Review of Erkki Koskenniemi, Greek Writers and Philosophers in Philo and Josephus. A Study of Their Secular Education and Educational Ideals, Brill, Leiden-Boston 2019 (original) (raw)
2019, “Materia giudaica” 24, pp 648-650.
di fatto non costituiscono prove conclusive: il testimone rinvenuto nella genizah risale infatti al X secolo, come rileva lo stesso Weiss, che postula senza dimostrare in modo convincente che la pericope sui Nomi divini in esso contenuta sia il risultato di speculazioni risalenti al secolo precedente; anche la testimonianza di Agobardo di Lione, risalente all'VIII o al IX secolo, ritenuta da Weiss un'altra prova della circolazione del Sefer Yexirah prima del X secolo, non contiene un riferimento esplicito al testo ebraico, ma attesta semplicemente che in ambiente ebraico circolavano alcune idee riguardo alla creazione del mondo tramite le lettere e alla loro eternità. Lungi quindi dal provare in modo cogente l'esistenza di una redazione del Sefer Yexirah precedente al X secolo, questo elemento potrebbe voler dire anche solo che certe idee, che circolavano già all'epoca di Agobardo, confluirono solo in seguito in una delle recensioni del testo. Com'è noto, infatti, la storia redazionale del Sefer Yexirah risulta estremamente complessa. Il testo, che consiste di varie sezioni non sempre legate tra loro, contiene materiale fortemente eterogeneo che può essere ricollegato, sì, a fonti siriache, ma che, come ha dimostrato Pines, queste possono risalire anche al III secolo. Analogamente, quindi, la presenza di terminologia risalente al VII secolo non dimostra che anche il documento che la utilizza risalga necessariamente a quell'epoca. Inoltre, un'analisi più approfondita di espressioni peculiari nella terminologia del Sefer Yexirah, che sono attestati solo in componenti poetici più tardivi, così come la rivalutazione degli elementi da lui stesso utilizzati come prove, mettono in discussione la datazione al VII secolo. Per scelta metodologica, l'autore non si è soffermato sull'analisi dei contenuti, privilegiando solo quella filologica, che però è ristretta a pochi termini. Invece, l'analisi dei contenuti avrebbe spostato la datazione in secoli più tardi o quantomeno non avrebbe fatto concludere con certezza che la redazione del testo risalga al VII secolo. Ad esempio, nella sua descrizione e nel suo porre in relazione elementi eterogenei del cosmo, il Sefer Yexirah rientra in una tendenza che si fece strada a partire dal IX secolo in poi e che Wasserstrom definisce "gnostic encyclopaedism". Così come anche l'interesse da parte di chi ha redatto il Sefer Yexirah verso la presunta corrispondenza occulta fra le costellazioni e i pianeti da una parte e il corpo umano dall'altra è più facilmente collocabile nell'ambiente culturale che caratterizzava l'ismailismo, promosso dal Califfato fatimide per l'appunto nel X secolo. In conclusione, quindi, mentre la collocazione spaziale in area siriaca o nella Mesopotamia settentrionale, proposta da Weiss, sembra al momento quella più probabile, la questione della sua collocazione temporale resta, nell'opinione di chi scrive, tutt'altro che conclusa.