GIOVANNA BONASEGALE Profili di superfici, in ARTE CONTEMPORANEA. LAVORI IN CORSO 1, ROMA , GALLERIA COMUNALE D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, 30 settembre - 30 novembre 1997 (original) (raw)

ARTE CONTEMPORANEA. LAVORI IN CORSO 1, ROMA , GALLERIA COMUNALE D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA, 1997

La storia della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma risale al 1883, quando per la prima volta se ne auspicò l'istituzione; nella città, appena proclamata capitale del Regno, nel 1881 era già stata istituita la Regia Galleria d'Arte Moderna. La compresenza dei due Istituti, ma soprattutto la non chiarezza delle reciproche finalità, suscitò qualche problema, in particolare per gli amministratori capitolini, via via che le raccolte della Galleria Comunale venivano incrementate. Il decreto del 7 marzo 1912 precisò e definì gli ambiti di competenza della Regia Galleria, le cui collezioni furono destinate a rappresentare un arco cronologico che si estendeva dal XIX secolo fino alle opere degli artisti viventi. Nei dibattiti che accompagnarono la costituzione della Galleria Comunale si tentò allora di individuare, quale linea di demarcazione tra i due Musei, quella che sottolineasse per le raccolte comunali d'arte moderna e contemporanea innanzi tutto l'appartenenza al territorio cittadino. Soltanto dagli anni Venti -durante il Governatorato-si cominciò a delineare un'identità per la Galleria della città di Roma. Furono superati alcuni criteri assistenziali, che avevano informato in parte le scelte precedenti, per orientarsi verso l'acquisizione di un patrimonio che poteva testimoniare della rinnovata modernità dell'arte italiana. Entrarono così a far parte delle collezioni le opere dei più importanti artisti italiani attivi tra le due guerre, acquistate presso le Biennali romane, le Intersindacali fasciste, le Quadriennali. La Galleria, allora intitolata a Mussolini, assunse un prestigio culturale che dovette essere giudicato perfino improprio se nel 1938 lo stesso Bottai, che ne aveva determinato in parte gli indirizzi, decise di sopprimerla temporaneamente per depositare tutto il patrimonio alla Galleria Nazionale. Le tormentate vicende della restituzione delle opere, incominciate nell'immediato dopoguerra, si sono protratte fino alla riapertura nella sede del Convento di San Giuseppe a Capo le Case nel 1995.