Women Representing Women in Theatre - Le (original) (raw)

They Must Represent. Documentaristica femminile nell'Algeria indipendente | Scheda tesi

Altre Modernità, 2018

Nel mio elaborato propongo l'analisi di otto lungometraggi documentari realizzati da registe algerine durante l'arco temporale che si estende dall'indipendenza dalla Francia nel 1962 fino alla contemporaneità. La finalità dell'indagine è mettere in luce come questi prodotti siano significativi sia in termini di tecnica di realizzazione che di contenuto: ho ritenuto interessante fornire uno scorcio su come le donne si inseriscano nel dibattito condotto sul loro corpo da parte dei discorsi coloniale, patriarcale e maschilista; su come questi vengano ripresi e sovvertiti nel loro processo di significazione, così da proporre nuove letture del corpo e dei suoi eventuali valori simbolici.

• Forme teatrali al femminile: la Celinda di Valeria Miani, in Debating the Querelle des femmes. Literature, Theatre and Education, ed. by Mercedes Garriaga Florez, Diana del Mastro, Milagro Martin Clavijo, Eva Maria Morena Lago, Volumina, Szczecin 2018, pp. 297-310

Debating the Querelle des femmes, 2018

Lo sguardo femminile nel Lesbian Period Drama contemporaneo

Giorgia Solmonte, 2020

Il punto di vista è una caratteristica inscindibile ed insita del linguaggio filmico. Ogni rappresentazione cinematografica è filtrata da uno sguardo multiforme che è spesso testimonianza di una coscienza collettiva e complesse dinamiche politiche e sociali. Citando il critico d’arte britannico John Berger in Ways of Seeing (2015): “guardare è un atto di scelta” ed in quanto tale è un sistema codificato di segni tutt’altro che innocente, il quale spesso sottace dinamiche di potere di tipo patriarcale. La teoria secondo la quale molti film del cinema narrativo classico sono rivolti ad un pubblico eterosessuale maschile è stata elaborata e diffusa per la prima volta da Laura Mulvey nel saggio Visual Pleasure and Narrative Cinema. Secondo quest’ultima, gli uomini esercitano l’agency del guardare e rappresentano la parte attiva dell’intero processo in quanto detentori dello sguardo, diversamente dalle donne, le quali sono relegate passivamente alla loro “to-be-looked-at-ness” e rese nient’altro che oggetto funzionale allo sviluppo del personaggio maschile all’interno della narrazione. In questo elaborato voglio quindi sostenere come il fenomeno sopracitato, che definirò come “sguardo oggettivizzante”, appartenga ad una narrativa per lo più maschile per ragioni politiche, sociali, culturali e storiche senza però essere del tutto esule dall’universo femminile. A tal proposito, verrà approfondito il fatto che il discorso sulla narrazione dello sguardo sia sempre orientato verso un polo binario “uomo-donna”. Affermando ciò, proseguirò quindi con una disamina della rappresentazione dello sguardo queer che film come La Favorita (The Favourite, Yorgos Lanthimos, 2018) e Ritratto della giovane in fiamme (Portrait de la jeune fille en feu, Céline Sciamma, 2019) mettono in luce, soffermandomi soprattutto sul genere del period drama. Indagherò quindi sul perché l’accostamento tra period drama e la queerness nelle uscite in sala degli ultimi anni si è rivelato sempre più frequente, sostenendo quindi la possibilità dell’esistenza di uno sguardo orizzontale, inclusivo, anti-patriarcale e femminista anche nel cinema mainstream.

CS 1/2012 - Il teatro al femminile: declinazioni e intersezioni di due differenze

2012

Un indirizzo di ricerca già consolidato in Europa e negli Stati Uniti, ma acquisito più recentemente in Italia, prende in considerazione i diversi contributi che le teorie della costruzione culturale del maschile e del femminile possono offrire alle arti della scena. Questo filone d’indagine muove dalla constatazione che se «la storia delle donne ha spinto a recuperare soggetti e campi dello spettacolo che il canone storiografico ha solitamente marginalizzato, l’interesse per le teorie del gender ha portato a rivisitazioni di carattere metodologico ed ermeneutico» nelle discipline teatrologiche. In particolare, a partire dalle teorie del genere come rappresentazione e da quelle circa la natura performativa della femminilità e della mascolinità di Judith Butler, si esplorano in varie direzioni i possibili legami fra teatro e gender. Il presente fascicolo si inserisce in tale contesto di studi mettendo a fuoco il concetto di differenza che, come un sottile fil rouge, attraversa tanto il mondo del teatro quanto quello del femminile. Entrambi contraddistinti da una costituzionale alterità nei confronti di ogni categorizzazione univoca e settoriale, essi si pongono ai margini dei ‘generi’ predominanti: la tradizione letteraria in senso stretto, da una parte, e il sesso maschile, dall’altra.

Introduzione: Le donne e il teatro in Italia

ITINERA N. 18 (2019), 2019

Questo numero nasce da una selezione dei lavori presentati al convegno Women Representing Women in Theatre –Le donne rappresentano le donne a teatro che ho organizzato all’Università degli Studi di Milano nei giorni 20-21 maggio 2019. Ma ancor prima, nasce dall’esigenza che aveva ispirato il convegno stesso: guardare al rapporto tra l’autorappresentazione del genere femminile e il mezzo teatrale in Italia e far luce su alcuni aspetti estetici e ideologici della drammaturgia femminile moderna e contemporanea. Questo è il fil rouge che unisce gli interventi critici qui raccolti che, senza pretese di esaustività, offrono un quadro quanto mai variegato delle diverse esigenze che hanno sotteso e sottendono tutt’oggi la scrittura delle donne per il teatro e la rappresentazione del sé.

Rappresentazione e spazi della cittadinanza femminile

Segni e comprensione, 2004

Una cittadinanza d'altro genere è il titolo dell'ultimo lavoro di Marisa Forcina (Angeli, Milano 2003, pp. 220). Il sottotitolo, Discorso su un'idea politica e la sua storia, introduce alla forma attraverso la quale, nel testo, viene attraversato il concetto di cittadinanza riferito al genere femminile a partire da quanto/come, tale concetto, abbia/non abbia abitato le teorie politiche e le storie che ha contribuito a tessere all'interno del percorso della politica moderna. Fondamentale la chiarificazione da cui il discorso prende corpo: non una disamina di "errori" attraverso cui dimostrare il senso di esclusioni e subalternità del genere femminile dall'universo dei saperi filosofici quanto, piuttosto, una serrata riflessione sulle connessioni che intimamente legano le concettualizzazioni filosofiche delle idee e delle rappresentazioni del femminile alla storia delle teorie politiche. La ricerca-dunque-verte su quelle idee, pratiche, meccanismi, visioni che fondano (non sempre nominati) i contenuti dell'organizzazione politica così come l'abbiamo conosciuta nella cultura occidentale. Il disordine femminile temuto da Aristotele, il silenzio nella comunità voluto da Paolo, per le donne, la necessità di tenere lontane le donne (in epoca moderna) dai luoghi della politica, narrano una modalità attuata dal pensiero e dai corpi maschili di costruire, intendere, volere lo spazio della politica inteso come spazio di controllo del cambiamento e luogo di formazione della propria autorità (autorità maschile). L'elaborazione del concetto di cittadinanza, così come è giunto a noi, svela molto delle dinamiche sottese ai modi attraverso cui si sono andati costruendo i contenuti della mascolinità nei diversi contesti storico-sociali dell'occidente europeo mentre, un filo rosso, attraversa la continuità delle misure che hanno contribuito alla definizione storica del percorso teorizzato ed agito intorno alla parola libertà. La libertà è, nella sua essenza, agita all'interno dello spazio della politica, essa è lontana ed è altro dall'affanno riconosciuto alla vita quotidiana: affrancarsi dai luoghi della quotidianità è il passaggio fondamentale che ha sostanziato il senso e la teorizzazione del poter accedere allo spazio, ai luoghi della politica. Quotidianità ed ozio hanno rappresentato ciò che allontana dalla possibilità di essere nella propria libertà, quotidianità ed ozio hanno indicato ciò che è altrove rispetto ai luoghi del potere, della politica. L'aver lavorato esclusivamente a fissare i contorni dell'identità maschile/femminile ha cancellato, per secoli, il valore di ciò che diviene, il valore di un simbolico non inscrivibile nelle tensioni alle continue nascite di sé a sé, di sé al mondo, di sé all'altro/a che 122

Loading...

Loading Preview

Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.

Il corpo comico. Figure femminili nella drammaturgia rinascimentale

L’Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Roma, 9-12 settembre 2015), a cura di B. Alfonzetti, T. Cancro, V. Di Iasio, E. Pietrobon, Roma, Adi editore, 2017 Isbn: 978-884675137-9, 2015

Teatro e rappresentazioni goliardiche

In: Almum Studium Papiense. Storia dell’Università di Pavia, vol. I, Dalle origini all’età spagnola, tomo I, Origini e fondazione dello Studium generale, a cura di D. Mantovani, Milano, Cisalpino, 2012, pp. 661-676.

Figure femminili nelle iscrizioni di Atina

Le epigrafi della Valle di Comino. Atti del quattordicesimo convegno epigrafico cominese, a cura di H. Solin, Atina, Palazzo Ducale 2 giugno 2018, San Donato Val di Comino, Associazione ‘Genesi’,, 2019