Darko Darovec, The Oaths of Fidelitas of Istrian Towns in the 12th Century. Un amabile banchetto. Scritti per Claudio Povolo. by Giovanni Mometto, Luca Rossetto and Luciano Pezzolo, 2018, pp. 90-143. (original) (raw)

Already three famous Istrian historians from the 19th and first half of the 20th Century, Carlo De Franceschi, Bernardo Benussi and Giovanni De Vergottini, devoted relatively much attention to the issue of the so-called »oaths of fealty« (fidelitas), dedicated in the 12th Century to the Venetian Republic by the most important Istrian cities: Capodistria and Isola (1145), Pola (1145, 1149, 1153), Rovigno, Parenzo, Cittanova, Umago, Pirano (1150), Muggia and Trieste (1202). Still today, historiography questions whether the purpose of those oaths of fealty (fidelitas) was to conclude friendships between the equal communities or was just a form of alliances against common enemies, or were even the subordination of Istrian towns? Or only an act, as said by Kandler, that “nè importava maggior debito che di non osteggiare e tradire”. At a different constellation of historical events, these oaths of fealty could probably remain only witnesses of the diversified maritime economic activities between the upper Mediterranean and Central Europe, but subsequent events clearly testify in support of the fact that those oaths of fealty, dedicated to the Venetian Republic by Istrian towns, were the first step towards the later direct subordination of Istrian towns, the basis of the process which ended only in 1420 with the collapse of the secular power of the patriarchs of Aquileia, while at the same time the basis of the process which led towards the Venetian Stato da Mar. In regards to this phenomenon is surprising the fact that at that time the Istrian towns were part of Empire while the Republic of Venice was marked as his enemy. This paper argues that the above events should be understood and interpreted in accordance with then prevailing system of conflict resolution and within the framework of the ritual: homage, fealty, peace (homagium, fidelitas, pax). Già tre dei famosi storici istriani del ‘800 e la prima metà del ‘900, Carlo De Franceschi, Bernardo Benussi e Giovanni De Vergottini, hanno dedicato relativamente molta attenzione al fenomeno dei cosiddetti giuramenti di »fedeltà« (fidelitas), dedicati nel XIIo secolo alla Repubblica di Venezia dalle principali città istriane: Capodistria e Isola (1145), Pola (1145, 1149, 1153), Rovigno, Parenzo, Cittanova, Umago, Pirano (1150), Muggia e Trieste (1202). Ancora oggi, la storiografia e impegnata con le domande se questi giuramenti furono solo un modo per stipulare legami amichevoli tra le comunità uguali, oppure un modo per creare delle alleanze contro nemici comuni, o costituivano addirittura la subordinazione delle città istriane? Oppure se, come dice Kandler, si trattava solo di un atto che “nè importava maggior debito che di non osteggiare e tradire”? In una diversa costellazione di eventi storici, questi giuramenti di fedeltà (fidelitas) probabilmente potevano rimanere solo un testimone delle diversificate attività economiche marittime tra l'alto Mediterraneo e l'Europa centrale, ma gli eventi successivi chiaramente testimoniano a sostegno del fatto che i giuramenti di fedeltà delle citta istriane alla Repubblica di Venezia rappresentavano il primo passo verso la subordinazione diretta delle citta istriane, è la base del processo, che si è concluso solo nel 1420 con il crollo del potere temporale dei patriarchi di Aquileia, ma è anche la base del processo che ha condotto verso i Stato da Mar veneziani. La cosa che sorprende e pure il fatto, che le città istriane all’epoca furono la parte dell’Impero, mentre la Serenissima fu contrassegnata come il suo nemico. La relazione sostiene che questi eventi devono essere compresi e interpretati ai sensi del prelevante sistema di risoluzione dei conflitti dell’epoca e nell’ambito del rito: omaggio, fede, pace (homagium, fidelitas, pax). FAIDA. Feud and blood feud between customary law and legal process in medieval and early modern Europe. This research was supported by a Marie Curie Intra European Fellowship within the 7th European Community Framework Programme.