Il grande calice cosiddetto di Gian Galeazzo Visconti. Note storico-archivistiche in margine alla committenza del sontuoso arredo visconteo (original) (raw)
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Rinvenuto nel 1971 nello scavo di una tomba nel presbiterio della Chiesa di S. Moderanno, il calice vitreo di Berceto ha ri-cevuto datazioni molto varie ed è stato addirittura considerato un manufatto enigmatico, di origine misteriosa e ammantato di un'aura sacrale. Ora, pur con le difficoltà derivanti dalla ri-considerazione di un contesto di scavo risalente a diversi decenni orsono e senza entrare nel merito dell'attribuzione della se-poltura che lo conteneva, un'analisi tipologica e tecnica del re-perto, raro in quanto integro, ci permette di puntualizzarne la cronologia e inserirlo nelle produzioni a noi note. Lo scavo che portò alla luce la sepoltura fu fatto eseguire da don Giuseppe Bertozzi, durante lavori di sistemazione della Chiesa per lo spostamento dell'altare versus populum e le mo-dalità di rinvenimento sono state più volte citate soprattutto nella pubblicistica locale 1. La tomba si trovava proprio al centro del presbiterio e la lastra di copertura fu individuata allo stesso livello della pavimentazione precedente l'innalzamento effet-tuato nel 1859 (70 cm sotto l'attuale pavimento) 2 (figg. 1-2). La struttura, condizionata dalla presenza di un substrato roc-cioso con andamento degradante da est a ovest, aveva le pareti laterali e la testata ovest costituite da muretti in pietra legati da "pochissima calce, quasi a secco" 3 , il lato a est dove erano 239 Marina Uboldi Il calice vitreo del Duomo di Berceto: una puntualizzazione 1 I dati sugli scavi sono forniti da BERTOZZI 1989, p. 276; GRISENTI-BERTOZZI 2005, pp. 98-102; e da appunti inediti raccolti da G. Bertozzi nel 2010 in un fascicolo, che ci ha gentilmente sottoposto in lettura, dal titolo Archeologia nel Duomo di Berceto. 2 In base ai dati dei suoi scavi don Bertozzi individua tre fasi edificatorie, una prima chiesa monastica di epoca altomedievale, la fase romanica e il rifacimento rinascimentale
Ricollegandosi alle giornate organizzate l'anno scorso a Lucca sul tema della decorazione scultorea 'in esterno', il convegno, al quale partecipano docenti e dottorandi oltre a una folta rappresentanza di colleghi di altri prestigiosi Atenei, anche stranieri, affronta le forme della decorazione pittorica all'interno degli edifici sacri in età gotica, con una speciale attenzione per gli spazi che la accolgono e per le funzioni che vi si svolgevano. Per quanto riguarda la decorazione pittorica in ambito sacro, gli studi recenti hanno ben indagato la parcellizzazione degli spazi liturgici presente negli edifici di età medievale. La presenza di elementi di divisione che, come il tramezzo, impedivano una fruizione unitaria dell'edificio e del suo completamento pittorico, fa emergere quello che Bruno Toscano ha di recente chiamato il valore 'ambientale', come preparazione alla Parola, delle decorazioni degli edifici in età medievale, che si trattasse di affreschi o di vetrate istoriate, la cui decifrazione dal basso era parimenti difficoltosa. Se, al momento di intraprendere una decorazione pittorica, le esigenze della narrazione venivano attentamente studiate, prestando attenzione alle rispondenze interne (ad esempio tra Vecchio e Nuovo Testamento) che facevano parte del modo di pensare del tempo, ciò che doveva colpire l'uomo medievale-non certo calato, come siamo noi, in una civiltà delle immagini (al tempo le uniche immagini visibili a tutti si trovavano appunto nelle chiese)-era forse l'icasticità di singole figure, la capricciosità di certi dettagli, il lusso dei colori e, più in generale, il carattere sacrale che proveniva all'edificio dal suo essere interamente affrescato. Di qui il titolo del convegno, che non si occupa poi soltanto, attraverso gli esempi presentati, di decorazione sacra, ma lascia spazio anche al tema della decorazione profana, in cui assai diverse sono le esigenze che la pittura è chiamata a soddisfare.
2023
Tutti i diritti riservati. È proibita la riproduzione o duplicazione, anche parziale, con ogni mezzo, dei contenuti di questo volume. Tutti i diritti riservati. È proibita la riproduzione o duplicazione, anche parziale, con ogni mezzo, dei contenuti di questo volume.
Istituzione storiche dell’Unità. Gli organismi territoriali di Valtellina e Valchiavenna e la provincia di Sondrio, , 2014
Un nuovo assetto archivistico Il 6 ottobre 1807 il viceré del Regno d'Italia Eugenio de Beauharnais istituì a Sondrio un Archivio notarile, secondo quanto previsto dal Regolamento clel notariato del 17 giugno 1806r' Venne stabilito che r tabularia dei notai locali fossero riuniti in un,unica sede di conservazione, istituita presso ciascun capoluogo di Dipartimento: così avvenne anche a sondrio, capoluogo del Di-xQuesta nota ripropone alcuni contenuti già editi nel mio saggio "Per Ia brcunata tntione elelle carte spettúnti all'Archivio genetaler. Nascita e printi passi dell'Archivio Noîarile di sondrio (1807-1814), in "Rassegna degli Archivi di stato"' nuova seLie -IIV3(set.-dic.2007),pp.531-564(consultabileancheonlineall'url:http://www' archivi.beniculturali.itldga/uploads/documents/Rassegna./RAS-2007-3.pdf#page=37)' In particolare, viene ripi-eso e scorciato secondo una nuova prospettiva di lettura il paragrafo<NottesisÍeaalcuttaru:ltiviotténotttrilené1ntblíco>:conservazionedelle ,,,,it"tu,e prittru dell'istiruzione dell'Archillitl notttrile, pp. 540-548, con aricchimento di alcuni dati documentari inediti. Abbreviazioni archivistiche: AN = Archivio notarile; AS MI = Archivio di Stato di Milano; AS SO = Archivio di Stato di Sondrio; p' 'r' parte moderna' Inoltre: BSSV = Bollettino della Società Storica Valtellinese' I link citati in questo saggio risultano attivi nel mese di luglio 2014' Perunaanalisipuntualedelregolamento'attaachiarireancheipassaggichecondussero alla sua redazione definitiva, si rlmancta a F. MezzeNrt Pspp , ModeIIo francese e ordinantettti ,útarili irr età rnpoleortirn, purt"Il: L'irtnesto del ntodello francese sulle tradizioni noÎarilí italianeittetàttapoleoriro'cap'l\l:llRegnod'ltalia(<RegolantentosttlnoÎariato' del17gittgno1806),inF.'M,qzzenrrPgpr'-G'Ar'tcln,tNI,Ilnotcu-iatoinlruIiadall'età napoleolticaall,unità,Roma,Consiglionazionaledelnotar-iato'1983(Studistoricisul notariato italiano, VII), pp. 175-203'il titolo V è commentato alle pp' 198-202' 135