"Dimmi che non è vero". Lo snuff movie come limite del visivo (original) (raw)

Le urgenze del visivo maschile: retoriche del male gaze nella cultura dello snuff e dell’hard-core tra cinema e letteratura

Il saggio propone una lettura socio-culturale dello snuff movie e dell’hard core estremo nel cinema e nella sua trattazione letteraria, usando le categorie dello sguardo e del corpo applicate alle differenze di genere maschile/femminile. Il lavoro ha lo scopo di analizzare due ordini di urgenze della cultura maschile: - di ordine scopico: il bisogno maschile di “poter vedere di più” del corpo della donna; - di ordine socio-culturale: il bisogno di dover ristabilire il predominio del maschile a fronte dell’azione destrutturante del femminismo e del rischio di omoerotizzazione da parte della richiesta del riconoscimento dei diritti contestata dai movimenti gay e lesbico. L’ambito di analisi dei prodotti cinematografici e letterari viene costruito a partire da due titoli: il film Snuff (1976) prodotto da Allan Shackleton e il romanzo Snuff (2008) di Chuck Palahniuk. Il film è utile a descrivere l’estetica dello snuff movie e la retorica del male gaze nella forma delle urgenze del visivo che reclama, mentre nel romanzo si rintracciano i tratti salienti delle questioni di genere applicate al campo della pornografia estrema. Alla fine verrà mostrato il tentativo politico di rovesciare la retorica del male gaze agendo sull’estetica del rituale dello snuff movie.

La teoria del cinema allo specchio

2022

Prefazione al volume di Murray Smith, "Cinema, evoluzione, neuroscienze. Un’estetica naturalizzata del film" (Dino Audino, Roma 2022), edizione italiana di "Film, Art, and the Third Culture: A Naturalized Aesthetics of Film" (Oxford University Press, 2017/2020)

Al di là del vero e del falso. Sul rapporto realtà/immagine nel genere mondo movies

Elephant&Castle

Nel sistema dei generi cinematografici, il documentario occupa da sempre una posizione problematica, soprattutto per quanto concerne il rapporto realtà/immagine. Partendo da questo presupposto, il contributo intende concentrarsi su uno specifico sotto-genere (il mondo movie) che, proprio in forza della sua pionieristica visionarietà, appare un laboratorio d’indagine ideale per riflettere sul “valore di verità” delle immagini contemporanee. Questi (pseudo-)documentari, prodotti in serie in Italia per almeno tre decenni a partire dagli anni Sessanta e a lungo ignorati dalla critica, evidenziano oggi un grandissimo interesse analitico, soprattutto per aver anticipato interrogativi teorici di stringente attualità. Attraverso un’analisi che coinvolgerà aspetti testuali e paratestuali, si cercherà quindi di mostrare come questi film siano riusciti a “fabbricare il falso”, mettendo profondamente in discussione la centralità che viene tradizionalmente attribuita al carattere indexicale dell’immagine e aprendo per certi versi la strada all’attuale “età postdocumentaria”.

Beyond the Borders - Lo sconfinamento nel cinema

Zeusi - Linguaggi contemporanei di sempre, 2017

Che cosa appartiene al film, che cosa non gli appartiene, dove iniziano e dove finiscono il film e il cinema?». Il superamento dei confini è da sempre stata la caratteristica principale del cinema, l’arte, che meglio di ogni altra, ha ben rappresentato la spinta dell’uomo moderno verso il superamento dei limites della propria conoscenza e della propria osservazione. Articolo pubblicato sul numero 5/6 della rivista Zeusi - Sul confine.