Esercizio di lettura su una pagina autografa del Barone rampante (original) (raw)

Boncompagno da retore a storiografo.pdf

Analizzando il brevissimo giro d'anni in cui Boncompagno da Signa, magister di ars dictaminis compose e poi rivide il Liber de obsidione Ancone (1198-1201) e le parole del prologo dell'opera, si individua nella polemica consapevolezza autoriale di Boncompagno la motivazione che lo portò a comporre il Liber, con cui intese guadagnare la storiografia al dominio della retorica accademica; si inquadra inoltre il Liber come prodotto del tutto originale nel panorama della storiografia cittadina coeva. Boncompagno da Signa from rhetor to historiographer This paper examines the novelty of magister Boncompagno da Signa's Liber de obsidione Ancone (1198-1201) in comparison to the communal historiography. Starting from the Boncompagno's biography and works, and from the prologus of the Liber, it emphasizes Boncompagno's autorship as well as his attempt to acquire writing of history to the domain of academic rhetoric.

Il barone rampante di Italo Calvino: una lettura “didattica”

2012

Il barone rampante di Italo Calvino non è semplicemente una fiaba, ma un testo composito che si presta a varie interpretazioni e appare ricco di implicazioni di natura "formativa". In questo intervento, pur facendo cenno a molte possibili chiavi di lettura dell'opera, se ne propone un approccio finalizzato alla discussione del problema della ribellione adolescenziale e giovanile, partendo dalla riflessione sul significato pedagogico che l'atto di ribellione di Cosimo può assumere. L'opera di Calvino infatti appare adatta ad affrontare, nel vivo del contesto scolastico ma in forma mediata, una delle questioni che si presentano costantemente quasi in ogni classe e in ogni livello di scuola, quella del rifiuto, da parte di uno o più allievi, dello studio, dell'istituzione scolastica, delle istituzioni in genere. PAROLE CHIAVE ITALO CALVINO; IL BARONE RAMPANTE / THE BARON IN THE TREES; LETTERATURA E FORMAZIONE / LITERATURE AND EDUCATION; IL RIBELLE IN LETTERATURA / THE REBEL IN THE LITERATURE; COMPORTAMENTI RIBELLI DEI GIOVANI / OPPOSITIONAL BEHAVIOUR OF THE YOUNG. 1. PREMESSA La letteratura, proprio in virtù delle sue caratteristiche più intrinseche, può offrire un contributo quanto mai singolare a chi vive dal di dentro i problemi della scuola. La forma narrativa, in particolare, è in grado di sollecitare la riflessione in campo

"Lettura analfabeta." Su una pagina della Tregua di Primo L:evi

Questo saggio si sofferma sulla rappresentazione narrativa di un sopravvissuto dal campo di sterminio: il Ferrari, che Primo Levi descrive nel capitolo Katowice della Tregua. Ogni giorno il Ferrari si impegna in una pratica alquanto bizzarra: legge, legge libri con soddisfazione e metodo – fino all’ultima pagina – nonostante sia analfabeta. Levi liquida in fretta quest’uomo, giudicandolo come un «individuo singolare», e tuttavia questo suo atteggiamento reclama scavi ulteriori. Perché il Ferrari legge se non capisce, se non riesce ad attivare il potenziale semantico del testo? È su questa domanda che il mio saggio si interroga, esplorando una serie di possibili risposte, che vanno dalla fascinazione irradiata dall’oggetto libro alla glossolalia, ovvero la prodigiosa capacità di articolare parole sconosciute al parlante, e però dotate di un loro significato. Intrecciando l’analisi letteraria a discipline come la fenomenologia della lettura, la linguistica e la filosofia, questo saggio giunge ad avanzare l’ipotesi che il comportamento del Ferrari sia un prodotto della deformazione acustica del Lager, che aveva finito per generare nei deportati un’assuefazione all’incomprensibilità. Nel Lager, scrive Levi nei Sommersi e i salvati, l’«uso della parola per comunicare il pensiero, questo meccanismo necessario e sufficiente affinché l’uomo sia uomo, era caduto in disuso», e i deportati erano diventati più sensibili al tono che al contenuto del messaggio.

Precisazione su un'edizione critica a tradizione elaborativa autografa

Aen. IV 23 E partiamo dal frontespizio del volumone di Carla Molinari, oggi oggetto di presentazione al pubblico eletto del Seminario di Filologia «Giuliano Tanturli»: GIOVAN BATTISTA GIRALDI CINTHIO, Canti dell'Hercole (Classe I 406 della BCAFe), edizione critica a cura di CARLA MOLINARI 1 .

Leggendo l'Anonimo.Rognoni.pdf

1 A. ACCONCIA LONGO, La letteratura italogreca nell'XI e XII secolo, in Byzantino-Sicula, VI: La Sicilia e Bisanzio nei secoli XI e XII. Atti delle X Giornate di Studio della Associazione Italiana di Studi Bizantini (Palermo 27-28 maggio 2011), a cura di R. LAVA-GNINI -C. ROGNONI, Palermo 2014 (Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici «Bruno Lavagnini». Quaderni, 18), pp. 107-130: 121-124. 2 E. TSOLAKIS, Ἄγνωστα ἔργα Ἰταλοβυζαντινοῦ ποιητῆ τοῦ 12 ου αἰώνα, in Ἑλληνικά 26 (1973), pp. 46-66; B. LAVAGNINI, «Versi dal carcere» di un anonimo poeta italo-bizantino

Tra epigrafia e papirologia. Q. Baienus Blassianus, cavaliere tergestino e prefetto d’Egittoin Scrivere leggere interpretare: studi di antichità in onore di Sergio Daris, pp. 1-25 edizione elettronica, 2005 [con C. Zaccaria]

Il cavaliere Q. Baienus Blassianus è uno dei personaggi di maggior spicco della colonia romana di Tergeste, la cui figura è venuta nel corso del tempo meglio precisandosi, acquisendo uno spessore e un'importanza prima solo intuite (vd. infra). Infatti, benché il personaggio fosse noto da tempo, almeno limitatamente all'onomastica e alle tres militiae di inizio carriera 1 , il suo cursus quasi completo, che è tra quelli che forniscono maggiori informazioni 2 , e la sua più precisa collocazione cronologica nell'arco del II secolo d.C. sono stati riconosciuti solo negli ultimi decenni grazie a una serie di successive scoperte di iscrizioni e papiri e alla revisione e integrazione di documenti già noti 3 . La dispersione dei dati in pubblicazioni di non sempre facile reperimento o di non usuale frequentazione da parte di alcuni studiosi ha fatto sì che nella letteratura anche recente il personaggio non abbia trovato sempre la sua giusta collocazione 4 .

Nel laboratorio di Ulisse Aldrovandi : un indice manoscritto e segni di lettura in un volume stampa

Complesso e articolato è il parco dei volumi che Ulisse Aldrovandi (1522-1605), «medico e filosofo bolognese», come venne biografato da Giovanni Fantuzzi 1 , lasciò in affido, in locali adatti ad ospitarne oltre seimila, unitamente ai suoi naturalia et mirabilia, al Senato di Bologna 2 . La donazione non fu solo per perpetuare la propria fama e perché si provvedesse alla stampa dei suoi manoscritti dopo la sua morte, ma per dotare Bologna di una raccolta straordinaria di codici e di volumi a stampa che fossero utili a coloro che intendessero proseguire negli studi da lui intrapresi. il mecenatismo culturale si attuava all'epoca anche attraverso donazioni : la liberalità che i possessori di ingenti patrimoni culturali mettevano in campo ancora in vita con il far accedere ai manufatti artistici raccolti altri intellettuali, è un segno inequivocabile di un disegno che ha alle radici la volontà di partecipare le proprie conoscenze e contribuire al diffondersi nella Repubblica delle lettere delle cognizioni acquisite 3 . Una circolarità di pensiero che portava ad un'attenta e mirata conservazione di tutto ciò che si era venuto raccogliendo nel tempo, compresa la corrispondenza, altro vero medium dell'epoca.