Tracce politeistiche nel De opificio mundi di Filone di Alessandria: presenza di Dio nella natura e forme divine secondarie (original) (raw)
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Dio e l’ordine del mondo in Filone di Alessandria
Études platoniciennes, 2008
La generazione del mondo Il mondo e generato, e uno, e retto provvidenzialmente. Cosi Filone nel De Opificio 171. Che il mondo sia generato viene detto per rispondere a coloro - Aristotele in primis - che pensano ad un cosmo non creato ed eterno ; che sia uno, e tesi sostenuta contro quanti credono nell’esistenza di piu mondi, addirittura in numero infinito. Il mondo, dio visibile, e uno come uno e Dio secondo il cui modello il mondo e generato. Che sia retto da provvidenza, infine, e chiaro ...
Dio e l'ordine del mondo in Filone di Alessandria, Études Platoniciennes, V, 2008, pp. 23-39
Il mondo è generato, è uno, è retto provvidenzialmente. Così Filone nel De Opificio 171. Che il mondo sia generato viene detto per rispondere a coloro -Aristotele in primis -che pensano ad un cosmo non creato ed eterno ; che sia uno, è tesi sostenuta contro quanti credono nell'esistenza di più mondi, addirittura in numero infinito. Il mondo, dio visibile, è uno come uno è Dio secondo il cui modello il mondo è generato. Che sia retto da provvidenza, infine, è chiaro se si considera che è « conforme al principio di necessità che il Creatore abbia sempre cura della cosa creata, secondo le leggi e gli ordinamenti creati ».
Il lessico cosmo-poietico nel De opificio mundi: Filone Alessandrino e i “Presocratici”
2017
INDICE Anno IV -2017 (Nuova Serie) Fascicolo 2 Avvertenza 191 ARTICOLI VeronIca arIel ValentI, Il mobilismo fra Eraclito, Protagora e Platone: A partire da Plat. Crat. 385b 2-d 1, 385e 4-a 4 195 leonardo MarchettonI, Relativismo e auto-confutazione a partire dal Teeteto 219 ludoVIca de luca, Il lessico cosmo-poietico nel De opificio mundi: Filone Alessandrino e i "Presocratici" 233 FederIco GIulIo corsI, Il metodo delle molteplici spiegazioni in Diogene di Enoanda 253 Marco Menon, L'interesse teorico di Machiavelli: Una nota sulla lettura straussiana del Principe 285 NOTE E DISCUSSIONI PIetro secchI, Le traduzioni dal greco in età umanistica: Un piccolo strumento 305 Francesco Verde, Spigolature tardoantiche e medievali alla luce di due pubblicazioni 321 RECENSIONI lucIano albanese, Helmut Seng-Luciana Gabriela Soares Santoprete-Chiara Ombretta Tommasi (eds.), Formen und Nebenformen des Platonismus in der Spätantike; Helmut Seng, Un livre sacré de l'antiquité tardive: les Oracles Chaldaïques; Crystal Addey, Divination and Theurgy in Neoplatonism: Oracles of the Gods 331 anna lIsa schIno, Giuliano Mori, Le tracce della verità: Metodo scientifico e retorica digressiva nell'età di Francis Bacon 343 PIetro GorI, Carlo Gentili, Introduzione a Nietzsche 347 Avvertenza
Lingua e voce di Dio. Monadicità e diadicità nell'esegesi di Filone alessandrino
Archai, 2019
This article deals with the relationship between simple, monadic, divine words and the words of men linked to corporeity, devoid of clarity and univocity. For the divine word to be grasped by men a kind of transformation is necessary. One can hypothesize the existence of an archetypal, primordial language, in imitation of the essence of things. It is the language of Adam: given the perfection of a still pure soul, not affected by infirmity, illness or passion, the progenitor seized immediate impressions, grasped the meaning of things whose natures could be enunciated and thought at the same time. It is the original perfect language and is perhaps common to humans and animals if in the Garden of Eden the words of the serpent were understood by Eve. A distinction is drawn between the language of Adam, mimetic of the language of God and the mosaic language in which we have the translation of the divine word in human language. This, despite that, for Moses too it is said that the names correspond to the description of things. A further passage takes place with the passing from one language into another. God addresses different kinds of communication to different people according to their capacities. It is a “translation” of a noetic language that can speak monadically – and it is the case of communication to Moses – or assume the form of names and verbs proper to human language –and it is what happens with the Septuagint, translators like Aron.
La legge di natura nei sermoni e scritti di Antonino da Firenze
Publisher's version: Howard, Peter, 'La legge di natura nei sermoni e scritti di Antonino da Firenze', in Legge e Natura. I dibattiti teologici e giuridici fra XV e XVII sec., Cinzia Sulas, Riccardo Saccenti eds. (Rome: Aracne editrice, 2016), pp. 52-68.
Book Reviews: - C. dell’Osso, in "Gregorianum" 93 (2012), pp. 863-866. - J. Leal, in "Annales Theologici" 27/2 (2013), pp. 489-490. - I. Aulisa, in "Vetera Christianorum" 50 (2013), pp. 369-370. - A.M. Vitale, in "Filosofia e Teologia. Rivista quadrimestrale" 28/2 (2014), pp. 411-412. Il volume è stato presentato dal prof. Manlio Simonetti alla "Lectio patristica fiorentina" (Firenze, 2012) e alla "Lectura Patrum Neapolitana" (Napoli, 20 aprile 2013). ********************** INVITO ALLA LETTURA di don Carlo Nardi Mi è arrivata in settimana l'edizione della "Lettera sulle due nature" di Gesù scritta da Gelasio, papa tra il 492 e il 496. Le "nature" di Gesù: la natura divina e quella umana. In parole semplici ma essenziali: Gesù vero Dio e vero uomo. C'è da dire che il papa aveva davanti il rischio che si riducesse nostro Signore a un essere vagamente divino, come i semidei della mitologia. Gelasio rimanda al Vangelo - e che dovrebbe fare un papa? - fa pensare al Gesù che l'evangelista Marco presenta all'opera di fronte alla richiesta del lebbroso: il suo averne compassione, lo stendere la mano, il toccare (Mc 1,41). Vale la pena accogliere l'invito di Gelasio: a proposito di Cristo «sfogliamo le pagine della sacra Scrittura e leggiamo quello che hanno detto del suo concepimento, del parto, dell'unica e medesima persona di Gesù Cristo, nostro signore, insieme Dio uomo e uomo Dio; quello che la voce di Dio, prima della sua passione, dichiara a suo riguardo o quello che di lui, prima della sua passione, la voce di Dio afferma o quello che lui dichiara di se stesso o quello che lui in persona insegna dopo la risurrezione, in che modo si è trovato con i discepoli su questa terra, in che modo è asceso ai cieli: qual è la promessa a proposito della sua ascensione ai cieli e anche a proposito del suo essere ora nei cieli, qual è il contenuto di tutti quanti i detti venuti dal cielo a proposito della sua venuta, e in che modo egli ha voluto che fosse inteso o fosse espresso nella nostra professione di fede: le Scritture attestano tutto questo e noi ascoltiamole perché con cognizione di causa siamo paghi in tutto e per tutto di quella sua volontà per la quale ha ritenuto cosa degna farsi presente in noi» (cap.5). E se poi qualcuno intende tenere ancor più attiva la mente, ecco il libro: Gelasio di Roma, Lettera sulle due nature, Dehoniane, Bologna. *************************** SOMMARIO: Abbreviazioni bibliografiche. INTRODUZIONE. 1. Linee biografiche. 2. Inquadramento teologico e storico. Breve ragguaglio sulla storia della controversia cristologica. La questione delle due nature. La controversia cristologica e la politica religiosa imperiale. L'Epistula de duabus naturis espressione del calcedonismo rigoroso di Gelasio. L'Illirico tra politica ecclesiastica e controversia cristologica. 3. Le fonti della lettera gelasiana. Fonti latine del cinquantennio pregelasiano. Elementi riconducibili alla cristologia di Vigilio di Tapso. Elementi riconducibili a Leone Magno. Altre fonti. 4. Il florilegio. 5. Lingua e stile. 6. Tradizione del testo. LETTERA SULLE DUE NATURE. Testo e traduzione. FLORILEGIO PATRISTICO. Testo e traduzione. COMMENTO. Bibliografia. Indici.