Humanitas. Le scienze umane nel mondo contemporaneo (original) (raw)
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Humanitas La scelta etica a fondamento dell'umano copia in stampa
Passaggio al Bosco Editore, 2023
I paladini del “politicamente corretto”, da anni, ci esortano a “restare umani”. Dinanzi alle storture di un pensiero unico ipocrita e artefatto, però, è lecito chiedersi: di quale umanità stanno parlando? Come si resta e come si diventa “umani”? Questo volume propone una libera riflessione sul senso della “umanità” e sulle sue necessarie relazioni con l’etica, laddove quest’ultima sottopone il singolo al raffronto con l’esperienza del proprio stesso vivere. È questa – senza dubbio – la parabola jüngheriana del Waldgänger: l’uomo in rivolta, che incarna il proprio codice d’onore e che non doma la propria esigenza di giustizia, rifiutando la tirannia del presente e schierandosi in direzione ostinata e contraria. Questa soggettività etica – aliena all’individualismo liberale e all’atomizzazione marxista – è la cifra di un’identità radicata che manifesta una libertà di ordine superiore: praticare le virtù, oltre il vuoto teorico degli artifici retorici e il basso orizzonte del mercato. Perché rispetto al “mondo degli uguali”, metro e misura di una società di automi, “passare al bosco” è un dovere etico.
Humanitas e cura delle esigenze umane nel Codice Teodosiano
Ius Romanum 2018 (II), pp. 349-357, 2018
In 1960, Richard M. Honig, professor at the University of Göttingen, wrote an interesting book (Humanitas und Rhetorik in Spätrömischen Kaisergesetzen) where he illustrated the different contents of the concept of humanitas in late Roman imperial legislation. Among these contents, the author identifiedin some leges between 340 and 409 AD, included in the Theodosian Code, and in some novellae following this codeassistance, help for people for some reason in a situation of difficulty (Humanitas als Fürsorge). This paper retreads on the path walked by Honig, a path that was already followed by the commentary of Gothofredus, to highlight that a moral-psychological value of the term, which is perhaps more familiar to the modern interpreter, cannot always be found in this field. Humanitas sometimes seems to recall satisfaction of the vital needs of man, especially food, as it can be seen in CTh. 9.3.7 in relation to the prisoner. Therefore, it is possible to see other meanings that approach humanitas to aequitas, pietas, and iustitia.
2014
This essay intends to critically reflect on the pedagogical implications of the recently established subject “Scienze Umane” (Human Sciences) in the Italian secondary school curriculum. The research deals with this issue through analysis at different didactic levels. At the macrolevel, it investigates the articulation of the training and education system, whilst at the meso level the curriculum structuring is deeply examined. Finally, the micro level involves analysis of the teaching-learning connection and mediation. The study highlights the unique, heterogeneous, and atypical features of the subject and Liceo delle Scienze Umane, and ends with the suggestion that the didactic should be reconsidered in an integrated form for and with ‘digital natives’.
Humanitas et universitas: il binomio finale dei Fondamenti hjelmsleviani
2015
The actual analysis presents an interpretative description of conceptual pair, Hjelmslev poses at the end of his most important work in glossematics. Syntagm's coordination would mean rather a real identification with the theoretical consequence that the one presupposes and involves necessarily the other one. Somehow the humanity should not be without language's universality, even if in a purely epistemic and gnoseological sense. All what is suitable to be known or thought or imaged, must to be accompanied by language, the 'secret' of every anthropological element and horizon. Studying adequately the language hence represents the unique or preeminent modality of scientific knowing in general, at condition the language itself becomes systematic and structural object of an immanent semiology, and does not remain a mere instrument of several transcendent approaches as a collateral and external "disiecta membra". Reaching this semiological goal, namely knowing ...
L'articolo prende le mosse dall'uso linguistico dell'espressione "scienze umane", rilevandone l'ambiguità. Indi considera i precedenti storici di divisione delle scienze; discute l'ambito, cioè l'oggetto, delle scienze umane e la lista delle discipline che possono essere comprese sotto tale denominazione (psicologia, sociologia, antropologia culturale, linguistica, demografia, economia, scienze giuridiche, scienze politiche, scienze pedagogiche), escludendo da esse la filosofia; riporta i dibattiti sul metodo delle scienze umane e si interroga sul loro scopo, evocando a tale proposito il concetto aristotelico di filosofia pratica.
Maria G. Lo Duca Glottodidattica, educazione linguistica, linguistica educativa… ed altro Paolo Bertinetti Chi crede nell'utilità degli studi letterari? Gian Mario Anselmi e Francesca Tomasi Informatica e letteratura Francesco Benigno Cos'è la storia oggi? Riflessioni sul mutamento di una disciplina Fabio Ciaramelli Accesso alla verità o interrogazione sul significato? Una riflessione filosofico-politica sul ruolo della filosofia Franco Farinelli Sulla genealogia del sapere geografico (e per l'agenda geografica post-moderna) Alessandro Lutri intervista Pietro Clemente Di certe idee sugli studi antropologici in Italia Marco Mazzone conversa con Vittorio Gallese e Pietro Perconti Scienza cognitiva e saperi umanistici: il caso dei neuroni specchio Saperi umanistici e lavori Antonio Pioletti intervista Roberto Antonelli Saperi umanistici, crisi e insegnamento Tomaso Montanari Il disastro dei Beni culturali Mario Andreose L'editoria fra tradizione e innovazione Antonio Pioletti intervista Francesco Merlo A proposito di informazione Salvo Scibilia intervista Aldo Biasi La comunicazione, il commercio e l'arte Sommario R u b b e t t i n o
Humanitas: modelli antichi per l’educazione del cittadino cosmopolita
2015
Un rinnovato e rigoroso approccio umanistico, sottratto a derive elitarie o a sterili nostalgie, può insegnarci a riconoscere l’alterità nel cuore della nostra stessa cultura e, soprattutto, la vitalità della storia, intesa come memoria collettiva e passato dotato di senso. In definitiva può configurarsi come insostituibile strumento di educazione al dialogo, addestramento all’argomentazione criticamente motivata, cura della parola, della bellezza e della creatività, ovvero quelle capacità che sembrano indispensabili alla formazione di un cittadino cosmopolita aperto alla relazione con gli altri ma, allo stesso tempo, pienamente consapevole dell’eredità che gli è stata affidata.
L’umana scienza di Primo Levi: vizio di forma o smagliatura di sostanza?
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto, Che lascia dietro di sé mari e tempeste, I cui sogni sono morti o mai nati, E siede a bere all'osteria di Brema, Presso al camino, ed ha buona pace. Felice l'uomo come una fiamma spenta, Felice l'uomo come sabbia d'estuario, Che ha deposto il carico e si è tersa la fronte, E riposa al margine del cammino. Non teme né spera né aspetta, Ma guarda fisso il sole che tramonta.