Il Villino Folchi. La decorazione pittorica del villino: le sale interne (original) (raw)

2003

Il villino, sorto nel quartiere Ludovisi su disegno dell’architetto Giovenale, presenta una sapiente distribuzione dei corpi di fabbrica. La decorazione delle facciate riprende i modelli delle ville romane del Seicento mentre la sistemazione dell’interno fonde scultura e pittura a trompe l’oeuil, grazie al lavoro di Giovanni Capranesi e Gioacchino Pagliei.

Interni ed esterni parigini nel Marchesino pittore di de Pisis

Studi di Memofonte, 2018

Negli anni dal 1925 al 1939 de Pisis è a Parigi, città nella quale vive un momento fondamentale del suo percorso artistico, raggiungendo un successo crescente in campo pittorico. Il Marchesino Pittore è, in qualche modo, un diario di quegli anni che si arresta al 1932: un diario in terza persona che privilegia gli aspetti privati della vita dello scrittore-pittore, testimoniando anche un immutato amore per la letteratura. La scrittura è, nondimeno, segnata da una forte impronta pittorica, punteggiata com’è da nomi di artisti con i quali de Pisis intrattiene un’intensa familiarità creativa, come Rembrandt e Delacroix; evidente anche la predilezione per determinate inquadrature, con spazi ‘rubati’, per lo più dalla propria finestra, all’interno delle finestre dei dirimpettai, che trovano riscontro nella sua pittura di quel periodo – le tante finestre aperte, presenti peraltro anche in un’opera letteraria, La Città dalle Cento Meraviglie – e un’acuta sensibilità cromatica che si avvale di termini rari, di alterati e composti per l’individuazione di un timbro o di una sfumatura precisi. Between 1925 and 1939 de Pisis is in Paris, where he experienced a fundamental turn of his artistic career and achieved a growing success as a painter. The Il Marchesino Pittore is, in some way, a diary of those years until 1932: a diary in the third person in which the writerpainter focuses on the private aspects of his life and shows his abiding love for literature. His writing is, nevertheless, marked by a strong pictorial imprint, with frequent quotations of names of artists, such as Rembrandt and Delacroix, who particularly influenced his creativity at the time. Also evident is his predilection of specific ways of framing the scenes, in particular of ‘stolen’ spaces, mostly from his own window towards the windows of the opposite house; this attitude is to be found both in his paintings of that period and in another literary work, La Città dalle Cento Meraviglie. The Il Marchesino Pittore also shows an acute sensitivity for colours, featured by rare words, which are used in order to define a timbre or a precise nuance.

La decorazione pittorica del vano 1

Il santuario di Minerva a Breno. Un luogo di culto tra protostoria ed età romana., 2010

L'articolo descrive e studia le caratteristiche della decorazione pittorica del vano di culto della dea, affiancando agli affreschi in situ l'ipotesi ricostruttiva di quelli in rammenti.

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'Le pitture del soffitto della Cappella Palatina' (Saggio)

B. Brenk (ed.), La Cappella Palatina a Palermo, (Mirabilia Italiae 17), 4 vols, Modena: Franco Cosimo Panini Editore, 2010, Atlante I, figs. 158–194, pp. 133–147, figs. 369–384, pp. 286–303, Atlante II, figs. 473–1220, pp. 384–823, Saggi, pp. 353–407, Schede, pp. 429–456, 487–510, 540–665., 2010