RASSEGNE E LETTURE (original) (raw)
Dopo un periodo di appannamento, quando altri momenti e tematiche della sto-ria italiana contemporanea (la Grande guerra, il fascismo, la Resistenza) hanno catalizza-to l'attenzione storiografica e mediatica, il Risorgimento è tornato al centro di una vivace attenzione. Vi hanno contribuito, non c'è dubbio, le domande che hanno accompagnato la lunga fase di transizione della società italiana negli anni di crisi della cosiddetta «prima Repubblica». Come ha ben testimoniato l'anniversario del 2011, il dibattito ha trasceso il confronto tra gli addetti ai lavori, alimentando un'intensa controversia negli spazi del «di-scorso pubblico» nazionale. Limitando lo sguardo al campo degli studi, va riconosciuto tut-tavia che l'attivismo storiografico non è stato un derivato scontato della congiuntura politica o della scadenza celebrativa. Da oltre un ventennio, sull'onda di un dialogo proficuo con la storiografia internazionale, gli studi sul Risorgimento e sull'800 italiano hanno registrato un rinnovamento significativo, un cui primo bilancio si può trovare nel volume collettivo Rileggere l'Ottocento. Risorgimento e nazione, a cura di Maria Luisa Betri (Carocci, 2010). L'Atlante culturale del Risorgimento si presenta a sua volta come una sintesi efficace di alcune linee di tendenza storiografica, di approcci tematici e di opzioni interpretative che hanno segnato la più recente stagione di studi. I ventotto saggi che compongono il libro sono dedicati alle «parole che hanno costituito l'ossatura del vocabolario politico risorgi-mentale»: l'obiettivo è quello di analizzare i modi in cui il Risorgimento «si è costruito e si è rappresentato a livello concettuale» (p. V) tra la fine del XVIII secolo e la proclamazione dell'unità. Il volume respira dunque il clima della svolta «culturalista» delle ricerche sul Risorgimento. Come tale, si affianca ai lavori più citati di questo filone di studi, da quelli di Alberto Mario Banti (La nazione del Risorgimento, Einaudi, 2006) all'Annale Einaudi (2007), curato da Paul Ginsborg e dallo stesso Banti: opere importanti e controverse, alle quali va riconosciuto il merito di aver rilanciato l'interesse e il dibattito sul tema. Sarebbe però improprio schiacciare l'Atlante culturale sull'accesa polemica storiografica (e non