Il naufragio del Poseidon e la crisi della Chiesa (original) (raw)
Ho letto anch'io, come molti di voi, l'articolo (http://radiospada.org/2015/05/collaborazioni-interne-al-movimento-di-resistenza-al-neomodernismo/) dell'amico Andrea Giacobazzi che ho trovato storicamente molto stimolante e nelle sue parti finali assolutamente condivisibile. Mi permetto quindi di scrivere anche due righe a mo' di approfondimento. Molti dei nostri lettori si ricorderanno di un vecchio film americano ovvero "L'avventura del Poseidon", uscito nelle sale nel 1972 (cui seguirono alcuni remakes che però non raggiungono la drammaticità dell'opera prima). In questa pellicola del filone "catastrofico" un portentoso transatlantico viene colpito improvvisamente, nella notte di Capodanno, da un violentissimo tsunami, generato da un terremoto e si capovolge senza tuttavia inabissarsi. Muoiono ovviamente subito il comandante e l'equipaggio della plancia di comando, insieme a molti membri dell'equipaggio e passeggeri. Una buona parte dei passeggeri si trova nel salone delle feste: anche lì il capovolgimento semina morte e rovina. Molti però sopravvivono perché in quella parte della nave paiono resistere le strutture esterne e si mantiene una bolla d'aria considerevole. I superstiti, ripresisi dallo sconquasso e attanagliati dall'angoscia, incominciano a discutere animatamente tra loro sul da farsi. La nave è drammaticamente capovolta: tutto, infatti, è a rovescio e lo sarà per tutta la durata della pellicola. Che fare? Alcuni degli ufficiali superstiti invitano alla calma: stiamo fermi, dicono, verranno a salvarci, non prendiamo alcuna decisione, rimaniamo qui dentro, aspettiamo fiduciosi gli eventi, sicuramente il capitano avrà chiamato i soccorsi. Un gruppo di superstiti invece segnala il fatto che certamente il capitano e gli ufficiali al comando siano già certamente morti e che le strutture non possano resistere a lungo: bisogna risalire in qualche modo verso l'alto per essere soccorsi, l'acqua e quindi la morte si faranno presto largo in quel salone e nei compartimenti centrali della nave capovolta. I dialoghi sono drammatici: alla fine il gruppo dei superstiti "ribelli" lascia faticosamente quella parte della nave tra i rimproveri, il disprezzo e le minacce degli ufficiali rimasti. Poco dopo aver risalito faticosamente un piano, l'acqua fa il suo fragoroso e mortale ingresso in quel salone: tutti quelli che vi sono rimasti periscono tra urla terribili e strazianti. Al gruppo dei sopravvissuti non resta che risalire con grande difficoltà e nuove ed ulteriori perdite i piani della nave, circondati da uno scenario di acqua, fuoco e morte. Ad un certo punto i pochi sopravvissuti incontrano un altro gruppo ma la direzione percorsa è opposta. Il gruppo iniziale si sta indirizzando verso poppa per poter uscire dal comparto delle eliche, il secondo gruppo, capitanato da un medico, va invece verso prua: anche qui avviene un breve ma intenso scambio polemico sulla migliore via da percorrere per uscire dallo scafo. I gruppi si separano senza trovare nessun accordo: del gruppo di prua si perderanno completamente le tracce. Solo il gruppo di poppa riuscirà a raggiungere la luce del sole e a essere salvato dai soccorsi.