antonelli, M. Glessgen, P. Videsott (ed.), Atti del XVIII Congresso internazionale di linguistica e filologia romanza (Roma, 18-23 luglio 2016)
Secondo H. Spanke i generi eterostrofici (o meglio eteromodulari) romanzi come il lai lirico e il descort presuppongono un ‘primato’ della musica, nel senso che la struttura musicale sembra essere preordinata a quella metrica, e dunque un rapporto testo-musica sostanzialmente diverso rispetto a quello che si realizza nella canzone e nei generi a questa affini, dove la struttura metrica precede e determina quella musicale. Nel secondo Novecento, quando si consuma il divorzio fra filologia e musicologia, si osserva da un lato la tendenza a focalizzare l’attenzione sull’analisi metrica e testuale, e dall’altro quella a studiare le forme e gli stili musicali per proprio conto. La scissione delle competenze ha perciò offuscato una questione centrale, quella del rapporto fra musica e poesia nel repertorio in esame, che è imprescindibile per chiarire e storicizzare gli elementi di diversità poietica ed estetica fra generi isostrofici e generi eterostrofici nella lirica medievale. L'intervento intende valutare e approfondire un’ipotesi prospettata ma non sufficientemente sviluppata da precedenti studiosi (soprattutto musicologi), ovvero che alla base di alcuni testi conservati ci siano strutture musicali preesistenti di tipo strumentale e a circolazione autonoma, caratterizzate dalla ripetizione di moduli ritmici definiti che avrebbero determinato le scansioni in versi metrici individuati dalla rima. Tale ipotesi avrebbe ricadute di rilievo non solo sull’interpretazione dei casi di affinità formale in àmbito eterostrofico, ma anche sull’assetto metrico-testuale dei singoli componimenti e quindi sui criteri della prassi editoriale.