ENGAGEMENT DEGLI INVESTITORI ISTITUZIONALI E COLLOQUI RISERVATI CON GLI EMITTENTI (original) (raw)

IL RUOLO DEGLI INVESTITORI ISTITUZIONALI NELLA FORMAZIONE DEL CAPITALE DI RISCHIO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

2002

Il sistema industriale italiano è caratterizzato da una struttura dualistica del sistema delleimprese; i due terzi circa del prodotto nazionale è, infatti, generato da una miriade di piccole imprese minori, in presenza di un limitato numero di grandi imprese. Secondo la teoria delle“economie interstiziali” di Edith Penrose, ciò avviene poiché le grandi imprese non possono cogliere, o non hanno convenienza a cogliere, tutte le opportunità del mercato, per motivi di ordine strategico o perché non interessate ad entrare in segmenti che richiederebbero loro uno sforzo di innovazione e\o di diversificazione, troppo oneroso. Le piccole imprese vanno quindia colmare vuoti nell’offerta di beni e servizi, con evidenti benefici per il sistema economicoindustriale. In un sistema, come il nostro, dove la piccola impresa è prevalente, sorge allora il problema di dotare queste imprese dei mezzi occorrenti per potere meglio svilupparsi eprodurre occupazione e ricchezza. Un'altra caratteristica significativa del nostro sistema industriale è la costantesottocapitalizzazione delle imprese ed in particolare delle PMI; la scarsità di capitale di rischio, grazie a situazioni di leverage particolarmente favorevoli, in passato non limitava lo sviluppo ,oggi, invece, in uno scenario internazionale sempre più competitivo, cosituisce un grosso limite. In un mercato sempre più globalizzato, la struttura di indebitamento delle imprese minori italiane è sicuramente inadeguata alle nuove esigenze di sviluppo dell’innovazione derivanti dall’accresciuta competitività delle imprese estere. Dall’altra parte, la crisi del sistema previdenziale pubblico, la riduzione del debito pubblico e la conseguente caduta dei rendimenti dei titoli di stato, associata all’alta propensione al risparmio delle famiglie italiane, sembrerebbero poter favorire, a patto che vi siano mirati ed efficaciinterventi da parte del legislatore, un forte sviluppo degli investitori istituzionali e dei fondi pensione in particolare. Le PMI, incontrando maggiori difficoltà rispetto alle grandi imprese nel reperimento di fonti di finanziamento, sono rimaste escluse dai nuovi circuiti della finanza e continuano ad avere l’indebitamento bancario come unica fonte per il reperimento di fondi. Le piccole e medie imprese italiane si sono trovate ad operare in un sistema finanziario scarsamente capillarizzato, in assenza di intermediari in grado di avvicinarle ai nuovi canali di finanziamento. I nuovi intermediari finanziari, e tra questi soprattutto i fondi pensione, i fondi chiusi e le società di venture capital possono avere un ruolo determinante nel processo di modernizzazione e di sviluppo del nostro sistema industriale, contribuendo a creare nuove possibilità e nuovi scenari per le PMI. Lo sviluppo di questi intermediari finanziari potrebbe portare numerosi benefici al nostro sistema industriale, attraverso il passaggio dalla tradizionale via finanziaria allo sviluppo alla via del capitale di rischio allo sviluppo. Lo scopo del presente lavoro è quello di analizzare le relazioni tra imprese minori ed investitori istituzionali e le prospettive di sviluppo e cambiamento dovute all’ingresso di investitori esterni nel capitale di rischio delle PMI.

L'ATTIVISMO DEGLI INVESTITORI NON ISTITUZIONALI IN ITALIA

Banca Borsa titoli di credito, 2017

1. L’azionariato degli intermediari finanziari e degli investitori istituzionali in Italia. Aspetti generali. — 2. Tassonomia dei comportamenti attivi. — 2.1. (segue) Le forme di monitoraggio e comunicazione informale — 3. Le determinanti del comportamento attivo. La variabile normativa: i limiti alla partecipazione detenibile. — 3.1. (segue) L’influenza della relazione contrattuale tra intermediario finanziario e titolare dei valori in gestione. — 4. La politica di voto. — 5. La professionalità del gestore e le regole di asset management. — 6. Conclusioni.

"Esploratori" nella giungla della crisi

Federalismi, 2019

Le crisi di Gabinetto sono un elemento fisiologico della forma di governo parlamentare. A differenza di altri ordinamenti, la Costituzione italiana non prevede meccanismi di razionalizzazione a favore della stabilità governativa. La risoluzione delle crisi ministeriali è stata affidata, quindi, alla creazione di strumenti non positivizzati. Tra questi c’è il mandato esplorativo, nato nel 1957 e utilizzato anche per la risoluzione dell’impasse verificatosi dopo le elezioni del 4 marzo 2018. Lo scritto mira a ricostruire le differenze con il pre-incarico e l’utilizzo del mandato esplorativo nella storia repubblicana.

L'INCLUSIONE ED IL CAMBIAMENTO DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

Scuol@Europa, 2019

La tematica dell'inclusione nello spazio istituzionale della scuola, nonostante sia problematica e controversa, diviene estremamente rilevante e significativa nel momento in cui pone in questione le prassi consolidate e considerate ovvie e scontate, operando come un elemento critico e demistificante.

LA MORALITÀ DELLE ISTITUZIONI: PROFILO DI UN ARCHIVISTA

Intorno agli archivi e alle istituzioni. Scritti di Claudio Pavone, a cura di Isabella Zanni Rosiello, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali; Dipartimento per i beni archivistici e librari, Direzione generale per gli archivi, 2004, pp. 729-754

RIMEDI CONTRO L'ESECUZIONE ESATTORIALE INGIUSTA

RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO TRIBUTARIO, 2017

La norma che ammette il debitore ad opporsi all'esecuzione tributaria soltanto per eccepire l'impignorabilità è apparentemente limitativa del diritto alla tutela giurisdizionale. Tuttavia, dal sistema possono trarsi rimedi alternativi, parimenti efficaci: l'opposizione ex art. 617 c.p.c. e l'istanza ex art. 486 c.p.c. per contestare il difetto di titolo esecutivo; se il pignoramento non è stato preceduto dalla notifica della cartella, il contribuente può impugnare questa davanti al giudice tributario e quello davanti al giudice ordinario; qualora il debito venga soddisfatto dopo il pignoramento, il debitore può eccepire l'estinzione del processo esecutivo; dopo la vendita, il credito tributario può essere contestato, ma con effetti endoprocessuali ex art. 512 c.p.c. Parole chiave: esecuzione forzata tributaria, opposizioni del debitore, tutela giurisdizionale, titolo esecutivo, pignoramento The rule that allows the debtor to challenge the forced tax collection only for arguing the non-attachability is apparently restrictive of the right to obtain judicial protection. However , the system provides also alternative remedies having an equivalent effect: the opposition (art. 617 Code of Civil Procedure) and the instance (art. 486 Code of Civil Procedure) to challenge vices of the instrument permitting enforcement. If the attachment was not preceded by the notification of tax collection notice, the taxpayer may challenge the first before the tax court and the second before the civil court. If the debt has been repaid after the attachment, the debtor may challenge the termination of the enforcement trial. After the sale, the tax debt may be challenged, but with limited effects according to art. 512 Code of Civil Procedure.