Recensione: Rossano Pazzagli, Gabriella Bonini, Italia contadina. Dall’esodo rurale al ritorno alla campagna, Aracne, Roma 2018 (original) (raw)

Gabellieri N., Terre divise. La Riforma Agraria nelle Maremme toscane, Aracne Editrice, Roma 2018

Alla luce degli stimoli provenienti dai recenti dibattiti internazionali, questo studio si propone di dare nuova linfa al tema storiografico della Riforma Agraria italiana (1950–65) utilizzando un metodo d’indagine storico–geografico originale. La chiave interpretativa è la “riqualificazione delle risorse ambientali”, ovvero i cambiamenti nell’accesso e nell’uso delle risorse innescati dalla Riforma nelle Maremme toscane. La metodologia spazia dal metodo storico–indiziario alle fonti integrate fino all’uso di software GIS. Il caso permette di riflettere sul tema dello sviluppo e della modernizzazione delle aree rurali e sulla sinergia tra geografia storica e storia ambientale.

Recensione a Carniti P. (2013), "La risacca. Il lavoro senza lavoro"

Lo scorso 24 giugno presso il Palazzo della Cooperazione in Roma è stata presentata l'ultima pubblicazione di Pierre Carniti intitolata significativamente La Risacca. Il lavoro senza lavoro (Altrimedia Edizioni 2013). Un volume che, come si legge nella prefazione di Chiara Saraceno, è una sintesi ben articolata del pensiero che Carniti ha oramai da anni proposto in altri scritti e in varie occasioni pubbliche, "con il suo pessimismo realistico e il suo indomito idealismo che un cambiamento sia possibile e che non occorra mai smettere di pensare. Sono le caratteristiche che gli permettono di provare a pensare al di là dell'esistente, incluse alcune consolidate categorie che pure ha maneggiato con maestria nella sua vicenda di sindacalista per molti versi eccentrico (nel senso di spiazzante, fuori dagli schemi)" (Prefazione di Saraceno, p. 8). Carniti discute le conseguenze per la società occidentale di una imminente e drastica riduzione del lavoro disponibile, o meglio dei posti di lavoro, esito di oramai noti mutamenti nelle organizzazioni e nella struttura della produzione occidentale verso la smaterializzazione, la delocalizzazione, la finanziarizzazione. Ma in questa occasione l'Autore, più che in passato, si spinge oltre l'analisi «di quantità» per riflettere sulla valenza etica e sociale del lavoro e sulla sua funzione identificante per il singolo e di collante sociale per la comunità. Perché ancora oggi "continuiamo a «essere» anche in rapporto a ciò che «facciamo». Per questo la mancanza di lavoro, la disoccupazione, determinano una ferita grave sia alle persone che al corpo sociale" (p. 8). Per farlo Carniti parte da una breve ricostruzione dei mutamenti occorsi nella concezione del lavoro esibendo come nella storia "è cambiata la cultura del lavoro; è cambiato il rapporto tra l'uomo e il lavoro; è cambiata l'organizzazione del lavoro; è cambiata l'etica del lavoro" (p. 8). Si ripercorrono le concezioni del mondo greco (Socrate, Platone, Esiodo…) e romano (Virgilio, Lucrezio…), l'etica cristiana antica e medioevale (Sant'Agostino, San Benedetto, San Tommaso), la nuova etica protocapitalistica insediatasi dal Rinascimento (Pico della Mirandola, Giovanni Calvino) e consolidatasi nell'età industriale, in cui si sperimenta la parcellizzazione del lavoro meccanizzato e razionalizzato esito del connubio tra scienza, tecnica e capitale. L'organizzazione di fabbrica si riverbera sull'organizzazione sociale, ne detta i tempi e la composizione in classi, la geografia delle città e i consumi. La pervasività del fenomeno, non a caso appellato come «rivoluzione» anche per la fede positivista nelle possibilità dell'uomo e della sua tecnica, vede invocare nel pensiero occidentale una nuova concezione di società, in cui proprio la divisione del lavoro o la progressiva specializzazione funzionale avrebbero richiesto e consentito nuove forme di solidarietà tra organi funzionalmente preposti alla produzione di beni e servizi diversificati (Comte, Spencer, Durkheim…). Come noto, è in questa fase che comincia a palesarsi la condizione disumana del lavoro di fabbrica, che rende visibile e concentra nuove forme di povertà industriale in cui alla deprivazione materiale (bassi salari, condizioni abitative, sanitarie e igieniche precarie ecc.) corrisponde un'alienazione fruttoin sostanzadella spoliazione dei lavoratori dal prodotto dei propri sforzi (Hegel, Marx, Engels…). Effettio eccessinegativi di un'organizzazione sociale diseguale a lungo affrontati nel pensiero ecclesiastico, che Carniti richiama dalla Rerum Novarum (1891) fino alla Redemptor hominis di Giovanni Paolo II. Si sottolinea una soluzione cattolica di tipo realistico, distante dal liberismo così come da un socialismo che vede in alcune pretese del lavoro un eccesso di rivendicazione, e in cui la concezione stessa del lavoro e il modo con cui si esplica non è separata dalla condizione dell'uomo. La ricostruzione proposta dall'Autore semplifica la storia del pensiero ma è di certo utile, morbida alla lettura e chiarificatrice del file rouge checome anticipatofa da sfondo a tutto il volume; le concezioni del lavoro nel passato (organizzazione, etica, senso…) ci servono ad affrontare con

Recensione. Elisa Giunchi, Afghanistan. Da una confederazione tribale alle crisi contemporanee, Roma, Carocci, 2021

Nuovi Autoritarismi e Democrazie: Diritto, Istituzioni, Società (NAD-DIS)

Il frettoloso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan nell’agosto del 2021, dopo vent’anni di presenza sul suolo di questo paese, ha accesso un dibattito sulla stampa e sui social media tra coloro che ne hanno parlato in termini di disfatta dell’“Occidente” e coloro che, al contrario, l’hanno difesa come scelta legittima che lascia finalmente spazio alla politica locale e all’autodeterminazione. Come sovente accade nel caso di accadimenti politici del Medio e Vicino Oriente, tutti sono diventati “esperti”.

Elisa Bonacini, Maria Turco (2015): "L’insediamento rurale di Contrada Franchetto a Castel di Iudica (Ct). Un sito rurale tra età repubblicana ed età imperiale"

FOLD&R Fasti On Line Documents & Research, 339, 2015

The archaeological excavation in Contrada Franchetto, near Castel di Judica (province of Catania) has been conducted in 2011 by the Superintendency of Catania and has unearthed the remains of a rural settlement evident by repeated previous surveys in the area. This settlement seems to be in life between 3rd-2nd centuries BC and 3rd century AD, with a higher concentration and homogeneity of findings between 2nd BC and 2nd AD. A new phase of life would be around 5th and 6th centuries AD. Archaeological investigations come to fill an important gap in the knowledge of settlements’ dynamics in this area in the Republican Age and Roman settlement of Contrada Franchetto confirms, according to the dynamics of agricultural practice and social evolution, the transition from free hellenistic epauleis to the extended fundi dominici that devel-oped during the Imperial age.