LA FOTOGRAFIA DELLA SPAGNA (original) (raw)

Italia/Spagna: l'immagine riflessa

Italia e Italie. Immagini tra Rivoluzione e Restaurazione, Roma, Bulzoni, pp. 161-181, 1999

161 1 È l'idea che informa le tabelle comparative sul carattere nazionale nei vari paesi europei, divulgate dalle grammatiche per stranieri tra Cinque e Settecento; cfr. Grammatiche, grammatici, grammatisti. Per una storia dell'insegnamento delle lingue in Italia dal Cinquecento al Settecento, Pisa, Libreria Goliardica, 1989. Al principio di complementarietà si attiene peraltro Castiglione nella sua idea del «perfetto cortegiano» come somma delle virtù caratteristiche di Italiani, Francesi e Spagnoli. 2 p. 987 dell'autografo (cito sempre dall'edizione critica dello Zibaldone di pensieri a cura di G. Pacella, Milano, Garzanti, 1991). Natura/Ragione attraverso l'idealizzazione dell'elemento rimosso (la natura, appunto). 3 L'ambigua operazione ideologica puntava così a salvare sul piano dell'ideale ciò che veniva soppresso sul piano della realtà, nella stessa misura in cui lo spirito antico appariva quale antitesi necessaria del processo socioeconomico inesorabilmente avviato verso l'industrializzazione e l'uniformazione dei costumi. 4 In questo modo, la lotta per l'egemonia europea ingaggiata dalle maggiori potenze (la Francia, l'Inghilterra e l'Austria) apparve subito avviata ad assorbire i conati rivoluzionari dei paesi "romantici" del Meridione, divisi a loro volta al proprio interno fra glorificazione del passato e dinamica borghese mentre divenivano soggetti passivi di mitizzazione da parte di viaggiatori nostalgici. Di qui -sempre a dire di Leopardi -gli infiniti libri «pubblicati in ciascuna nazione per informarla delle cose delle altre» e in particolare la moda dei racconti sull'Italia, «fatta oggetto di curiosità universale e di viaggi, molto più che ella non fu in altro tempo, e molto più generalmente, e più ancora che alcun altro paese particolare». 5 Nel sovrapporsi di spinte contraddittorie, all'Italia e alla Spagna, parimenti arretrate e solari anche se diversamente 'antiche', toccò dunque il ruolo di serbatoio di miti funzionali alla dialettica del progresso (si pensi all'abbinamento dei due paesi offerto da De Musset nei Comtes d'Espagne et d'Italie, 1830); talché, luogo prediletto delle rovine classiche il primo, del medioevo cavalleresco il secondo, essi furono deputati a spartirsi il concetto di natura -antica e selvaggia, equilibrata e irregolare -quali dramatis personae della concezione bivalente che il romanticismo aveva ad essa assegnato da tempo.

LA FEBBRE SPAGNOLA

e-storia.it

Incertezze sull'origine della "Spagnola" La febbre o influenza "Spagnola", altrimenti conosciuta come la "Grande Influenza", è il nome di una epidemia influenzale diffusasi fra il 1918 e il 1920 e che è considerata la più grave forma di pandemia della storia dell'umanità; il numero di decessi superò quello dei morti provocati dalla Grande Guerra. Scoppiò improvvisamente nella East Coast all'inizio di settembre e il virus fu portato in Europa dalle truppe statunitensi durante la Grande Guerra. Il conflitto durava ormai da quattro anni ed era diventato una guerra di posizione: milioni di militari vivevano quindi ammassati sui vari fronti, in trincee anguste e in condizioni igieniche terribili che favorivano la diffusione del virus. Il particolare contesto in cui si diffuse causò la decimazione della popolazione civile più di quanto non avessero fatto gli eventi bellici di per se stessi.

DIDEROT STORICO. LA SPAGNA A FINE SETTECENTO

Non rientra nella tipologia delle «causes célèbres» studiate da Maza nel suo fortunato libro 1 , ma non c'è dubbio che l'arresto, il processo e la condanna di Pablo Olavide costituirono un caso giudiziario assai celebre nell'Europa della fine degli anni Settanta. Si può dire che non ci sia stato periodico che non ne abbia parlato, dalla Francia all'Olanda, all'Italia 2 . Nel decennio che vide infiammarsi il confronto ideale e istituzionale tra religione e politica per lo scioglimento della Compagnia di Gesù, l'arresto del prestigioso funzionario e uomo di fiducia di Campomanes e Aranda da parte dell'Inquisizione spagnola suscitò nuovo clamore. Dopo la battaglia vinta contro i gesuiti, veniva ora in primo piano l'Inquisizione, un altro dei bastioni della religione cattolica controriformata, il più temibile dei suoi tribunali di fede. Si discusse la sua violenza, la sua disumanità, il suo violare i diritti naturali; e si tornò a discutere della Spagna.

STORIA DELLA FOTOGRAFIA

fedeli escluso il colore. Secondo periodo: ricerca estetica (l'arte della fotografia), dimostrare le possibilità creative, immediatezza comunicativa -pictorialism: meditare sulle capacità espressive, definire un linguaggio specifico La compressione della tridimensionalità consente di vedere nitidamente oggetti vicini e lontani, il codice grafico acquisito ci consente di ritrovare la tridimensionalità visiva, di conseguenza si percepisce il primo piano per passare subito al secondo. Assieme alla forma, l'occhio scopre "il contenuto", ma è il "segno" ad avere già dentro di sé il "contenuto". Terzo periodo più meditativo, reazioni percettive determinate dalla struttura grafica essenziale e dal contenuto generale dell'immagine, "colto al Volo". Con i Pittorialisti (primi artisti) vengono concepite delle ragionate alterazioni di procedure funzionali ad un progetto fotografico (la nitidezza non era più la sola garanzia di qualità) l'INVENZINE: tutta la personalità dell'autore. La VISIONE presuppone il PROGETTO TIPOGRAFO + Fotografia = GRAFICO

I ritratti di San Sebastiano

Magnin Literaire, 2011

An analysis of the psychological and aesthetic elements of the iconography of San Sebastian throughout the centuries.

LA QUESTIONE NAZIONALE IN SPAGNA: NOTE SUL RECENTE DIBATTITO STORIOGRAFICO

Lo studio del nazionalismo, nelle sue molteplici sfaccettature, è un tratto caratteristico, ormai quasi un "classico", della storiografia spagnola almeno dagli anni Settanta. Le ragioni sono ovvie: il protagonismo politico e mediatico assunto dalla questione nazionale nell'agenda dell'attualità spagnola nel corso del XX secolo e soprattutto nella fase della transizione alla democrazia, un protagonismo che si è accentuato dopo il 1996 a causa di fattori quali la persistenza del terrorismo etno-nazionalista nei Paesi Baschi; la costante riproposizione di una ipotesi di articolazione della struttura territoriale dello Stato da parte dei nazionalismi catalano, basco e galiziano; la stessa influenza di questi movimenti nazionalisti "substatali" sul sistema politico spagnolo, così come l'enfasi che il conservatorismo spagnolo negli ultimi dieci anni ha posto in una sorta di "rinazionalizzazione" della Spagna, in particolare attraverso i tentativi fatti in tal senso da parte dei governi del Partito popolare (PP) tra il 1996 e il 2004. Che il nazionalismo sia una delle preoccupazioni costanti della storiografia spagnola non è altro, quindi, che un riflesso della centralità che la questione nazionale occupa nell'attualità politica -o, sarebbe più corretto dire, nella definizione della "agenda politica" -della Spagna.

UNA SPLENDIDA FOTO DI FONTANAROSA

In questa bella foto, vi sono le due classi sociali del paese: i borghesi con cappotto e cravatta e quelli della classe subalterna col mantello, che vestiva anche di roba rattoppata o lacera che talvolta riceveva in dono dai borghesi. Su una foto così si potrebbe scrivere un romanzo, chiaramente al passato, perché questo è un mondo ancorato nella memoria collettiva di chi visse in quegli anni. Pochi uomini sono senza cappello. E ciò perché si era ancora nel patriarcato e chi comandava portava appunto il cappello, anche se in non pochi casi valeva il detto: "A portare il cappello sono io, ma chi comanda a casa è mia moglie!". Se ci mettiamo a fissare, uno alla volta, questi uomini nel loro sguardo, ci viene restituito un mondo che non conoscevamo, eppure ci appartiene. Il panorama sociale, anche nei paesi, è completamente mutato non solo rispetto alla metà del Novecento, ma anche in riferimento agli anni Ottanta. Non va dimenticato che il terremoto distruttivo del novembre 1980 stravolse il panorama urbano, rurale e sociale dell'Irpinia, arrecando dolori e tragedie a tantissime famiglie. Far rivivere delle foto come questa, dopo attenta ricerca nel luogo in cui fu scattata, interrogando le persone che conoscevano questi uomini e i loro discendenti, può aiutare a ricostruire fatti e storie dimenticati. Una mostra e la conservazione di queste immagini, in luoghi istituzionali idonei, farà sì che esse non vadano disperse e le storie personali cancellate definitivamente. Sarebbe bello collaborare alla conservazione dei "patrimoni immateriali" irpini. Personalmente ho approfondito quello di Montecalvo Irpino, ma confido che in Irpinia anche altri abbiano raccolto e Angelo Siciliano Caro Michele, per produrre reddito ci volevano terra, capitale e lavoro. I mezzadri erano in grado di lavorare, magari il capitale era frutto di risparmio o era preso a prestito e, una volta comperata la terra, si sarebbero stentato il pane. Michele Degrazia Foto bellissima. Rauzzino Luigi Bellissima foto! Commenti su Facebook del 2023 Mario Vitale … Tiémp' passat' … che ben ricordo, da me vissuti. Angelo Siciliano Caro Mario, questi volti ce li portiamo dentro, ci tengono compagnia e ci rassicurano, anche perché forgiarono il nostro modo di vivere e pensare. Buona giornata. Michele D'Ambrosio Angelo Siciliano Nella Foto il 5° da sin. col cappotto chiaro è Mio Zio Michele Giannasca fratello di mia mamma Ermelinda Giannasca, classe 1920/22, sempre elegante. Angelo Siciliano Caro Michele, è una figura signorile, come si diceva in paese. Fabio Di Blasi C'è anche mio nonno. Angelo Siciliano Fabio, se ce lo indichi, farà piacere anche a qualche amico di Fontanarosa. Fabio Di Blasi Angelo Siciliano ricordo molte persone, io ho 65 anni. Mio nonno è la quarta persona da sinistra a destra sulla fila superiore (Emilio Di Blasi). Si vede solo il capo. Tra le persone in foto, conosco prima di mio nonno, Vincenzo Giusto, Michele Giannasca già indicato in un precedente commento dal nipote, poi alla sinistra e dietro il sindaco, Agostino Ruzza, Giovanni Di Fronzo, l'ultimo a destra sulla fila inferiore. Anche altri di cui non ricordo il nome. Angelo Siciliano Grazie, Fabio, per il tuo contributo, oltre a tuo nonno sono ricordati altri concittadini che contribuirono alla vita del paese. Giacomina Erriques Davvero, quei volti ce li portiamo dentro, sono quasi un'ancora di salvezza per noi, che viviamo in un mondo scombussolato! Angelo Siciliano Cara Giacomina, questi sono i nostri avi e nel nostro specchio interiore fungono, in qualche misura, da numi tutelari, com'erano i Lari per i Romani. Giacomina Erriques È giusto così, Angelo! Pasquale Guglielmo Bice Un interessante spaccato della vostra vita intensa e variegata che rivela la vostra vocazione e il profondo amore per l'antropologia culturale, l'etnologia, l'arte e tutto ciò che sostiene l'esistenza umana. Complimenti. Angelo Siciliano Grazie, Pasquale Guglielmo Bice, l'essere umano mi ha sempre affascinato. Da bambino mi piacque farmi riempire di cunti, aneddoti, filastrocche e quanto attiene alla cultura orale dagli anziani che vivevano nel mio mondo arcaico contadino. Già dagli anni '70 cominciai a esplorare lo scrigno di ricordi che si era addensato in me e, confrontandomi nei decenni con una ventina di informatori, ho potuto approfondire, a tutto tondo, il patrimonio di cultura materiale e immateriale del mio mondo di provenienza. E così, nel tempo, ho preso coscienza dello straordinario valore e significato di quanto i nostri avi ci hanno tramandato nei secoli, compresi i canti arcaici. Molto mio materiale si trova in 3 siti sul web, in alcuni blog e su YouTube si trovano attualmente 45 miei video: https://www.youtube.com/channel/UCBF7XJ2jjZbNBOdbv1tIpyA?view\_as=subscriber YOUTUBE.COM Angelo Siciliano-YouTube