Credenze religiose dei popoli del Volga (original) (raw)
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Popoli del Volga: il Culto Agrario
2018
Come nel caso dei popoli del Caucaso, le credenze dei popoli del Volga si raggruppavano attorno a due cardini principali: il culto agrario legato all'organizzazione comunitaria di villaggio e il culto gentilizio familiare degli antenati. Rispetto a queste, le altre forme di credenze religiose locali erano relegate in secondo piano.
Elementi religiosi del conflitto in Ucraina
Rivista di Studi Cattolici, 2022
La guerra in Ucraina viene fatta in un contesto religioso che ha alcune caratteristiche. Ne parlo qui di questi aspetti per poter comprendere quanto possibile una situazione che peggiora ogni giorno sempre di più.
Divinità dei popoli del Caucaso
La maggioranza delle divinità i cui nomi si sono conservati nelle credenze dei popoli del Caucaso sono legate direttamente o indirettamente vuoi con l'agricoltura, vuoi con l'allevamento del bestiame. Esistono anche divinità protettrici dell'attività venatoria. Gli Osseti adoravano soprattutto i seguenti Dei (nelle cui figure sono confluiti caratteri e nomi cristiani): Uatsilla, cioè "sant'elia", protettore della coltivazione e dell'allevamento, colui che manda la pioggia e la tempesta; Falvar, protettore delle pecore; Turyr, pastore dei lupi, che consente loro di sgozzare le pecore; Avsati, divinità degli animali selvativi, protettore dei cacciatori.
La Religione Nel Conflitto Russo-Ucraino
2023
La mattina del 24 febbraio 2022 in un discorso alla nazione il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha proclamato l’avvio di una “operazione speciale” in Ucraina, un eufemismo per indicare l’inizio dell’invasione su larga scala del Paese.1 L’avvio delle operazioni ha significato un ulteriore passaggio nell’escalation del conflitto russo-ucraino iniziato nel 2014 con l’annessione della penisola della Crimea da parte russa e l’avvio dello scontro militare tra i ribelli filorussi delle regioni separatiste dell’Ucraina sudorientale, autoproclamatesi repubbliche autonome e sostenute dal Cremlino, e le autorità militari ucraine. Il conflitto, tuttora in corso, in virtù della sua portata e della sua rilevanza, chiama in causa una molteplicità di dimensioni: militare, politica, geopolitica, strategica, economica, sociale, culturale e anche, come si tenterà di dimostrare in questa ricerca, religiosa. Quest’ultima dimensione è spesso trascurata ma, come si vedrà nei capitoli successivi, entra in gioco in diversi modi: il ruolo della religione nel conflitto russo ucraino, e più in generale nel concorrere a orientare l’azione esterna dei due Stati e soprattutto di quello aggressore, è materia di discussione e oggetto di punti di vista anche molto distanti tra loro. Nei capitoli successivi si tenterà di delineare un quadro generale dell’argomento. L’obiettivo principale della ricerca è quello di rendere conto dell’esistenza della dimensione religiosa nel conflitto in corso, analizzandone le funzioni, le ragioni e le caratteristiche, tentando di far emergere gli aspetti più salienti e fornire un resoconto dell’azione dello Stato e della Chiesa ortodossa russa (ROC) sul piano religioso alla luce di quelli che si suppone fossero gli obiettivi iniziali: il mantenimento (e il ripristino) dell’autorità canonica della ROC nello spazio postsovietico e l’utilizzo strumentale della religione ortodossa in qualità di strumento di persuasione e attrattività russa in Ucraina. La ricerca si compone di tre capitoli. Nel corso del Primo capitolo verrà introdotto il tema del rapporto tra la religione e la politica in termini di reciproca influenza tra le due sfere a diversi livelli, la relazione che si può osservare in alcune situazioni tra la forma di Stato e la confessione religiosa prevalente in un dato contesto nazionale, con particolare riferimento al cristianesimo orientale, e il processo di secolarizzazione e la più recente tendenza alla “desecolarizzazione”. Nel Secondo capitolo verrà introdotto il caso di specie partendo da una breve contestualizzazione storica per poi trattare il tema dei rapporti tra il potere temporale e il potere spirituale in Russia, presentando i principali campi di convergenza e interazione tra i due, e verranno introdotti gli aspetti più rilevanti concernenti la religione in Ucraina. Infine, nel corso del Terzo capitolo, ci si focalizzerà specificatamente sul conflitto in corso, dapprima delineando il contesto internazionale in cui esso ha preso corpo, ponendo l’attenzione sui rapporti tra la Federazione Russa e l’Occidente nel periodo post-bipolare e l’esasperazione delle tensioni emerse in questa fase, culminate con gli eventi del 2014 e, soprattutto, con la più recente invasione dell’Ucraina. Successivamente verrà trattato il rapporto tra la religione e la guerra e la concezione della guerra nella dottrina della Chiesa ortodossa russa e i suoi rapporti, la sua influenza e la penetrazione nelle forze armate della Federazione. Infine, si passeranno in rassegna le più importanti conseguenze innescate dal conflitto russo-ucraino sul piano religioso e le posizioni assunte dalle diverse chiese ortodosse di Russia e Ucraina in relazione al conflitto. La ricerca è stata condotta ricorrendo a fonti di diverso tipo, nella maggior parte dei casi in lingua inglese ma anche in italiano, russo e ucraino: libri, pubblicazioni scientifiche (perlopiù da riviste accademiche), articoli di giornale e altri materiali reperiti online, compresi i documenti, le interviste e i discorsi degli attori protagonisti del conflitto.
Credenze popolari, La religione e le streghe nella Antica Comunità della Penna
Il Nido d'Aquila, 2010
I grandi avvenimenti del passato sono stati raccontati dagli storici e dai loro scritti ci è possibile conoscere quei fatti, ma anche capire il modo di vivere e di pensare della popolazione o più spesso delle classi dirigenti che hanno influenzato quegli accadimenti. Invece nulla o poco sappiamo delle idee e delle credenze di tanti piccole comunità della nostra penisola ed in particolare di quelle dell’entroterra ligure. Una fonte indiretta di informazioni può venirci dall’esame dei racconti che sono stati tramandati attraverso la tradizione orale, dalle favole per intenderci, anche se di difficile collocazione nel tempo. La mia nota vuole essere un tentativo, nel senso sopraindicato, per cercare di risalire ad alcuni aspetti della vita e del modo di pensare, relativamente al mondo della religiosità e delle credenze popolari della Antica Comunità della Penna
La spiritualità cristiano-ortodossa nella Russia Bolscevica
Fino al 1917, la Chiesa ortodossa russa era profondamente integrata nell'Impero zarista e radicata nel tessuto economico e sociale del Paese; le proprietà ecclesiastiche erano immense e l'influenza del clero era particolarmente forte. La popolazione, costituita prevalentemente da "musik" (contadini) di credo ortodosso (117 milioni), organizzava la propria vita non solo intorno al nucleo famigliare, ma anche all'interno della comunità religiosa, a stretto contatto con i pope e gli altri membri del clero, in particolar modo i monaci. La presenza ecclesiastica era capillare, gestendo ben 35 mila scuole elementari, quattro accademie teologiche e 57 seminari, nonché oltre 80 mila chiese e più di mille monasteri (O. Vasileva, Russia Martire). In seguito alla Rivoluzione d'ottobre, il regime comunista diede avvio alla campagna di promozione del "gosateizm", l'ateismo di Stato. Le persecuzioni antireligiose non colpirono solo gli ortodossi, ma anche i membri della Chiesa uniate di Ucraina e altre confessioni religiose. La Chiesa ortodossa venne attaccata dal regime sovietico per varie ragioni: innanzitutto, per la sua inconciliabilità con lo sviluppo del comunismo, sia con riferimento al pensiero marxiano sia in quanto era ritenuta un "residuo" dell'era zarista. La separazione tra Stato e Chiesa venne formalizzata nel 1918. Di lì a poco, la confisca di beni ecclesiastici già in corso subì una netta accelerazione. Durante gli anni '20 e '30, il governo sovietico agì per disarticolare la gerarchia sacerdotale arrestando, deportando e processando i religiosi che si opponevano alla campagna del regime. Le celebrazioni del Natale e del Capodanno furono proibite, mentre frequenti furono i boicottaggi delle processioni e delle assemblee cristiane in genere. Tutto mutò nel 1941, con l'attacco nazista all'Unione Sovietica: durante la cosiddetta "guerra patriottica", Stalin, per ottenere consensi tra la popolazione, ripristinò una situazione di pace con la Chiesa ortodossa: la legislazione antireligiosa venne sospesa. La fede, infatti, era un potente fattore identitario del popolo russo. Dopo il 1945, l'inconciliabilità riemerse con tutte le sue drammatiche conseguenze (M. Skarovskij, La croce e il potere; M. Dell'Asta, una via per incominciare). L'esperienza sovietica non si risolse con il tentativo di secolarizzare stato e società. La politica di "scristianizzazione" prese la forma, piuttosto, di una "confessionalizzazione ribaltata". Il regime aveva una posizione chiara su Dio e professava l'ateismo, contestualizzato nel mito rivoluzionario e dell'uomo nuovo. L'ateo sovietico aveva la determinazione di un credente, e questo carattere, in parte "mistico", pervase tutta la storia bolscevica. Nel 1925, ad esempio, venne istituita la Lega degli atei militanti che, nel 1941, contava circa 3,5 milioni di iscritti, i quali condussero un'intensa propaganda al fine di trasmettere alla popolazione una visione materialistica, scientifica e anti-religiosa della realtà.
Prima confutazione della religione dei testimoni di Geova
Prima confutazione della religione dei testimoni di Geova La religione dei testimoni di Geova è stata fondata nel 1884 da Charles Taze Russell. Si basa sugli scritti di Russel e Rutherford e sulla loro interpretazione della Bibbia. Charles Taze Russel fu inizialmente un seguace della Chiesa presbiteriana. Era particolarmente affascinato dal tema del secondo avvento di Cristo, e iniziò a studiare le profezie. Aveva considerato la predizione che aveva fatto Guglielmo Miller sull'arrivo di Cristo nella terra nel 1844. Anche se Miller aveva fallito, Russell si convinse che qualcosa doveva pur esserci di vero in quel metodo, e cominciò a fare i suoi propri calcoli in modo da predire il secondo avvento del Signore. Già a partire dal 1870 Russel iniziò a dare proprie interpretazioni della Bibbia, in particolare sulla Risurrezione del Signore, insegnando che Gesù Cristo non era risuscitato nella carne, ma solo nello spirito. Già dall'inizio della sua predicazione Russel si stava quindi allontanando dalla Bibbia, la Parola di Dio. Secondo Russel Gesù Cristo sarebbe ritornato sulla terra nel 1874, quindi il millennio sarebbe iniziato in quell'anno. Pertanto si doveva proclamare il piano divino e unire i veri "cristiani" in modo che partecipassero al regno del Signore. Nel 1879 Russel iniziò a pubblicare il periodico "The Watchtower and herald of Christ presence" (La torre di guardia e l'annuncio della presenza di Cristo). Quindi nel 1884 fu fondata la "società della torre di guardia". Le predizioni di Charles Russel e dei suoi sucessori risultarono false in ripetute occasioni. Vediamole: 1899. L'Apocalisse inizierà nel 1914. «La "battaglia del gran giorno di Dio Onnipotente" (Apocalisse 16,14), che si concluderà nel 1914 dC con il rovesciamento completo del presente dominio della terra, è già iniziata» (C. Russell, "The Time Is at Hand", p. 101, 1908 edition). 1916. Il Regno millenario è iniziato nel 1873. «La cronologia biblica qui presentata mostra che i sei grandi 1000 anni iniziati con Adam sono finiti e che il grande 7° giorno, dei 1000 anni del regno di Cristo, è iniziato nel 1873» (C. Russell, "The Time Is at Hand", page II) 1917. L'Armageddon è cominciato. «L'attuale grande guerra in Europa è l'inizio dell'Armageddon descritto dalle Scritture»
Volti dell'anima russa. Identità culturale e spirituale del cristianesimo slavo
D 3 8 , 0 0 SAGGISTICA PAOLINE 47 NATALINO VALENTINI VOLTI DELL'ANIMA RUSSA Identità culturale e spirituale del cristianesimo slavo-ortodosso Prefazione di Elia CittErio PAOLINE Editoriale Libri © FIGLIE DI SAN PAOLO, 2012 Via Francesco Albani, 21 -20149 Milano www.paoline.it edlibri.mi@paoline.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Corso Regina Margherita, 2 -10153 Torino E se tornerai sarà nel vento che spira gelido sulle tundre del Nord nell'aperto respiro della steppa, nell'azzurro dei gabbiani polari, lassù in cielo. Tornerai, Signore, come luce diffusa sulla madre Russia intrisa da sempre di lacrime e sangue. Sarà come il fulmine inatteso, annuncio di vita che non muore. Vieni, Signore: immenso il dolore, ma ancora non siamo stanchi di sperare. (Osip E. Mandel'štam, 12.9.1937) Dedico queste pagine alla Memoria viva di mia sorella Mirella che, con voce soave, attrasse il mio cuore di fanciullo verso lo splendore e il dramma della poesia russa. La mia più profonda gratitudine va inoltre alla cara Nina Kauchtschischwili e al Rev.mo padre (Card.) Tomáš Špidlík, impareggiabili maestri di vita, di pensiero e di spiritualità russa, infaticabili tessitori e testimoni di sapienza ecumenica, nella « bellezza che crea la comunione ». Ringraziamenti Desidero rivolgere un ringraziamento particolare all'amica prof.ssa Maria Teresa Bigi, che per prima mi ha onorato della lettura di questo lavoro. 26 Si vedano a questo proposito L. Gancikov, Orientamenti dello spirito russo, ERI, Torino 1958; V.V. Zenkovskij, Histoire de la philosophie russe, YCMA Press, Paris 1954; N.O. Lossky, Histoire de la philosophie russe des origines à 1950, YMCA Press, Paris 1954. 27 Le opere teologiche e spirituali di Pavel N. Evdokimov apparse inizialmente in gran parte presso le Edizioni Paoline, e l'opera omnia di Vladimir S. Solo'ëv avviata da tempo dalle edizioni « La Casa di Matriona ». 28 Tra le opere russe più tradotte e pubblicate in Italia negli anni Sessanta e 50 I. Mancini, Tornino i volti, Marietti, Genova 1989, p. 83. 51 N. Nissiotis, Remarques sur le renouveau de la Théologie systématique, in La Pensée orthodoxe 12 (1966) 125-134. 22 P.A. Florenskij, Ortodossia, p. 11. 23 Cfr. Ap 21,3: « Ecco la dimora di Dio con gli uomini ». 24 N.A. Berdjaev, Russkaja ideja, Paris 1946, p. 15, tr. it. L'idea russa. I proble mi fondamentali del pensiero russo (XIX e inizio XX secolo), con Intr. di G. Riconda, Mursia, Milano 1992. 25 P.A. Florenskij, L'Ortodossia, p. 13. 42 Cfr. Mansi, t. 16, col. 400, Cronaca dei tempi passati (o Cronaca di Nestor). 43 Per un confronto con questa prospettiva all'interno della cultura slava si veda S.S. Averincev, Bellezza e santità, in Aa.vv., Forme della santità russa (Atti dell'VIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, a cura di A. Mainardi), Qiqajon, Comunità di Bose (BI) 2002, pp. 315-332. 44 Una pensatrice ardita e inquieta come Simone Weil ha colto, con la radicalità che la contraddistingue, il fulcro della questione attraverso folgoranti intuizioni 47 E. Bianchi, Editoriale a La bellezza, in Parola Spirito e Vita 44 (2001) 4. 48 N.O. Losskij, Il mondo come realizzazione della bellezza, in Aa.vv., Cristia nesimo e bellezza, pp. 225 ss. 49 A.F. Losev, Vladimir Solov'ëv, Mysl', Moskva 1983, p. 199. 50 V. Solov'ëv, Krasota v prirode, in Id., Sočinenija vdvuch tomach, Mysl', Moskva 1988, II, p. 358, tr. it. in Id., Il significato dell'amore e altri scritti, « La Casa di Matriona », Milano 1988, p. 117. 51 V. Solov'ëv, Il significato universale dell'arte, in Id., Il significato dell'amo re, p. 162. 60 V.I. Ivanov, Sobranie Sočinenij, Foyer Oriental Chrétien, Bruxelles 1974, vol. II, p. 606. Per un confronto con la prospettiva estetica di questo pensatore cfr. C. Cantelli, Simbolo e icona. Estetica e filosofia pratica nel pensiero di V.I. Ivanov, Pendragon, Bologna 2000; M.C. Ghidini, Il cerchio incantato del linguaggio. Mo derno e antimoderno nel simbolismo di V.
TRADIZIONE. La Tradizione nella teologia russa
unpublished
With the Bible, the great source of Russian Orthodox theology is Tradition. Especially after the period of the school theology in XIX century, it became prevailing the byzantine and monastic spirituality. Here are presented the main sources of what is called Tradition.