A proposito di Q. Varius Hybrida tr. pl. 90 a.C., in Index 46 (2018) (original) (raw)
Related papers
BISANTI - Sull'edizione critica del «Novus Avianus Vindobonensis»
«Schede Medievali» 47 (2009), pp. 235-249
L'intervento prende spunto dalla pubblicazione de Il «Novus Avianus di Vienna», edizione, traduzione, commento a cura di Emanuela Salvadori, Genova, D.Ar.Fi.Cl.Et. «Francesco Della Corte», 2005, 220 pp., ill. (Favolisti latini medievali e umanistici, XII).
VIEGI ET AL. Piante usate in Italia in medicina veterinaria popolare (2001)
Gli autori, esaminando sia la bibliografia (oltre 90 pubblicazioni) che informazioni inedite, hanno raccolto dati relativi agli usi popolari in Italia di piante per la cura ed il benessere degli animali domestici. Lo scopo è stato quello di creare una banca dati, che permetta, oltre che di recuperare il patrimonio culturale rurale, di dare un contributo alla conoscenza delle possibilità di utilizzazione delle risorse vegetali spontanee anche in campo veterinario. Le entità vegetali (comprendenti funghi, felci, gimnosperme ed angiosperme) ammontano a più di 290, per un totale di oltre 440 usi censiti. Alcune entità non risultano ben studiate dal punto di vista farmacologico, a conferma della validità di studi di questo tipo.
Alcune conferme su Cyperus glomeratus L. autoctono in Italia
Quaderni del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, 2021
Cyperus glomeratus L. (Cyperaceae) è una specie a distribuzione paleosubtropicale, considerata dubbiosamente autoctona nell'Europa sudorientale e aliena invasiva in Italia. I dati paleontologici del Pleistocene e dell'Olocene dimostrano la presenza come nativa di C. glomeratus nell'Europa sudorientale (compresa l'Italia) e nell'Asia sudoccidentale. Grazie a un'analisi dei reperti storici, viene dimostrato che la specie è stata raccolta in Emilia-Romagna a partire dal XVI secolo e venne descritta su esemplari osservati e raccolti nello stesso territorio. La sua diffusione è attualmente in forte crescita, probabilmente favorita dal riscaldamento globale; tuttavia, sebbene sia considerata esotica, C. glomeratus è specie autoctona italiana, per quanto la sua presenza sia stata soggetta a forti variazioni nelle diverse fasi storiche.
Ancora sullo schiavo Rufus da Asculum Picenum, in Picus 34, 2014, 93-99
L' iscrizione ( ) si conserva ad Ascoli Piceno murata sulla parete del Palazzo dell'Episcopio 1 ; il testo, interamente leggibile, è inciso su una lastra di marmo definita da cornice; l'impaginazione accurata, l'uso regolare delle interpunzioni, le lettere dal modulo proporzionato, la presenza di apici, la tecnica di incisione denotano un'officina di qualità. Il testo è stato letto nel modo seguente:
"Catullus obdurat". Nota sui 'cari latini' di Gadda
Paideia, LXVIII (2013): 453-463., 2013
A quasi mezzo secolo dal primo studio organico sull'argomento 1 , l'intenzione di proporre un nuovo lavoro sul rapporto tra Gadda e la cultura classica non può disgiungersi dal dovere di un bilancio che indichi, nel riesame necessario dei risultati principali delle precedenti ricerche, spazi per eventuali aggiunte. Il tema consiglia prudenza: se infatti una fruizione anche impressionistica non può mancare di cogliere l'importanza del latino nell'impasto linguistico della pagina gaddiana -una componente operativa a livello di morfologia, lessico e sintassi -, è tuttavia noto quanto la cultura di Gadda debba considerarsi «nobilmente liceale» 2 e per larga parte costituita dalle letture com-* Per le opere di Gadda il riferimento è l'edizione in cinque volumi diretta da Isella: in questo articolo si citerà il titolo del testo, seguito dalla sigla del volume in cui compare e dal numero di pagina. Questi i titoli per esteso e le corrispondenti sigle: C.
Due note sull’officina “puteolana” di N. Naevius Hilarus
L'articolo è diviso in due sezioni. Nella prima sono riesaminate due matrici neviane, una proveniente da Cuma, l'altra acquistata qualche anno fa sul mercato antiquario dal British Museum; diversamente da quanto ipotizzato in passato, il piccolo elemento posto sotto i bolli delle due matrici, interpretato come melograno, è semplicemente la traccia di una prima e maldestra impressione del punzone. Nella seconda parte è riesaminato un largo frammento di calice neviano dai recenti scavi condotti a Cuma.