Storie e cantari medievali (original) (raw)

Dal fiume Ἀχέρων Savuto Ăchĕrōn Ōcinarus ballata del Mondo Antico, Grecia, Magna Graecia, Roma Ballade et Chanson de Geste Le chêne des deux rois et l'idée du merveilleux Quercŭs Ălexandĕr imperator et Ălexandĕr Epiri rex Alessandro Magno Alessandro d'Epiro e l'idea del meraviglioso

Dal fiume Ἀχέρων Savuto Ăchĕrōn Ōcinarus ballata del Mondo Antico, Grecia, Magna Graecia, Roma Ballade et Chanson de Geste Le chêne des deux rois et l'idée du merveilleux Quercŭs Ălexandĕr imperator et Ălexandĕr Epiri rex Alessandro Magno Alessandro d'Epiro e l'idea del meraviglioso , 2022

Alexandra d’Epiro Dusmet de Beaulieu Dal fiume Ἀχέρων Savuto Ăchĕrōn Ōcinarus ballata del Mondo Antico, Grecia, Magna Graecia, Roma Ballade et Chanson de Geste Le chêne des deux rois et l'idée du merveilleux Quercŭs Ălexandĕr imperator et Ălexandĕr Epiri rex Alessandro Magno Alessandro d'Epiro e l'idea del meraviglioso Albero Monumentale N 24 Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ora Ministero dell' Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste decreto direttoriale n. 330598 del 26/07/2022 di aggiornamento dell’Elenco degli Alberi monumentali d’Italia valore storico, culturale, religioso GU Serie Generale n.182 del 05-08-2022 Ministero della Cultura Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore Servizio II - Diritto d'Autore prot. n. 0000727-A del 19-01-2023 dep. 19-12/2022, art. 31 del R.D. 1369/1942. Canto e Danza del Mondo Antico, volume II ricostruzione metrica storica canto e spartito per pianoforte. Culture: Grecia- Magna Grecia-Roma. Lingue italiano, latino, greco antico, inglese, francese. Ὰλέξανδρος Aléxandros

Cavalieri e diavoli: musiche dal Medioevo nel principato vescovile di Trento

I cavalieri dell'imperatore: tornei, battaglie e castelli

L'orecchio medioevale non concedeva tempo alla riflessione: lasciandosi semplicemente penetrare dal suono di una tromba o di una campana, l'uomo si segnava con la croce, s'inchinava, si chiudeva in casa, impugnava una spada o entrava in chiesa. Immersa in un mondo religioso sovrabbondante di immagini e simboli, la società aveva da tempo piegato alla comunicazio-ne pubblica i suoni, "in grado di raggiungere ogni cittadino in qualunque luogo si trovasse, anche nel più lontano e riposto, ciascuno simultaneamente agli altri, con un'efficacia aggregan-te che permeava […] ogni angolo della città" 1. Più o meno integrato "in un linguaggio anche musicale" 2 , comunque secondario, l'elemento sonoro ordinava la vita isti-tuzionale, pubblica, religiosa, economica e privata: campane, trombe, pifferi, tamburi erano normalmente al servizio delle appena costituite autorità civiche, come pure di quelle più antiche militari e religiose. Soprattutto le laiche trombe era-no strumenti consueti e tangibili del potere amministrativo, nonché della società medioevale. Con esse venivano divulgate leggi e avvisi, si salutavano i nuovi consoli o gli ospiti illustri, si indicava l'inizio di un torneo, di un gioco in piazza, il mo-vimento dei soldati in battaglia, ecc. Per questo erano stru-menti nobili, estranei alle culture popolari e gli strumentisti potevano vantare congrui compensi e un ruolo socialmente riconosciuto. Non per capriccio, quando nel 1162 Milano si arrendeva al Barbarossa, l'imperatore, in segno di capitolazio-ne, si faceva consegnare, assieme al vessillo maggiore, "duas tubas in signum tocius reipublice Mediolani" 3. Al pari delle città comunali dell'Italia centro-settentrionale, pure Trento, Rovereto e Riva assumono uno o due trombet-tieri per il pubblico servizio. Pur se le fonti documentarie locali sono piuttosto tarde, possiamo confermare l'esistenza di pratiche antiche, coincidenti, anche temporalmente, con le norme adottate, ad esempio, a Verona negli statuti emanati nel 1327: "Item statuimus quod quatuor trumbatores debeant elligi pro comuni Verone, qui debeant servire comuni Verone de dicto servicio trumbarie et continue venire ad palacium co-ram domino vicario et potestate et facere preconia secundum quod eis inpositum fuerit et per loca civitatis et burgorum consueta. Et debeant habere singulum bonum equum super quibus debeant equitare cum suis trombis quociens opus fue-rit […]" 4. Uno strumento lucente (a volte d'argento) dotato di stendardo, un vestito elegante, un cavallo vigoroso: questi gli elementi correlati a un mestiere sempre inserito in una ritualità intensa, sfarzosa o drammatica che fosse. Gli atti e i carteggi dei rettori di Rovereto confermano, per l'anno 1503, le mansioni del "tubicina" Grumerio, ovvero la diffusione sulle piazze o "nei luoghi soliti" di Rovereto e Volano dei proclami consegnatigli dal podestà 5. A Riva un primo trombettiere è documentato per il 1511, quando il 10 maggio, Lazzaro detto "trombetta", è chiamato quale testimone di un atto pubbli-co 6. A Trento, invece, i suonatori del comune si sommano ai musici in servizio presso il principe vescovo in Castello. Per i suonatori alle dipendenze del comune con funzioni di rap-presentanza, ludiche e di avvertimento o richiamo, i registri dell'archivio consolare restituiscono pagamenti regolari a due persone solo a partire dal Seicento. Prima figurano versamenti saltuari, con indicazioni strumentali anche diverse come quella per il 23 gennaio 1531: "per dinari dati a doÿ tamburinarj et a un che sonava un sugolot […] L. 7" 7. Più o meno nello stesso periodo, l'insediamento della magistratura consolare seguiva un rituale che prevedeva il "suono della campana (renga) della torre grande del Comune" e la presenza di "due trombetti" 8. BATTAGLIE E TORNEI La funzione dei musici in castello era sicuramente più varia e interessante. Il 25 aprile 1427, nell'investitura di alcune proprietà collocate alle Laste (a est del Castello del Buoncon-Ringrazio per la generosa lettura del testo Luciana Giacomelli ed Emanuele Curzel.

Letteratura arturiana: i cantari

An English abridged version of this paper was published as “Arthurian Material in Italian Cantari” in The Arthur of the Italians, edited by Regina Psaki and Gloria Allaire. Cardiff, University of Wales Press, 2014, pp. 105-120.