"'Lustro, finezza e politezza': Taddeo Carlone e i marmi della cappella Senarega nella Cattedrale di San Lorenzo", Archivio di Stato di Genova, Genoa, 8 March 2017 (original) (raw)
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L’eco del Classico. La Valle dei templi allo Studio Museo Francesco Messina di Milano, Siracusa, 2018, 2018
The paper aims both to explore the history of the Archaeological Collection belonged to the renowned artist, Francesco Messina and to highlight an unusual personality of twentieth century collector. Actually, we do face nor the common businessman-collector, neither the antiquarian-collector: rather we face a more uncommon artist-collector. Almost forgotten after the sculptor’s death, the “Francesco Messina” Archaeological Collection is made of nearly seventy Classical items, besides dozens of Mesoamerican, Egyptian and Chinese artefacts. Among the Classical objects, some are particularly worth mentioning: a sizeable number of Greek clay statuettes, representing horses and female fgurines (these latter are all images very dear to the artist), some Greek and South Greek red-fgure vases, fnally an outstanding group of inscribed clay urns from Chiusi, probably all coming from the same tomb. Additionally, there are few Roman marble portraits. The Messina Collection, which was so to speak ‘brought to light’ between 2012 and 2013 in the storerooms of the Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia (Milano), is now the focus of a challenging research and evaluating project, carried out by the Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Main purposes of the project are the scientifc edition of the artefacts (with some results already achieved) and the study of the archive documents (travel diaries, postecards, letters etc.), preserved at the Fondazione “Francesco Messina” (Milan, Via Cesariano).
2019
La presente scheda di catalogo riassume e riporta le novità già rese note dallo scrivente sulla pala di Brera di Carlo Bononi, un tempo a Fabriano e rimpatriata per la prima volta in occasione della mostra "La luce e i silenzi. Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento", allestita nella Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e alla Cattedrale di San Venanzio. Le pagine della bozza definitiva qui caricata hanno subito un leggero slittamento nel catalogo della mostra per via delle ultime modifiche e aggiustamenti del volume prima della stampa. Il testo e la veste editoriale tuttavia sono gli stessi della scheda pubblicata.
Sacramente. Ragionamenti, esperienze attorno all’arte e il sacro, a cura di L. Finicelli, C. Guerzi, L. Rea, Frosinone 2023, 2023
Peer review I contributi sono valutati ai fini della pubblicazione, con procedura di peer review, da un componente del Comitato scientifico e da un revisore esterno, nella forma del doppio anonimato. Si rimane a disposizione per gli aventi diritto per le fonti iconografiche non identificate e ci si scusa per eventuali involontarie omissioni e inaccuratezze Editore ABAFR Prima edizione Dicembre 2023 Stampa Editrice Frusinate Srl ISBN 979-12-80337-26-9 Loredana Rea Direttore Accademia di Belle Arti Frosinone Sommario pag. Chiara Guerzi, «Sacramente»: le ragioni del seminario e della pubblicazione pag. Piotr Pavel Jura, Architettura per la liturgia. Spazio ed arredo nelle chiese d'occidente. Appunti di un liturgista pag. Chiara Guerzi, « E pure è difficile avere a fare di que' pezzi di vetri una unione… ». Attorno alla Navicella di Giotto e ai suoi frammenti pag. Giuseppe Abbate, Alcune considerazioni su tre iconografie della morte tra XIV e XV secolo: Il Trionfo della morte, L'Incontro dei tre vivi e dei tre morti, La Danza macabra pag. Antonio E. M. Giordano, Consuelo Lollobrigida, «Clavo Sisaram percussit» e «Vox clamantis in deserto»: due proposte inedite per i cataloghi di Lavinia Fontana e di Giacomo Farelli pag. Natalia Rea, Architetture sacre nella Roma del Settecento: tra accademismo e trasgressione borrominesca pag. Maria Stella Bottai, Questioni religiose nell'estetica preraffaellita. Sir Edward Burne-Jones e il cardinale Newman pag. Loredana Finicelli, Il senso del Sacro nell'arte di primo Novecento. Dalle dottrine esoteriche a una nuova stagione per l'arte cristiana. Uno sguardo d'insieme e qualche nota storica pag. Maurizio Cesarini, Aspetti del sacro nell'opera di Marcel Duchamp pag. Loredana Rea, Il farsi drammatico della storia. L'arte sacra in Italia negli anni '40. Appunti per una ricostruzione storica pag. Manuel Carrera, Nuovi documenti sulle Crocifissioni di Fausto Pirandello pag. Andrei Bliznukov, Il sacro nell'architettura della Metropolitana di Mosca pag. Gabriele Simongini, Per exempla: cenni sull'arte sacra in Italia dagli anni settanta ad oggi pag. Maria Grazia Gargiulo, Cuore Sacro: tra objects e moda contemporanea. Aggiunte alla storia devozionale pag. Bruno Di Marino, Tra rito e passione. Sacralità e spiritualità nel cinema e nella videoarte pag.
A Mimmo Jodice, per il suo ottantesimo compleanno "…The photographer dare not allow himself to use the sculpture for spectacular effects of his own invention. He dare not play tricks with light. He is not creating something of his own. His function is to bring out, in the most sympathetic way, the character of the forms as the sculptor left them, complete and valid in their own right…" [Clarence Kennedy, 1937]. Questo pomeriggio di maggio accoglie l'ultima chiacchierata sulla Cappella del Tesoro. Ormai non mi stupisco più che gli studenti superino largamente quanti altri avrebbero potuto venire (piccoli e grandi docenti compresi). Da mesi abbiamo posto l'assedio al monumento e beato chi ha partecipato alle operazioni sia pure da spettatore. Un architetto in senso stretto ci ha fatto idealmente arrampicare sulla cupola. Uno storico in senso largo ha sceverato alcune ricadute antropologiche di questo ambiente nella cultura napoletana. Altri hanno passato in rassegna bronzi, rami, argenti e tessuti. S'è registrata una digressione verso nuove sperimentazioni nel monitoraggio dei manufatti. Una giovane studiosa di cose moderne ci ha raccontato di come rifulgesse l'ambiente in pieno Ottocento negli acquerelli di un Gigante, colto nella veste di storico d'arte. Con me facciamo otto e, come si dice volgarmente, non ci siamo fatti mancare nulla. Rispetto alla prima tornata (2012), ideata come ouverture ai temi principali sulla Cappella del Tesoro, dall'arte alla fortuna critica del monumento, in questo secondo ciclo di relazioni ho deciso di raddoppiare gli interventi, invitando studiosi di età e retroterra diversi a ragionare di tecniche e materiali, salvo due casi, incluso il mio di taglio più generalista concernente non le opere, ma propriamente le loro riproduzioni moderne. Per un discorso sulla Cappella fotografata, invece, come set di raccoglimento e miracoli sarà per un'altra occasione. Nessun dubbio che, in quel caso, si dovrà ripartire dalle inquadrature del vano affollato di popolo impetrante che Mimmo Jodice scelse per il volume Chi è devoto (1974), un viaggio con Roberto De Simone che, a quattro decenni dalla pubblicazione, si tramanda come un atto di cultura civile. Una di quelle rare occasioni in cui andarono congiunte intelligenza e avventura, indagine sociale, sensibilità figurativa, ricerca rispettosa sul campo e consapevolezza delle proprie radici 1 . Qualcosa di simile, in altro contesto, al Vangelo secondo Matteo di Pasolini (1964) o alla Buona Novella di Fabrizio De André (1970).