"La ricezione italiana degli studi urbani di Henri Lefebvre: un fiume carsico a cavallo fra XX e XXI secolo", in: "Altronovecento. Ambiente Tecnica Società. Rivista online promossa dalla Fondazione Luigi Micheletti", n. 40, luglio 2019, online (ISSN: 2704-6176). (original) (raw)
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2020
This paper aims to analyse the relationship between the Ilissos river and the city of Athens from a diachronic perspective, from antiquity, when its banks hosted many religious and work activities, to the mid-20th century, when it was channeled in large ducts under modern streets. Finally, its impact on contemporaneity will be examined through the analysis of a series of projects seeking to recover its memory.
Il primo contatto di Carlo De Paris con la Congregazione del Pantheon risale al 9 maggio 1838 quando Giovanni Silvagni, al tempo Segretario del Consiglio e Censore, propose il pittore quale nuovo confratello, definendolo «paesista» (APAVP, Pantheon, Proposte a Virtuosi di Merito e di Onore dell'anno 1838, fasc. 13). L'8 luglio avvenne la presa del possesso congregazionale (APAVP, Verbali, aa. 1837-1840. A quella data è registrato il dono dell'artista alla Congregazione, con il quale sanciva, come da prassi, la sua ammissione nel "virtuoso" consesso, consistente in un dipinto ad olio «con un paese la cui scena si figura nell'epoca de' bassi tempi» (si intende del basso medioevo), abbellito da una cornice dorata e destinato, secondo i verbali, alla cappella della Confraternita (APAVP, Verbali, cit., c. 241 r.; GIANFRANCESCHI, in TIBERIA 2015, p. 376. Inoltre il dono di un paesaggio da parte del pittore, corrispondente con probabilità a questo dipinto, è citato in ibid., p. 444). L'opera tuttavia già nel 1862, all'epoca dell'inventario redatto da Filippo Martinucci, non si trova nella cappella, ma viene citata nel gruppo di quattro paesaggi presenti nella seconda sala del Pantheon (Inv. Martinucci, n. 54); e ancora nella seconda «saletta« è indicata da Gagliardi trent'anni dopo, e così descritta: «un Castello fra roccie con figure di Cavaliere e della Castellana il cui cavallo è guidato da un Paggio» (Inv. Gagliardi, n. 7).
La città globale. La condizione urbana come fenomeno pervasivo/The Global City. The urban condition as a pervasive phenomenon, 2020
The countryside of the Kingdom of Italy (1805-1814) became an area dedicated to the study and the experimentation of hydraulic techniques. In the countryside of Padua, and in the plain of the Po river, water routes were studied by Italian and French engineers to increase and improve the navigation and the transportation of goods across the Empire, and to create a full-scale network of water routes.
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"[A Mediterranean Window on Europe: the Northerners in Early Modern Leghorn]. Livorno in the early modern period for commercial and economic reasons was the site of rich British and Dutch mercantile communities and was also one of the few Italian cities where, in the seventeenth century, Italians and Nordics came into direct contact. In the essay Villani examines how the “Nordics” lived in Livorno, going beyond mere mercantile relations and investigating, from the social and cultural point of view, what difficulties they experienced in that context, being communities so culturally and religiously distant from Italy. He also discusses how these foreigners were perceived by the Italians. If St. Petersburg was rightly called “the window through which Russia looks on Europe” (Francesco Algarotti), one can say that Leghorn in the seventeenth century was to some extent the Italian window on Northern Europe. Relying on his earlier research on the religious history of the mercantile communities of Livorno already published or submitted for publication, Villani attempts to capture the view that from that window that was launched on the north in the seventeenth century. "