CERINO BADONE G (2014). La documentazione fotografica. Le foto del 1859.pdf (original) (raw)
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GUIDONE S., 'Il mosaico della Lupa di Larino (CB)',
in Atti del XIV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM), Spoleto 7-9 febbraio 2008, Tivoli 2009, pp. 439-448.
Il mosaico policromo detto «della Lupa» ( ) è stato rinvenuto all'inizio dello scorso secolo nel territorio del municipium romano di Larinum ( , ed è attualmente conservato nel Palazzo Ducale dell'odierna città di Larino, in provincia di Campobasso.
D. Gallina, 2014, Il catasto di età napoleonica del Comune di Vione (con Stadolina e Canè)
La storia dell'umanità è anche la storia del rapporto tra l'uomo e il territorio, e tra la proprietà e l'esigenza di renderla riconoscibile da tutti. Nella preistoria, quando la sopravvivenza della specie era legata alla caccia e quindi al nomadismo, la proprietà non esisteva. Furono l'allevamento e l'agricoltura a rendere l'uomo stanziale. Il territorio è una risorsa inestimabile in termini urbanistici, culturali, storici e paesaggistici. Rappresentare il territorio nella maniera il più possibile conforme alla realtà è da sempre l'obiettivo di tutte le amministrazioni. Esiste un anello indissolubile che unisce il catasto (ossia la mappa) al sistema di registrazione delle proprietà e rendite che ne cura tutti gli aspetti giuridici: ovvero il fatto che dove c'è una mappa c'è una particella, e dove c'è una particella c'è sempre qualcuno che dice: "questa è mia!". Chiunque di noi, prima o poi, nella sue esperienza di vita viene a contatto con un istituto genericamente individuato con l'appellativo di Catasto, talvolta con questo volendo interpretare un non ben identificato sistema con il quale si associano i territori e gli immobili con la proprietà e la rendita: due aspetti basilari della nostra vita. In passato, parlando di catasto ci si riferiva in senso generico ad una rassegna qualsiasi di beni -mobili o immobili -e dei relativi possessori atta a stabilire il carico fiscale; per estensione, poi, il catasto indicava anche le operazioni necessarie per definire la proprietà ai fini della determinazione dell'imposta fondiaria e talvolta l'imposta fondiaria stessa. Nelle pieghe delle iniziative di ricerca e approfondimento storico e archivistico di questi anni, unitamente a quelle di indagine archeologica, è scaturita la volontà di "raccontare" le vicende fondiarie in modo non tradizionale e riservato ai soli addetti ai lavori ma accessibile in modo semplice e chiaro a tutti coloro che hanno voglia di conoscere e capire. Le Comunità di Canè, Stadolina e Vione aggiungono oggi un importante tassello alla conoscenza della propria storia con la messa a disposizione dei risultati di una ricerca durata alcuni anni, concretizzatasi in questa pubblicazione, scritta a quattro (e più) mani. Un ringraziamento comunitario oltreché personale va quindi al Dr. Dario Gallina per la parte tecnico-cartografica unita all'inarrestabile azione di ricerca del Maestro (il Maestro per antonomasia, per tutti noi e non solo...) al secolo Dino Marino Tognali per tutto quanto concerne gli aspetti sulla toponomastica; non va però dimenticata la paziente collaborazione di un consistente gruppo di concittadini e non, che nel tempo si sono appassionati attivamente all'iniziativa permettendo la stampa di un'opera completa. Il Sindaco di Vione Il Resp. Turismo e Cultura Stadolina e Canè) 7 Sezione I Perché si fa un catasto, e come (...) sotto la modesta proposizione di geometria, s'asconde un grande problema di economia pubblica, la cui soluzione sarebbe d'una immensa portata per la nuova organizzazione giuridica ed amministrativa d'Italia. Porro 1863, P. 443 Il catasto geometrico, ch'è il solo conciliabile col progresso civile dei nostri tempi (...). Bruni 1893, P. 13
Fotografare la città: l’album di Luigi Fariano (1872) e il mutare dell’immagine urbana di Cuneo
Studi Piemontesi, 2023
In "Studi Piemontesi", vol. LII, fasc. 1 (giugno 2023), pp. 61-76. Taking pictures of the city: Luigi Fariano’s photo album (1872) and Cuneo’s urban image transformations Luigi Fariano's photographic album was composed in 1872 and was offered to king Vittorio Emanuele II as a souvenir of the city of Cuneo. It collects views of the town that begins with images from the ramparts and continues with both buildings and urban section reviews relevant for their connection to the history of the town loyal to the Savoy family since 1382. The photographs show Cuneo’s urban and architectural image at the second half of the 19th century, in a moment of deep transformation, with the fortifications demolition completed in 1801. This collection of pictures testifies the attempt to expansion and to redefine the urban boundaries, since that time reflecting the medieval defensive apparatus. At the same time, the new 19th century city image is shown through the image of urban sector demolitions, the rebuild and general redraw of the Cuneo’s urban structure, clearly demonstrated by Fariano’s photos. Starting from the views in the Album della Città e dintorni di Cuneo, the research analyzes the formation of different poles on which 19th century interventions involved a new image of the city. Moreover, the theme of the construction of the urban image is treated through the use of iconographic sources contemporary to Fariano's album, some of which had a greater circulation in united Italy. Series such as Gustavo Strafforello's La Patria or Le Cento Città d'Italia, a supplement to the newspaper “Il Secolo”, illustrated by woodcuts impressions buildings and urban sectors, led to the diffusion of a Cuneo’s city imagery in which the city is shown to the rest of Italy in its new 19th century appearance.
Sulla storia della fotografia attorno al 1868
Venezia 1868: l’anno di Ca’ Foscari, 2018
Photography in Venice around 1868 was going through a period of great vitality. Mapping the main photographic studios, located mainly around St. Mark Square, includes indeed about a hundred operators who create images in various formats, from the large ‘imperial’ to the small ‘visiting cards’ with all the suggestions allowed by the existing techniques, from monochrome imbibitions to printing on pre-colored paper to the romantic ‘moonlight’ effect. From Antonio Perini to Carlo Ponti to Carlo Naya, these professionals trace a new path to the creation of images, inventing new tools and leaving evidence of fascinating views of the city of Venice, such as the one that portrays the R. Scuola Superiore di Commercio.
Oggetto del mio elaborato è l’analisi del progetto fotografico di Luigi Ghirri e Guido Guidi Il museo diffuso: beni culturali e didattica a Cesena. Catalogo della mostra (Cesena, 1987)1 con particolare attenzione al rapporto dialettico tra le immagini che, pur godendo di una loro identità singola, come tasselli di un mosaico si “dispongono” sulle pagine del catalogo e restituiscono la città di Cesena nella sua interezza e contemporaneità. A partire da una breve introduzione sul ritratto di città e i suoi mutamenti nel corso degli anni, nello specifico dei casi italiani, l’elaborato si addentra nel nucleo del progetto di Ghirri e Guidi. Fondamentale, per meglio inquadrare il lavoro dei due fotografi, è la figura cardine di Andrea Emiliani coordinatore del progetto su Cesena insieme a Giordano Conti e precursore, con molteplici progetti di indagine e studio del paesaggio urbano, di un nuovo utilizzo del medium fotografico attraverso cui documentare la città2 . Vengono portati ad esempio due importanti lavori eseguiti da Paolo Monti e da lui coordinati: Il centro storico di Bologna. Un censimento fotografico3 e Bologna. Storia di un’immagine4 , che si inserisce in un discorso più ampio sulla fotografia di città incentrato sull’ importanza della stessa come strumento di indagine e studio. La trattazione del lavoro degli autori si snoda, inoltre, attorno alle storie delle loro vite e ai contesti nei quali ciascuno di essi si è formato e ha operato, osando e andando a volte controcorrente, in un momento in cui il mezzo fotografico andava lentamente istituzionalizzandosi in Italia. L’ analisi del catalogo viene affrontata a partire dalla spiegazione introduttiva del concetto di museo diffuso attraverso i testi introduttivi a cura di Emiliani, Conti, Roberta Valtorta e lo stesso Ghirri. Segue la trattazione della sequenza fotografica con le immagini poste a corredo del testo al fine di rendere più esplicativo il contenuto dell’elaborato; il catalogo viene, inoltre, presentato integralmente nella tavola immagini finale.