Un editore alla ricerca di un'avanguardia: Valentino Bompiani e il "romanzo collettivo" (2019) (original) (raw)
2019, Stranieri all'ombra del Duce. Le traduzioni durante il fascismo
All’inizio degli anni Trenta la società letteraria italiana discute intensamente intorno al romanzo: lo scontro tra “contenutisti” e “calligrafisti” stinge nel dibattito sulla necessità per gli artisti di creare opere adeguate al proprio tempo (cioè alla nuova èra fascista), discussione che a sua volta riverbera nella polemica sul “romanzo collettivo”, un’etichetta lanciata nel marzo 1934 dalle pagine del quotidiano torinese «La Gazzetta del Popolo» non da uno scrittore o da un critico, ma da un editore attivo da cinque anni, Valentino Bompiani. Nell’Invito editoriale al romanzo collettivo Bompiani propone una rosa di exempla esclusivamente stranieri, tra cui pone in particolare rilievo i romanzi, da lui pubblicati, di Rudolf Brunngraber, Erich Kästner, Ferenc Körmendi e André Malraux. Nel saggio la polemica sul romanzo collettivo serve da prisma per ricostruire i rapporti di forza e le faglie del conflitto nel campo letterario italiano degli anni Trenta: dinamiche che influenzano sia la produzione letteraria in lingua italiana sia la letteratura tradotta. Dietro alle polemiche letterarie intorno al romanzo agiscono due potenti spinte, connesse a logiche diverse da quella letteraria più autonoma: l’interesse manifestato dagli intellettuali organici al regime fascista per le sperimentazioni romanzesche, e la massiccia immissione di romanzi stranieri nel mercato promossa in questi anni da un sistema editoriale in via di industrializzazione, del quale Bompiani – funzionario mondadoriano prima che editore in proprio – è uno dei protagonisti. I dibattiti intorno al romanzo rispondono però anche a una logica propria del polo più autonomo del campo, quella per cui gli scrittori all’inizio della loro carriera tendono a investire, per distinguersi dagli scrittori consacrati, su generi letterari di legittimità ancora incerta, come è il caso in Italia del romanzo ancora all'inizio degli anni Trenta.