Una scuola possibile. Studi ed esperienze intorno al Manifesto Una scuola (original) (raw)

Il PORTFOLIO, LE OPPORTUNITÀ TEORICHE E I LIMITI PRATICI di Gianluca Bocchinfuso in DOVE VA LA SCUOLA ITALIANA? Un'analisi critica della Riforma Moratti e qualche idea di "buona scuola" da conservare, difendere, diffondere a cura di E. Assorbi, D. Barra, M. Bocca, G. Bocchinfuso, M. Crudo

in "Strumenti Cres", (2004), 37, Luglio-Agosto 2004, pp. 31-32

[ITA] L'articolo - all'interno di un ampio dossier relativo alla Riforma della scuola proposta dall'allora ministro Moratti - analizza la proposta di introdurre il Portfolio, mettendo in luce gli elementi positivi di un documento di processo di taglio metacognitivo che ha solide radici pedagogiche contrapposte alle idee insite nella Riforma che ne ha fatto documento di controllo e di mera valutazione. [ENG] The article - within an extensive dossier on the School Reform proposed by the then Minister Moratti - analyzes the proposal to introduce the Portfolio, highlighting the positive elements of a metacognitive process document that has solid pedagogical roots opposed to the ideas inherent in the Reform that made it a document of control and mere evaluation.

Dalla mostra al museo? Ipotesi per un museo della scuola e dell'educazione

2012

Il contributo delinea le ragioni ed i contesti in cui si è svolta la mostra "Tra casa e scuola. Tracce di educazione" realizzata nel 2010 nei locali dell'Università di Bologna all'interno della ricerca del Dipartimento di Scienze dell'Educazione "Idee e modelli di un Museo dell'Educazione". Nel ripercorrere l'articolazione della Mostra l'articolo individua alcune ragioni storiografiche e pedagogiche che l'hanno presieduta, prefigurando l'ipotesi di un museo dell'educazione e/o della scuola a Bologna, nel quadro di analoghe esperienze italiane ed europee e come strumento di una più ampia educazione alla cittadinanza.

Sfide e opportunità per la scuola che cambia

E’ sotto gli occhi di tutti che ci troviamo all’interno di un cambiamento straordinario in cui siamo coinvolti come persone, come istituzioni e come organizzazioni. Questo cambiamento storico investe, talvolta drammaticamente, anche le agenzie educative che hanno istituzionalmente il compito di accompagnare i soggetti a trovare un loro posto nella società, attraverso l’interiorizzazione di norme e valori (Durkheim, 1987; Parsons, 1951) e l’acquisizione di conoscenze e competenze (OCSE, 2010, 2011; OECD, 2006, 2012/a, 2012/b) spendibili nella vita sociale e nel lavoro. Le agenzie educative vivono con molta difficoltà questa fase di transizione. Si può forse dire che il motivo che è alla radice di questo diffuso disagio si può rintracciare nel fatto che oggi ci troviamo a vivere in un sistema che non è più “chiuso”

PENSATO A MANO fare scuola attraverso esperienze pratiche di didattica, apprendimento, educazione e cura

Il presente contributo nasce dalla volontà dello scrivente di dare una forma organizzata a vissuti e pensieri nati e coltivati nel corso della pluriennale esperienza di lavoro come educatore nella scuola secondaria di primo grado, all'interno di spazi di pratica laboratoriale per alunni con bisogni educativi speciali. I laboratori sono percorsi di carattere pratico, prevalentemente manuali, che si svolgono in orario curricolare e comprendono attività di cucina, lavorazione legno, legatoria, riciclo e cucito creativo, giardinaggio e linguaggi multimediali. L'obiettivo è quello di offrire un'alternativa agli alunni che vivono situazioni di difficoltà in classe e che manifestano la necessità di una proposta formativa alternativa rispetto alle metodologie tradizionali. La forma di report scelta è la narrazione di self study, metodologia dal valore riconosciuto nelle scienze umane, soprattutto in relazione a trattazioni non teoriche ma legate alla condivisione di conoscenze pratiche, maturate attraverso l'esperienza, le quali trovano nella narrazione in prima persona una modalità di condivisione che ne restituisce ricchezza e organicità.

Corpo, didattica, politica: una mediazione possibile

2020

It Il presente lavoro intende indagare una fascinazione, suggerita dai paradigmi delle teorie dell'Embodiment, che, a partire dal recupero del corpo e delle identita corporee, leghi l'aspetto politico e l'aspetto pedagogico nella fondazione della societa della conoscenza. In questa prospettiva, seguendo alcune considerazioni fenomenologiche di Nancy, si tentera di guardare al corpo come mediatore, politico e didattico, per la visione responsabile della condizione umana. En This paper aims to investigate a fascination, suggested by the paradigms of Embodiment theories, which, starting from the recovery of the body and body identities, links the political aspect and the pedagogical aspect in the foundation of a knowledge society. In this perspective, following some phenomenological considerations of Nancy, we will try to look at the body as political and didactic mediator, for a responsible vision of the human condition.