Manzoni alla ricerca di una scrittura "viva al guardo". (original) (raw)
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Frare: Manzoni e la scrittura dell'inquietudine
in Annali manzoniani, nuova serie, VII-VIII, 2010-2015 [ma 2017], pp. 395-411.
Il lavoro è una dettagliata lettura critica, stesa nel 2007, di un libro di Frare uscito l'anno precedente. Consegnata agli "Annali manzoniani", ha aspettato dieci anni prima di venire alla luce.
«La penna è stanca». Manzoni nel decennio di preparazione
Milano dalle Cinque Giornate all’Unità (1848-1861). Erudizione e cultura letteraria, a cura di S. Baragetti, Roma, Bulzoni, 2017
Studio sull'attività di Manzoni nel periodo 1850-1860: analizzata l'elaborazione delle "Opere varie", e in particolare la revisione delle opere storiche e la mancata conclusione della "Morale cattolica". Se ne deduce un sostanziale scollamento del progetto manzoniano dalle direttive cattoliche ufficiali, fino al respingimento del lascito "ideologico" di Manzoni da parte dell'ala cattolica più integralista.
«ManzoniOnline»: considerazioni in corso d'opera
2021
ManzoniOnline: carte, libri, edizioni, strumenti (prot. 2015FN4ZSN), illustrando le operazioni preliminari di censimento, le soluzioni adottate nella descrizione delle risorse e le problematiche teoriche relative all'individuazione di criteri catalografici. Vengono inoltre indicati gli sviluppi previsti nel triennio successivo nell'ambito del PRIN 2017 ManzoniOnline2: new documents, translations and tradition (prot. 2017CFZFAY), che in particolare sarà dedicato alla fortuna estera di Manzoni e alla ricostruzione della storia della filologia manzoniana, attraverso lo studio delle edizioni storiche e critiche, dall'Ottocento alla prima edizione nazionale. In particolare si insiste sulla necessità di una maggior collaborazione fra studiosi impegnati in progetti con esito digitale ai fini di adottare modelli condivisi che permetterebbero un risparmio nella progettazione informatica e di conseguenza di concentrare le risorse nelle indagini specifiche di ogni progetto.
Questo intervento tende a illustrare il peso esercitato dalle Osservazioni della tortura di Pietro Verri nel corso della composizione dei Promessi Sposi e soprattutto della Storia della Colonna Infame, che, sorta inizialmente come capitolo del Fermo e Lucia, è diventata Appendice storica su la Colonna Infame prima di arrivare alla sua veste definitiva. Verri, infatti, era stato il primo ad occuparsi dei processi agli untori del 1630 e aveva studiato e postillato il Summarium Offensivi contra don Ioannem Caietanum de Padilla, trascrizione degli atti di uno dei processi agli untori. In seguito Manzoni ha utilizzato come punto di partenza per il suo lavoro sia le Osservazioni sulla tortura sia i materiali già compulsati dal Verri
«Il nostro più grande romanzo del ’900». Scrittori sulle tracce di Alessandro Manzoni
Nel quadro del Novecento: strategie espressive dall’Ottocento al Duemila. Temi e stili, 2019
Andrea Camilleri definisce I Promessi Sposi come “Il nostro più grande romanzo del ’900”. Il presente saggio mira a collegare il romanzo di Natalia Ginzburg, La famiglia Manzoni e Il Natale del 1833 di Mario Pompilio con i testi di Gadda, Bufalino, Sciascia, Primo Levi e altri ancora, allo scopo di identificare Manzoni come un personaggio del romanzo, unitamente alla sua intima e irrequieta meditazione su Dio e sulla presenza del male nella storia.
Per una lettura del Manzoni storico
in: Manzoni. Atti del convegno (Albenga, 22-23 novembre 2013), a cura di G. Amoretti e G. Balbis, Torino, Il Capitello, 2014, pp. 151-179.
Comunicazione al convegno "I classici della letteratura italiana: Manzoni" (Incontri Igauni 2013), Albenga, Auditorium san Carlo –Teatro Ambra, 22-23 novembre 2013.
Spigolature su Manzoni dalle "Note azzurre" Dossi
Atti della Graduate Conference dell'Università L'Orientale di Napoli (Napoli, 20-21 ottobre 2016). pp. 29-42
Le Note azzurre di Carlo Dossi costituiscono un testo labirintico e polisemico, scaturito dalla trascrizione di annotazioni sparse su supporti improvvisati. Difficilmente inquadrabile in un genere letterario preciso, raccoglie le acute e dissacranti osservazioni dell’autore per oltre quarant’anni. Fra le sterminate annotazioni politiche, artistiche, morali, si condurrà una disamina di quelle riguardanti Manzoni, uno degli autori più citati. Apparentemente Dossi e Manzoni non hanno nulla in comune, eppure i contemporanei, come Gian Pietro Lucini stabiliscono una connessione fra i due lombardi. Alcuni aneddoti riportati, per tramite di Rovani e Perrelli, correggono le deformazioni moralistiche di tanta critica tardo ottocentesca e lasciano trasparire un Manzoni fuori dall’agiografia, grande anche perché riportato alla misura umana e spogliato delle caratteristiche che lo rendevano inviso alla Scapigliatura. Sia Dossi che Manzoniaspirano a un lettore attivo, che collabori alla costruzione del significato, così come comune è l’attenzione alla lingua. Dossi coglie la ‘difficile facilità’ di Manzoni e apprezza l’umorismo di cui è pervaso il romanzo. La comune appartenenza all’area linguistica lombarda è testimoniata dalla ricorrenza di determinati termini; inoltre entrambi, pur nutriti di cultura classica, rifiutano l’imitazione e cercano un percorso originale. Più di tutto opera però il fascino umano, prima che letterario, del grande maestro, che Dossi, poco interessato alla storia e alle ideologie, fa rivivere con spirito critico e libertà.