SUBIACO MONASTERO DI SANTA SCOLASTICA (original) (raw)

In un cenobio benedettino di tale importanza non poteva mancare l'opera dei magistri romani. Cronologicamente si ha quasi la certezza che i lavori siano stati realizzati negli anni immediatamente successivi, forse a più riprese per un lungo arco di tempo che copre circa un decennio, ai primi incarichi commissionati sempre dal papa Innocenzo III. Anche qui abbiamo addirittura due firme dei maestri, di più maestri della bottega di Lorenzo: una di Iacopo e l'altra dei due figli Cosma e Luca, tutte per i lavori del chiostro poi denominato "cosmatesco". Così anche in questo caso, visto che non ne parla nessuno, ci domandiamo: è possibile che Iacopo, Cosma e Luca abbiano lavorato per anni in questo luogo senza produrre nulla per abbellire la chiesa medievale? Nessuno potrebbe rispondere a questa domanda se non le poche testimonianze stesse che ci parlano certamente di lavori riguardanti gli arredi della chiesa che un tempo dovevano essere sontuosi. E come pensare che essa non fosse anche dotata di un adeguato pavimento cosmatesco? Le vicende architettoniche dell'intero complesso di edifici sono talmente tante e poco dettagliate dalle cronache storiche che ci è impossibile poter dire qualcosa di preciso di come doveva essere la situazione delle opere cosmatesche nel primo decennio del XIII secolo. Allo stato attuale, nel giro della guida turistica di turno, viene presentato con un certo orgoglio il "chiostro cosmatesco", ma si snobbano totalmente alcuni reperti molto significativi dell'operato dei Cosmati in quel luogo. Essi vengono ignorati, nonostante si trovino sotto i colonnati del chiostro stesso! Lasciando da parte le vicende costruttive del monastero, per le quali il lettore può documentarsi facilmente già in internet e sulla vasta bibliografia prodotta nei secoli, diremo solo che il luogo è stato dotato nel tempo di tre chiostri: uno cosmatesco, uno gotico e uno rinascimentale, come per far fronte alle mode architettoniche che andavano cambiando. Il chiostro di nostro interesse, che confina a nord con la chiesa, ha la strana forma di un quadrilatero irregolare con i quattro lati che hanno misure diverse tra loro. Su ogni lato furono realizzate una serie di piccole arcate sorrette da colonnine di diversa tipologia, con capitelli a motivi vegetali. Per una dettagliata descrizione architettonica del chiostro si può leggere il competente lavoro di Luca Creti, citato in precedenza, alle pagg. 95-106. Le due iscrizioni con le firme degli artisti si trovano una sull'archivolto dell'ingresso sul lato meridionale, l'altra sul fregio del lato ovest e recitano: † MAGISTER IACOBVS ROMAN' FECIT HOC OP † COSMAS • ET FILII • LUC • ET IAC • ALT • ROMANI CIVES • IN MARMORIS ARTE PERITI • HOC OPUS EXPLERVT ABBIS TPE LANDI dove mancano gli accenti di abbreviazione, ma l'iscrizione è quella. Secondo gli studiosi, queste firme dimostrano che il chiostro cosmatesco è il risultato di due distinte campagne di lavori in cui si distinsero artisti diversi, sebbene appartenenti alla stessa famiglia. Se ciò è verosimile, è invece frutto di sole ipotesi e congetture, l'attribuzione delle singole parti del chiostro. Creti suggerisce che a realizzare il solo lato meridionale sia stato Iacopo da solo, ma avendolo lasciato incompiuto, esso fu terminato dai figli Cosma e Luca e dal figlio di Cosma, Iacopo II, con qualche decennio di ritardo. Le date ante quem e post quem proposte da Creti per il periodo ipotizzato di lavoro di Iacopo al chiostro di Subiaco, comprendono il periodo che va dal 1202 al 1210, considerando anche che egli presumibilmente si recò a Ferentino per realizzare il pavimento della cattedrale attorno al 1204-1205, che nel 1205 si trovava a Roma per realizzare il portale della chiesa di San 275