Loreto, l'arte, i gesuiti e la predicazione: un percorso fra personaggi e opere, in "Immagini della predicazione tra Quattrocento e Settecento. Crivelli, Lotto, Guercino", catalogo della mostra, a cura di G. Capriotti, F. Coltrinari, Silvana Editoriale 2017, pp. 15-31 (original) (raw)

2017, Immagini della Predicazione tra '400 e '700. Crivelli, Lotto, Guercino, a cura di G. Capriotti, F. Coltrinari

costituito per secoli un grande luogo di culto, in grado di attirare migliaia di fedeli e viaggiatori da diverse parti del mondo ( ). Sviluppatosi a partire dalla fine del Trecento, il santuario è inizialmente specializzato nella protezione dalla peste e oggetto di una devozione soprattutto locale. Dalla metà del Quattrocento, con il riconoscimento ufficiale della leggenda del trasporto miracoloso in Italia della casa di Maria a Nazareth e l'estensione da parte del papa della sua diretta autorità su Loreto, viene lanciato come importante meta di pellegrinaggio, in grado di sostituire il viaggio in Terrasanta, sempre più pericoloso a causa dell'avanzata turca 1 . Nel Cinquecento, con l'affermarsi della riforma luterana e la reazione cattolica sancita dal Concilio di Trento (1545-1563), Loreto assurge a luogo simbolo della cattolicità, custode dei cardini della dottrina, come il culto dei santi, delle reliquie, le pratiche devozionali, a partire proprio dal pellegrinaggio, l'amministrazione dei sacramenti. Mentre si moltiplicano gli attacchi protestanti all'«Idolo lauretano» 2 , la Santa Casa diventa per la chiesa di Roma "il" santuario per eccellenza, dove avvengono miracolose conversioni di infedeli come ebrei, protestanti e turchi 3 . Pellegrini e visitatori che nel corso del tempo si sono recati a Loreto si trovavano a compiere una complessa esperienza fatta di riti e pratiche religiose, fra le quali rientra anche l'ascolto di prediche 4 . Allo stesso tempo, il mistero dell'Incarnazione, e la casa di Nazareth dove esso avvenne, racchiusa nella basilica lauretana, con la statua della Madonna "nera" ritenuta opera di san Luca, sono stati oggetto di sermoni e omelie tenute in tutto il mondo, nonché di testi celebrativi redatti sia dai più celebri predicatori, sia da figure meno note 5 . Basti qui citare il componimento La Santa Casa di Loreto dal francescano Francesco Panigarola (1548-1594), uno dei più celebri oratori sacri del XVI secolo 6 , mentre alla Madonna di Loreto è dedicata anche una delle prediche del semisconosciuto sacerdote Felice Silvestrini (1711-1779) da Petriolo di Macerata, una interessante personalità di predicatore delle missioni, riscoperta proprio in occasione di questa mostra. Don Felice nella sua omelia si sofferma sulla fortuna toccata all'Italia, scelta da Dio per collocarvi la casa della Vergine, preferendola ad altre nazioni europee -dalla Francia alla Spagna, dall'Inghilterra al