Il Calice e la Spada (ediz. aggiornata 2019) (original) (raw)
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La Dea Bianca (ediz. aggiornata 2019)
La mia tesi è che il linguaggio del mito poetico anticamente usato nel Mediterraneo e nell'Europa settentrionale fosse una lingua magica in stretta relazione con cerimonie religiose in onore della Dea-Luna, ovvero della Musa, alcune delle quali risalenti all'età paleolitica; e che esso resta a tutt'oggi la lingua della vera poesia -"vera" nel senso mitologico moderno di "originale non suscettibile di miglioramento, e non un surrogato". Questa lingua fu manomessa verso la fine dell'epoca minoica, allorché invasori provenienti dall'Asia centrale cominciarono a sostituire alle
La spada, compagna fedele del Cavaliere, ha finito per sostituirsi a lui e sintetizzare simbolicamente tutto ciò; cioè metodo, strumento e fine di un lavoro di perfezionamento di quella particolare tipologia di persona che per natura, per caratteristiche interiori costitutive, ha trovato nella Via Guerriera il proprio campo di espressione, le proprie affinità.
La “Spada di Bernal” e il suo doppio / The "Bernal Sword" and its double
2019
Reportage ricostruttivo di uno stocco italiano di fine Quattrocento, contraddistinto da una robusta costolatura mediana che attraversa l’intera lama. L’esemplare originale, oggi conservato presso il Philadelphia Museum of Art con n° inv. 1977-167-543, un tempo faceva parte della collezione di Ralph Bernal, morto nel 1854. Link diretto: http://imagoantiqua.it/spada-philadelphia-museum/
12-19, Chio l'isola del mastice.pdf
A Genova, addossata al muro della casa di Cristoforo Colombo, una targa sulla quale si decifra una scritta in greco è posta accanto a un alberello di lentisco. Vuole ricordare la lunga dominazione genovese dell’isola di Chio, gestita dalla “Maona”, un’antesignana delle compagnie coloniali britanniche e olandesi. . Nel Medio Evo il nome dell’isola, allora conosciuta come Scio, evocava una sostanza preziosa: il mastice. Il lentisco (Pistacia lentiscus) è un arbusto diffuso in tutto il Mediterraneo ma solo sulla costa meridionale di Chio secerne una resina biancastra. Si credeva che questa avesse delle proprietà medicinali per le malattie dello stomaco e del fegato. Inoltre la resina, masticata, diventa gommosa come il chewing-gum e veniva utilizzata anche per schiarire i denti e profumare la bocca.
Carocci, L'elmo di Bradamante Esp. lett. 2021
Esperienze letterarie, 2021
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VITTIME E CARNEFICI NEL QUINTO LIBRO DELL'ILIADE
L'articolo è inserito come appendice nella mia traduzione commentata al quinto libro dell'Iliade, e descrive il modo in cui il poeta tratta il combattimento, i duelli, le vittime ed i loro uccisori in questo libro.
Luigi Groto, La Calisto. Edizione, introduzione e note a cura di Luisella Giachino
2018
Cieco fin dai primi giorni di vita, Luigi Groto fu uno scrittore infaticabile e prodigioso. Prolifico e raffinato poeta lirico, celebre oratore, drammaturgo assai noto, si cimentò con tutti i generi teatrali in uso nel secondo Cinquecento. Nonostante la sua infermità, fu uno degli animatori dell'Accademia dei Pastori frattegiani 1. Non solo. Suonava il monocordo e il liuto, componeva musica, danzava 2. Scrisse anche un dramma sacro, l'Isac (recitandovi lui stesso la parte di Abramo) giusto prima di rimanere impigliato nelle reti dell'Inquisizione per il possesso di libri proibiti, che si faceva leggere e postillare dagli allievi 3. Curò inoltre una ancora poco studiata rassettatura del Decameron, «la più bizzarra delle tre controriformiste» 4. Alcune sue opere
Il Nulla e Unde Malum (ediz agg 2022)
Info tratte da "Carissimo, il nulla è qualcosa, lo dice Dio" è questo il concetto della lettera inviata da Fredegiso, diacono, a Carlo Magno, forse nell'anno 800. Sembra che Fredegiso fosse originario di York, come il suo maestro Alcuino che aveva diretto la scuola palatina fondata da Carlo Magno. La lettera è formata da sei pagine, ed è indirizzata a Carlo Magno.
Enrico de Calice, diplomatico e letterato
Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani, 3, L’età contemporanea, a cura di Cesare Scalon, Claudio Griggio e Giuseppe Bergamini, Udine, Forum, 2011
gnito della commenda dell'ordine pontificio di S. Gregorio Magno. Quanti hanno scritto su di lui, ne hanno messo in evidenza l'umanità, la religiosità, l'audacia nell'ideare progetti di ricerca innovativi e la perseveranza nel cercare di realizzarli con continuità e con mirabile unità di intenti.