Origine della denominazione del labirinto (original) (raw)
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La denominazione del labirinto
2018
Il nome labirinto è in italiano il terminale, attraverso il latino labyrinthos o labyrinthus, del nome greco labuv rinqo" (labyrinthos, dove la y rimanda a un vocalismo in u), attestato per la prima volta con scrittura alfabetica in Erodoto. Esso trova riscontro in tutte le principali lingue di cultura moderne, che lo ereditano tramite la mediazione del latino o direttamente dal greco. A questa lunga storia e a tale diffusione generalizzata corrisponde una grande quantità di significati, anche potenziali. La poliedrica significazione del nome labirinto infatti si sintetizza essenzialmente in un'immagine, quella di un insieme di segmenti ortogonali o curvilinei che determinano un percorso intricato verso un possibile centro: volendo associare un significato in qualche modo univoco al significante labirinto dobbiamo infatti ricorrere non tanto a un concetto esprimibile in parole quanto appunto a un'immagine di questo tipo. L'amplissima gamma di connotazioni che ne costituiscono la significazione globale, discende dall'applicazione di un tale schema geometrico di fondo. A partire da esso il labirinto è stato così, fra l'altro, il tracciato penitenziale o iniziatico intarsiato nei pavimenti della cattedrali cristiane, il percorso galante vegetale incluso nei giardini dal Rinascimento in poi e continua a essere tutto ciò a cui tale immagine può sovrapporsi, per esempio, un intrico di strade urbane che ostacolano l'orientamento, dei tracciati di giochi infantili o enigmistici, i circuiti stampati alla base della strumentazione elettronica, oppure, in termini più astratti, la rappresentazione di un problema di cui non s'intravvede immediatamente la soluzione, e così via. Queste considerazioni risultano valide altresì per la significazione originaria. La filologia e la documentazione archeologica relative alla grecità classica e pre-classica presentano infatti per labirinto almeno tre significati apparentemente concomitanti: quello di costruzione articolata, quello di grotta e quello di danza caratterizzata da specifiche circonvoluzioni di tipo labirintico. A ciascuno di questi significati primari si associa, oltre all'immagine specifica che si trova registrata già sulla tavoletta greco-micenea di Pilo del XII secolo, una valenza rituale profonda che trova riflesso nel fascio di miti incentrati sul leggendario regno cretese di Minosse.
Iconografia del labirinto. Origine e diffusione di un simbolo tra passato e futuro
Tra Passato e Futuro, 2017
Il simbolo del labirinto è attestato, graffito o dipinto, in diverse aree del mondo, come dimostrano numerose testimonianze archeologiche. Esso si presenta in forme pressoché identiche in zone lontane quali le Americhe (Perù, Arizona), il nord Europa, l'India, l'Indonesia, oltre che, naturalmente, nel bacino del Mediterraneo. Luoghi apparentemente troppo lontani tra loro, sia in termini geografici che cronologici, per poter pensare ad una monogenesi di questo simbolo. Ciononostante, Hermann Kern, uno dei maggiori studiosi di labirinti, sostiene che la complessità del disegno e la molteplicità dei concetti ad esso associati suggeriscono l'impossibilità dell'esistenza di più di un creatore del labirinto 1 . Kern ritiene, dunque, più probabile che il disegno sia stato concepito in una determinata cultura e poi diffuso per mezzo di migrazioni e prestiti 2 . Non è infatti inusuale che i membri di una società acquisiscano da altre società idee che già possedevano, anche se in forma embrionale, sviluppando le idee esistenti tramite modelli esterni 3 .
RIASSUNTO. I levrieri, insieme ai dingo ed ai basenji, sono i cani con le più antiche rappresentazioni. Abbiamo infatti dei petroglifi che li ritraggono intorno a 10.000/12.000 anni fa ed un sigillo di 9.500 anni fa circa, ritrovato presso il sito archeologico di Jarmo (Iraq), che ritrae un Saluki ed altri due non ben identificati levrieri. Nel corso di questo articolo vedremo le varie razze ufficiali (ma ve ne sono diverse altre non riconosciute) e la loro storia… ABSTRACT. Greyhounds, along with the dingoes and basenji, are dogs with the oldest representations. We have, in fact, petroglyphs portray with them dated around 10,000 / 12,000 years ago and a seal of 9,500 years ago, found at the archaeological site of Jarmo (Iraq), which depicts a Saluki and two other unidentified greyhounds. In the course of this article we will see the different official breeds (but there are several other unrecognized) and their history ...
Le regioni del Regno non sono sempre esistite, ma hanno dovuto formarsi. Nel nostro Cosmo immaginario è come se fossero piovute dall'alto andando a riempire l'intero territorio. Una parte della pioggia di elementi è caduta in un batter d'occhio, appena l'universo reale ha iniziato a esistere. Quindi circa 15 miliardi di anni fa, al momento del Big Bang il cataclisma che ha tumultuosamente dato origine allo spazio tempo segnando l'inizio del nostro universo. L'isola settentrionale dell'idrogeno è venuto alla luce e ne prendo dal mare del nulla. L'idrogeno è stato il primo elemento a formarsi. In quell'istante di grandiosità cosmica non si è formato altro che questo avamposto ma si trattava di un seme da cui sarebbe germogliata tutta la strabiliante ricchezza del regno. Poco dopo la comparsa dell'Isola del l'idrogeno è apparso anche il capo nord-orientale l'elio. Nella violenza dei primi 3 minuti alcuni atomi di idrogeno si sono scontrati tra loro nel denso tumulto della tempesta primordiale e si sono fusi a formare l'elio.
Uno dei problemi più dibattuti della storia sarda per quanto riguarda gli ultimi secoli del I millennio è quello dell'origine dei giudicati. Neanche lo stretto legame che l'argomento ha con filoni di ricerca a dimensione geografica più ampia ha consentito alle indagini storiche, nel corso dei secoli, di risolvere definitivamente su base documentaria certa, tutti quegli interrogativi che ancora circondano i motivi, i momenti, le modalità che hanno portato alla nascita di questa istituzione; essa risulta tra le forme di governo medioevali più originali, caratteristiche e specifiche di un mondo geograficamente, culturalmente, mentalmente e storicamente distante e differente dal resto dell'Europa mediterranea. Su questo tema, la cui ricostruzione storica è resa difficile dalla mancanza di una consistente ed esauriente documentazione, sono state offerte a più riprese, in diversi momenti, differenti soluzioni, che si sono limitate sempre al livello di ipotesi, sia pure spesso largamente plausibili. Tutte le proposte, comunque, partono da un presupposto ormai assodato: i giudicati si formarono e si svilupparono in corrispondenza di una progressiva crisi della presenza bizantina nel Mediterraneo centrale, in un periodo di vuoto di potere che espose le diverse regioni della Sardegna all'incertezza derivante dall'assenza di un governo centrale e dalla presenza nei mari dell'isola di un pericolo evidente come quello rappresentato dalle flotte saracene 1 . Già alla fine del VII secolo, l'organizzazione imperiale voluta da Giustiniano era entrata in crisi determinando la cessazione della presenza diretta bizantina a Cartagine e nell'esarcato d'Africa ; Corsica e Sardegna avevano iniziato a dipendere, sia pure in forma poco più che nominale, dall'esarcato di Ravenna mentre iniziavano a manifestarsi le prime consistenti minacce arabe nei confronti delle zone litoranee delle isole 2 . Fino ad allora è certa la continuità di legami diretti con Bisanzio. Sono noti documenti che a volte si riferiscono ad un'isola strettamente dipendente sia dal punto di vista religioso che da quello politico dalla prefettura d'Africa 3 ; altre volte parlano del praeses di Sardegna (600-627): è il caso di una lettera dello stesso Gregorio I a Spesindeo , nella quale si chiedeva un diretto interessamento perché gli sforzi compiuti dal vescovo di Fausania (Olbia) "in convertendis baptizandisque barbaris et 1 In generale A. BOSCOLO, la Sardegna dei Giudicati, Sassari, 1979. 2 S. PETRUCCI, Storia politica e istituzionale della Sardegna medioevale (secoli XI-XIV), in Storia dei Sardi e della Sardegna, II, Il Medioevo dai Giudicati agli Aragonesi, Milano, 1987, pp.98 sg. 3 Nell'anno 600 il pontefice Gregorio I raccomandava a Domenico, vescovo di Cartagine e ad Innocenzo, prefetto d'Africa, che facessero di tutto per evitare che "in Sardiniae minores vel pauperes a maioribus opprimantur": Regesta Pontificum Romanorum, a cura di P. F. KEHR, Italia pontificia, Italiae, vol. X, Calabria-Insulae, Turici, 1975, Sardinia, doc. 15, p. 376. Vedi anche R. TURTAS, Rapporti tra Africa e Sardegna nell'epistolario di Gregorio Magno (590-604), in "L'Africa Romana", Atti del IX convegno di studio, Nuoro, 13-15 dicembre 1991, a cura di A. Mastino, e in RSCI, XLI (1987) e Storia della Chiesa in Sardegna dalle origini al Duemila, Roma, 1999, pp. 99 sgg.
Il tempo del labirinto e della natura
How the myth of the labyrinth has evolved from prehistoric times to the Greek culture, taking a particular value as a representation of nature. It is possible to give a new reading of the myth of the minotaur?
Origine e storia della parola AMBASCIATA
Nell'italiano letterario moderno la parola ambasciata ha soltanto il significato di 'residenza dell'ambasciatore', 'rappresentanza diplomatica di un paese all'estero' e simili. Nel passato, tuttavia, ambasciata e la sua variante ambasciata significavano anche 'messaggio, commissione', e con questo significato la parola esiste tuttora nella maggior parte dei dialetti italiani, da Roma alla Sardegna, da Napoli al Piemonte, dalle Puglie al Friuli, dalla Toscana alla Romagna 1 .
In Europa si verifica un processo di secolarizzazione, ossia una tendenziale interiorizzazione del senso della religione che accenna all' emersione della politica come dimensione umana organizzata distinta dal sacro. I nascenti stati territoriali costruiscono la loro sfera di dominio combattendo le pretese politiche vantate dalla Chiesa in virtù del suo potere.