Introduzione Sguardi sul Novecento.pdf (original) (raw)
Related papers
La letteratura scientifica che tratta l'evoluzione del metodo di rappresentazione prospettica prende in considerazione un ampio periodo che va dai primi trattatisti del Rinascimento sino alla prima metà del XIX secolo, trascurando però completamente gli avvenimenti degli ultimi centocinquant’anni. Ad oggi, l’opera più completa sul tema è il repertorio commentato dei trattati sulla prospettiva che Noël Germinal Poudra compone e pubblica nel 1864 dal titolo “Histoire de la perspective ancienne et moderne”, seguendo un percorso che muove dalle opere antiche sino ai trattati a lui contemporanei. Osservando gli attuali testi di geometria descrittiva si può notare come il metodo della prospettiva abbia subìto consistenti e importanti trasformazioni, nei procedimenti, nel lessico e nelle finalità, rispetto ai trattati del passato, ed è proprio di questa evoluzione, relativamente recente, che il presente studio si è occupato, prendendo in considerazione un consistente numero di contributi pertinenti, circa cento pubblicazioni, che hanno segnato la storia della prospettiva degli ultimi centocinquant’anni. L’analisi dei testi esaminati ha messo in evidenza la permanenza, sino a tutta la prima metà del Novecento, della distinzione netta tra due diversi modi di teorizzare e praticare la prospettiva, quello matematico da una parte, e quello artistico e tecnico dall'altra. I matematici svilupparono infatti la prospettiva come proiezione centrale, esponendo i principi proiettivi a fondamento del metodo e risolvendo, sul piano puramente astratto, tutti i problemi grafici e metrici fondamentali, integrando in alcuni casi queste riflessioni con approfondimenti di carattere applicativo sui procedimenti prospettici classici. Di tutt'altra natura sono invece le trattazioni degli artisti che, con scopi completamente diversi, affrontarono il tema della prospettiva come illustrazione, costruita grazie ai procedimenti indiretti della trazione classica e per questo del tutto dipendente dal metodo delle proiezioni ortogonali, diffuso e noto anche in ambito accademico.
Giuliana Nuvoli, Uno sguardo al Novecento
Giuliana Nuvoli, Uno sguardo al Novecento, Milano, Unicopli, pp. 1-200, 2003
Questo volume sceglie campioni significativi e li esamina con metodologie diversificate e duttili. Nella prima parte, nella quale il genere privilegiato è quello del testo breve in prosa (novelìa e saggio), sono presenti autori come Gozzano, Moravia, Pasolini, La parte centrale è interamente dedicata ad una delle voci più' alte della nostra poesia novecentesca, Andrea Zanzotto. Nella terza parte è protagonista il rapporto cinema-letteratura, ineludibile per il romanzo novecentesco, con scrittori come Alvaro, lMoran-bmasidi Lampedusa. Le letture contenute nel volume rappresentano una trentennale attenzione a un secolo ancora troppo vicino per essere definito con chiarezza, ma che esige disponibilità per la sua complessa alchimìa.
2011
Il volume raccoglie i contributi esposti il 4 dicembre 2008 dagli allievi del Dottorato di ricerca in Italianistica di Bologna (XXI e XXII Ciclo) durante un seminario di lavoro sui Critici del Novecento. L’intento era quello di far interagire con il nostro tempo i grandi classici della critica letteraria del XX secolo, alla luce delle indicazioni ermeneutiche e delle linee guida del loro pensiero; il punto di partenza la fortuna di un libro, di un metodo o di una corrente dal Novecento sino a oggi, con affondi documentati nella ricezione e nella fortuna delle opere esaminate.
Prescrizioni e consigli di lettura di primo Novecento
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail: autorizzazioni@clearedi.org e sito web: www.clearedi.org. Copertina: Denis Pitter Impaginazione: CreaLibro di Davide Moroni -Legnano (MI)
Prima di entrare nel merito del discorso, è necessario fare una breve premessa. Nel maggio 2009 fui invitato a tenere una conversazione nella sede del Circolo culturale «Galileo» di Trepuzzi, in occasione del novantacinquesimo genetliaco di Mario Marti. Accettai subito l'invito non solo con grande gioia ma anche con un pizzico di emozione, perché è dal 1968, cioè da quando mi iscrissi alla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Lecce, che ho il piacere di conoscere il professor Marti. Durante i quattro anni di corso, seguii assiduamente le sue lezioni, partecipai ai seminari da lui organizzati, sostenni con lui gli esami di Letteratura italiana. Poi, attratto dalla modernità letteraria, decisi di laurearmi con Donato Valli in Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea, con una tesi sul petrarchismo novecentesco, della quale egli era il correlatore. Ma Marti è rimasto sempre, per me, un punto di riferimento costante dal lato metodologico e un esempio di serietà e rigore scientifico a cui ho cercato di improntare la mia attività, un vero maestro, insomma, nel campo dell'italianistica. Ho continuato a frequentarlo, a seguire le sue conferenze, a leggere i suoi numerosi volumi, che mi ha donato sempre con dediche affettuose, ad avere un ininterrotto e proficuo rapporto con lui fino ad oggi. Tra l'altro, ha avuto la bontà di ospitare due miei lavori in collane da lui dirette: uno, la mia prima monografia in assoluto, Bodini prima della «Luna», nella «Minima» della casa editrice Milella di Lecce, nel 1982; l'altro, una raccolta di saggi, Futurismo e dintorni, nella collezione di studi e testi, «Humanitas», delle Edizioni Congedo di Galatina, nel 1993.
Il Novecento a Montecatini Terme
Abbiamo già avuto modo di parlare dell’arte di inizio Novecento di Montecatini, in particolar modo dello stile Liberty, ma la cittadina termale conserva molti altri edifici, sorti in periodi diversi del XX secolo, che meritano una menzione per il loro valore artistico e architettonico o puramente storico. Conviene partire da quello che è il simbolo della piazza principale di Montecatini, Piazza del Popolo, ovvero la Basilica di Santa Maria Assunta.
Jules Verne-Parigi nel 20esimo secolo Scritto nell'800, ma pubblicato recentemente. Jules Verne immaginava Parigi nel 20esimo secolo, in una visione futurista: gente inghiottita nell'urbanizzazione, illuminata dall'elettricità, collegata dalla metropolitana. Questo libro é pervaso da progresso, trasformazioni, tecnologie, ma allo stesso tempo emerge un certo fastidio per aspetti del progresso che nell'800 poco erano presi in considerazione che, al contrario, sarebbero emersi più avanti. Verne ha una certa insofferenza per alcune conseguenze del progresso come l' uniformità eccessiva e l'alienazione aberrante. Ci rendiamo conto che all'inizio del 20esimo secolo, coesistono due posizioni contraddittorie: 1. Il progresso inteso come collante tra passato e futuro, per cui si sarebbe potuti arrivare ad una condizione migliore in un futuro più o meno prossimo. Alcune condizioni concrete che rendono conto di questa idea:-aumento demografico: l'800 vede un aumento delle nascite e una diminuzione della mortalità, in quanto le condizioni sanitarie, mediche, igieniche migliorarono. Il progresso era qualcosa di tangibile e concreto: la gente stava meglio e le condizioni di vita migliorarono.-nascita di grandi metropoli: cominciano a nascere i grandi agglomerati urbani, in cui nelle grandi città, le classi sociali coesistono e le barriere sociali si infrangono. Prima c'era una separazione netta tra poveri e ricchi; ora la separazione netta è duramente incrinata da una società più mobile, in cui le trasformazioni sono rapide e dinamiche. Dunque questa sensazione di progresso invade tutta la società, non solo gli intellettuali, ha delle ragioni concrete e radicate nei paesi più radicati. 2. Le trasformazioni di quel periodo comportavano delle rotture dei legami familiari: la creazione della famiglia nucleare, diretta conseguenza del vivere in città, comportava ovviamente una crisi dell'idea di famiglia allargata, tipica dei contadini, in cui le tradizioni si mantenevano e si tramandano. Queste trasformazioni comportano la distruzione degli equilibri precedenti e quando questi equilibri si rompono, emergono delle esaltazioni estreme della tradizione. Questo cambiamento drastico non riguarda aree limitate, ma interessa complessivamente il continente europeo e sembra mettere in questione in modo radicale e definitivo quella che veniva la civiltà europea. In sintesi, nell'insieme, era come se crollassero dei valori e delle culture, sostituite da cambiamenti ancora poco chiari, era la sensazione di una fine di un'epoca, era il crollo della civiltà europea. In molti, di fronte a questa visione catastrofica, si proponevano come aristocrazie in grado di salvaguardare dei valori che c'erano in precedenza ma che ora erano fortemente in crisi, riproponendoli come essenziali, da non mettere assolutamente in discussione. Quindi, le due posizioni erano:-il progresso come futuro dell'umanità-futuro come salvaguardia dei valori che erano alla base della civiltà europea per tutto il secolo precedente. (mantenimento dello status quo) Erano atteggiamenti opposti, ma entrambi guardavano al futuro, ovviamente in modo diverso. Due sono le tendenze: l'una che ha fiducia nel progresso, l'altra invece lo critica, denunciandolo come un processo deleterio, per una adeguata convivenza sociale; entrambi quei punti di vista guardano avanti e danno luogo ad azioni intese a determinare il futuro.-Alain Touraine-Sociologo che ha cercato di dare spiegazioni riguardo a quello che è successo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, in piena rivoluzione industriale. Egli cerca di analizzare il processo e individua una differenza sostanziale tra il modo in cui la Rivoluzione si é manifestata, in una prima fase (la fase britannica-francese) e una seconda fase, che ha interessato gli altri paesi, come l'Italia, la Germania, il Giappone e la Russia. Nella prima fase, l'industria è come se nascesse da sé, come se la società dal basso organizza questo nuovo modo di produrre. Lo sviluppo tecnologico delle nuove scienze e il mercato sono prodotti dalla stessa società, come se questa