Estratto dal volume QUADERNI FIORENTINI PER LA STORIA DEL PENSIERO GIURIDICO MODERNO (original) (raw)
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QUADERNI FIORENTINI per la storia del pensiero giuridico moderno
da a Materialismo storico e studio del diritto romano )) (1955)(1956) (*) Luigi Raggi (1930-1968) sarebbe stato certamente fra i partecipanti di questo Convegno e dei più ascoltati. Ci è pensato di renderlo presente con la riproduzione di alcune pagine del suo primo lavoro (in RISG, 91. 1955-56, pp. II- Milano, 1975, pp. 11-19) che hanno ancora piena attualità. r. o.
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Can psychoanalytic thinking illuminate our understanding of law? The suggestion that criminal doctrine could be influenced by psychotherapy spread from the very heart of Europe in the early decades of the twentieth century. This essay seeks to examine not only a historical but also a doctrinal question: i.e. psychoanalytical endeavors to provide a theory of social behavior pertinent to law. This theory was relevant for law given the axiom that the law was created by man to regulate the behavior of man. Psychoanalysis sought to understand the workings of the mind. As a result, law was made by the minds of men. Although law is stereotypically perceived as being concerned with the external face of man, and psychoanalysis with the internal one, each discipline is in effect concerned with both of these. In law there is a rich psychological legacy, conserved by past generations to hand down to the future ones. The article explores the spread and the contribution of Freud’s psychoanalytic theory to jurisprudence. Freud was busy shaping his revolutionary model of the workings of the mind; his work came to Italy via psychiatry and psychopathology. In their essays, Baroncini, Modena and Assagioli showed their understanding of the theoretical (and clinical) innovations introduced by the ‘great Viennese’ from the cathartic method to the new technique of psychoanalytic investigation. While, by 1912, Italian academic psychiatry concentrated mainly on “cleaning up” society, by expelling ‘abnormal’ and ‘degenerates’, the young Edoardo Weiss, Freud’s scholar, strenuously defended the newborn science by writing for magazines and speaking at conferences. Weiss built up a strong network of contacts with lawyers and criminologists through a prestigious review, «La Giustizia Penale». And, when Catholic hierarchy obtained, in 1934, the closure of the ‘scandalous’ «Rivista italiana di psicoanalisi», the Società italiana di Psicoanalisi still found a space within the pages of that legal journal. This is a fact so far ignored by historians of both psychoanalysis and law. Weiss expressed his vision of law as a ‘legitimate exercise of violence’, in the process of Civilization that (as Freud had taught him) sees the struggle, with an uncertain outcome, of the two ‘Heavenly Powers’, eternal Eros with his equally ‘immortal adversary’. In 1938 the implementation of the infamous racial laws forced many Italian psychoanalysts (most of them were Jewish) to seek refuge far from Europe. Weiss and family sailed from Naples to America. With his departure, the story of the Italian pioneers of psychoanalysis came to a halt. The winds of war put an end to the extraordinary and unexpected partnership between these psychoanalytical pioneers and one of the most popular Italian criminal law journals. Totalitarianism drove Freud out of Vienna and Weiss from Rome. Despite this, the foundations of the legal-psychoanalytical relation had been laid and from this a long dialogue had begun.
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Non è difficile alle volte superare un luogo comune. Basta cercare lo strumento o la persona adatta. E saper trovare le parole giuste. No, alle volte non è proprio difficile: Allora, appena fuori dalla barriera daziaria, le lastricate vie di città sboccavano nella campagna: e quelle che oggi sono le ferrigne piste d'asfalto fatte per la velocità, erano allora pacifiche e soffici strade maestre, fatte per il sonno dei barrocciai. Mi par di ricordare che correre su quel morbido strato, strisciando apposta i piedi per sollevare dietro di me un polverone più alto, sia stato uno dei miei primi vanti; nasce negli uomini, ancor prima della ragione, la passione di apparire più di quel che sono: io cominciai col darmi arie da locomotiva.
Tra psicoanalisi e diritto esiste, nella prima diffusione del pensiero di Freud in Italia, una significativa « zona di contagio », che era rimasta in ombra nella voluminosa monografia di Michel David ( 1 ) (pur risalendo agli anni Sessanta ( 2 ), questo lavoro, tutto sommato, è ancora un importante punto di riferimento). Si tratta d'un incontro che merita d'essere adeguatamente valorizzato perché ricco d'implicazioni tanto storiografiche quanto teorico-giuridiche. Si deve alla sensibilità d'uno studioso dagli assai vasti interessi culturali, quale Francesco Migliorino, un'attenta ricostruzione di questa prima recezione della psicoanalisi freudiana da parte della cultura giuridica italiana ( 3 ). Il lavoro di Migliorino è incentrato sulla figura di Edoardo Weiss (Trieste 1889 -Chicago 1970), allievo diretto di Freud e uno dei suoi primi traduttori italiani, oltre che fondatore della « Rivista italiana di psicoanalisi » (il cui primo numero uscì nel 1932).
Fughe dal quotidiano (e ritorni) nella letteratura medievale. Sul nodo Roman de la Rose -Fiore/Vita nuova -Divina Commedia. * * Intervento alla giornata di studi L'esperienza del quotidiano in letteratura, organizzata il 20 maggio 2003 nell'ambito del XVIII ciclo del Dottorato di ricerca "Analisi e interpretazione dei testi italiani e romanzi" dell'Università di Genova). Pubblicato in L'immagine riflessa N.S. XIII, 2004, 2, pp. 5-13. 1 Inevitabile qui il riferimento al saggio del 1938 di M. Bachtin, Epos e romanzo. Sulla metodologia dello studio del romanzo, leggibile in italiano in G. Lukács, M. Bachtin e altri, Problemi di teoria del romanzo, a c. di V. Strada, Torino, Einaudi, 1976, pp. 179-221. 2 Poeti del Duecento, a c. di Gianfranco Contini, Milano-Napoli, Ricciardi, 1960, t. I, pp. 763-921 .
PENSIERO GIURIDICO OCCIDENTALE E GIURISTI ROMANI Eredità e genealogie
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