«SIGNORE, IL MIO SIGNORE SEI TU, TU SEI IL MIO BENE» Il Salmo 16, croce della critica e delizia della mistica (original) (raw)

2013, Alla luce delle Scritture. Studi in onore di Giovanni Odasso

Dalla critica testuale il salmo 16 è considerato la “crux interpretum” del salterio. La prima difficoltà è costituita dalla traduzione dell’enigmatico termine miktām che, come in altri cinque salmi (dal 56 al 60), appare nell’iscrizione; la soluzione è stata in genere trovata o nel ricorso ad una mera traslitterazione o nella ripresa di una delle molte traduzioni proposte sin dalla prima esegesi ebraica. Superato questo ostacolo lo studioso deve affrontarne di ben maggiori: i principali sono dati dai vv. 2-4, sulla cui corruzione testuale vige un consenso quasi universale; nei vv. 5-11, inoltre, le stesse consonanti si prestano ad una pluralità di interpretazioni grammaticali e/o sintattiche. La prima parte dell’articolo – che rimanda ad uno studio inedito (Signore, il mio Signore sei tu, tu sei il mio bene. Problemi di critica testuale e di traduzione del salmo 16; Tesi di licenza in Teologia Biblica, Pontificia Università Gregoriana, 2008, pp. 133) – propone un’interpretazione contestuale-poetica del termine miktām e una lettura dei vv. 2-4 che, ad eccezione di due piccole modifiche, resta fedele al testo masoretico. La seconda parte, incentrata sui versetti successivi, si sofferma sulla dimensione mistica della composizione, che fa del salmo 16 un vero gioiello. Textual criticism considers Sal 16 the “crux interpretum” of the psalter. The first difficulty is constituted by the translation of the enigmatic term miktām which, as other five psalms (from 56 to 60), appears in the inscription; the solution has been generally found either in a sheer transliteration either in the revival of one of the many translations proposed since the Hebraic tradition. When overcome this obstacle, the scholar has to deal with much more difficult ones: the bigger come from the text of vv. 2-4, nearly universally considered corrupted; in the vv. 5-11, furthermore, the same consonants favour a plurality of grammatical and/or syntactical interpretations. The first part of the article – which recalls to an unpublished study (God, my God is you, you are my good. Problems of textual criticism and translation of psalm 16. Thesis of licence in Biblical Theology, Pontificia Università Gregoriana, 2008, pp. 133) – proposes a contextual-poetic interpretation of the term miktām and an interpretation of vv. 2-4 which, except two little changes, remains faithful to the Masoretic text. The second part, centered on the subsequent verses, dwells upon the mystical dimension of the composition, which makes Psalm 16 a true jewel.