Araldi del Vangelo Commissariamento Inspiegabile la Lettera di un canonista (2019 - marcotosatti.org) (original) (raw)

Recensione a R. Salvi (a cura di), Nell’aurora del Concilio. L. F. Capovilla, Assisi, papa Giovanni… il mondo, Cittadella, Assisi 2016; D. M. Turoldo, L. F. Capovilla, Nel solco di papa Giovanni. Lettere inedite, a cura di M. Roncalli e A. Donadio, Servitium, Milano 2017

In Impegno, 28 (2017) 2

R. Rosano, Zarri, Turoldo, Mazzolari: le «voci inquiete» della Chiesa, in «La Voce e il Tempo», 19 giugno 2022, pp. 14-15

Intervista di Roberto Rosano a partire dalle figure di Adriana Zarri, di Sorella Maria di Campello, di padre David Maria Turoldo, don Primo Mazzolari. «Sorella Maria e Mazzolari nutrivano la convinzione di non potersi ritenere orgogliosi possessori di verità, magari da imporre ad altri, come ancora avveniva per gran parte del Novecento; la poesia di Turoldo era pervasa dalla macerante domanda sul “silenzio di Dio” e approdava a un affidarsi tormentato al mistero dell’“Altro”; Adriana Zarri, abbandonandosi a un “Tu” appassionatamente amato, già viveva una dimensione cosmica “immersiva” che prelude alle ultimissime interrogazioni teologiche. C’è in tutti loro l’avvertimento di inquietudini poi largamente condivise, e insieme il disagio di fronte all’esclusione di chiunque fosse considerato “lontano”, il superamento di un approccio individualistico e intimistico, oggi risorgente in gruppi e ambienti tradizionalisti e di nuova religiosità. In tempi e con stili diversi, da tutti giunge l’invito-provocazione a stare nel cuore della storia condividendone le sfide radicali e drammatiche; a esercitarsi nell’accoglienza e nell’ospitalità, scommettendo nella riconciliazione tra umani e con il creato; a cantare “il sogno del mondo”, come invitava Turoldo nel suo verso più luminoso».

La mano del Padre Cesari con una lettera inedita

Si sono citati in sigla il «Giornale Ligustico» (GL) del padre Spotorno (1827-1829) e A. Cesari, Lettere ed altre scritture, a cura di G. Guidetti, Libreria salesiana, Torino 1896 (L). 1 Il ligustico [G. Bertolotto], Per un leone e una mano, in «Giornale Ligustico», XXII (1897), pp. 163-168, con sintesi di precedenti polemiche a seguito del proprio articolo sulla «Nuova Rassegna» del 1893. Cita la mano già A. Neri, Due lettere inedite di Antonio Cesari, in «Giornale Ligustico», V (1878), p. 432. A «Monsignor Rossi e la mano del Padre Cesari» Giuseppe Pasolini, all'epoca Confaloniere di Ravenna, dedica un capitolo delle sue Memorie (Galeati, Imola 1880). Cfr. G. Guidetti, Antonio Cesari: giudicato e onorato dagli italiani, s.e., Reggio Emilia 1903, p. 317, dove si legge la didascalia della fotografia inviata dall'allora bibliotecario della Berio: «come si vede si tratta delle falangi incastrate in una mano di cera sopra un cuscino di seta». Stefano Rossi (Colla, oggi Coldirodi 1803 -1857) nel 1853 legato apostolico a Ravenna fece riesumare il cadavere del Cesari, ivi morto nel '28 e gli diede monumentale sepoltura in Duomo, con gli onori della cronaca: «Volle allora l'illustre prelato Rossi, che quelle venerande ossa coperte della s. tonaca de'figli di s. Filippo Neri, fussero legalmente riconosciute, e recitate le preci, e ribenedettele coll'acquasanta, accompagnolle al nuovo apposito e ben murato avello, con pergamena entro tubo vitreo fasciato di bandone, riferente le memorie di quella traslazione; contemplò egli per l' ultima volta il teschio in cui si accolse tanto senno, e la bocca donde uscì tanta evangelica sapienza, e tanta copia di care eleganze di nostra favella, ed in ultimo velò colle sue mani il volto dell'uomo famoso, tributo estremo di religiosa filiale pietà» (Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Emiliana, Venezia 1859, vol XCIII, p. 238). Il Rossi scrisse memorie erudite (una su Colombo) e raccolse le sue prose sacre ed accademiche nel 1844 e nel '57. Memorabile anche come anni prima annunciò da Civitavecchia nel 1842 al Segretario di Stato Lambruschini la morte a Parigi del locale console di Francia, Henri Bayle: «par lui dans ses romans répandus sous le faux nom de Frédéric (sic) Stendhal nous font plaindre la manière dont il fut brisé par la Justice divine» (Stendhal, Correspondance générale: 1837, par V. Del Litto, Champion, Paris 1999). Fu bersaglio di Carducci nel suo discorso commemorativo per il venticinquesimo del XX settembre: «Dovevano tollerare […] monsignor Stefano Rossi delegato apostolico in Ravenna, scrivente nel 1851 al governatore di STEFANO VERDINO LA MANO DEL PADRE CESARI (E UNA SUA LETTERA INEDITA) * Alla Biblioteca civica di Genova da metà Ottocento si è conservata una mano destra «sotto una campana di vetro, in una sala della Beriana»; ma alcuni decenni dopo ad un erudito locale appariva «negletta» non meno che ignota, tanto da stimolarlo alla ricerca di un'identificazione e da un consulto nei Processi verbali del Municipio di Genova del 1857 risultò essere «la mano destra del dottissimo padre Antonio Cesari», legata alla biblioteca per testamento da Mons. Stefano Rossi 1 .

Vangelo di Marco. Commentario esegetico e teologico (Roma 2018) - Ed. Città Nuova, 968 pp., euro 65,00.

2018

«Benché sottoposto da tempo a studi critici approfonditi, il Vangelo secondo Marco rimane ancora pieno di fascino per l'esegeta. Quando si prova a prendere qualcuna delle sue pericopi e ad interrogarla con domande adeguate se ne ricava una dovizia di risposte e insieme di nuovi interrogativi che allargano l'orizzonte della ricerca» (C. M. Martini). La riflessione proposta ormai molti anni fa dal Card. Martini mantiene tutta la sua validità, e anzi trova ulteriori conferme quando si sottopone il Vangelo a un’analisi di tipo narrativo, capace di suscitare nuove domande e indicare inedite piste di interpretazione. Come è sviluppata la trama di Marco? Come egli descrive i suoi personaggi? Come il lettore è coinvolto nella ricerca dell’identità del protagonista Gesù? Il commentario esegetico-teologico qui proposto intende guidare il lettore a scoprire, episodio dopo episodio, il segreto del secondo Vangelo, fornendo indicazioni di tipo linguistico e storico, accompagnate da riflessioni esegetiche e approfondimenti di tipo teologico e narrativo, in dialogo con gli studi e le metodologie più recenti. Il commentario propone l’analisi di tutti gli episodi del Vangelo, letti nel loro contesto più ampio e valutati nella loro funzione narrativa in relazione all’intero racconto. Offre altresì la presentazione dei principali personaggi del Vangelo, e di tutte le tematiche più rilevanti che si incontrano via via nella narrazione, grazie a una sezione di “Approfondimenti” presente alla fine di ogni brano. Una snella introduzione aiuta a reperire le competenze necessarie per affrontare l’analisi del testo, in cui il lettore è accompagnato, passo dopo passo, alla scoperta del Vangelo di Marco, trattato anzitutto per quello che è: un racconto avvincente e misterioso, capace di creare «un mondo di conflitti e suspense, di enigmi e segreti, di domande e rovesciamenti delle evidenze, d’ironia e di sorpresa» (C. Focant).

L. GASPARRO, “Prendere la parola. Tra insegnamento, intercessione e parresia”, in V. ANSELMO (ed.), In cammino con la Bibbia. Vivere il Sinodo ispirati dalla Parola, AdP, Roma 2022, 35-45.

V. ANSELMO (ed.), In cammino con la Bibbia. Vivere il Sinodo ispirati dalla Parola, AdP, Roma 2022, 35-45.

“Prendere la parola” potrebbe sembrare una nota ovvia, addirittura inutile. È infatti scontato che chi parla prenda la parola. Eppure, tale annotazione riceve una inconsueta attenzione nel testo biblico. Sottolineando tali espressioni è come se il testo biblico volesse indicare fin dall’inizio le grandi potenzialità di ogni presa di parola e la responsabilità di cui tale iniziativa debba esser insignita. In tal senso, tali formule rappresentano un ottimo punto prospettico per sondare lo statuto stesso del testo biblico e il suo valore interpellante e plasmante rispetto a chi lo legge.

Il “negotium imperfectum” per Ambrogio da Massa (1240-1257). Con l’edizione del rotolo processuale per la canonizzazione (Orvieto, Sezione di Archivio di Stato, R 3)

Spoleto, CISAM (Medioevo francescano. Saggi, 20), 2019

Il volume contiene l'edizione critica del processo istruito a Orvieto dietro ingiunzione di papa Gregorio IX per la canonizzazione del francescano Ambrogio da Massa (m. 1240). Il testo latino è corredato da un'ampia introduzione mirante sia a contestualizzare il processo nelle vicende storiche della prima metà del XIII secolo sia a spiegare le ragioni del suo fallimento – benché riconosciuto da Alessandro IV a livello locale, il culto di Ambrogio non ottenne alcuna canonizzazione – dovuto non tanto a "mancanze" riscontrabili nella santità del frate quanto piuttosto a questioni formali, di cui fu responsabile forse soprattutto la stessa commissione d'inchiesta, capeggiata dal vescovo della città, Raniero.

P. Mascilongo - A. Landi, «Tutto ciò che Gesù fece e insegnò». Introduzione ai Vangeli sinottici e agli Atti degli Apostoli (Graphé 6), Elledici, Torino 2021

2021

I Vangeli Sinottici e gli Atti degli Apostoli contengono le tracce più antiche e autentiche per conoscere da vicino le azioni e le parole di Gesù e dei suoi primi seguaci, patrimonio prezioso e insostituibile per chiunque voglia confrontarsi – da credente, da storico o semplicemente spinto da curiosità – con gli eventi che hanno dato origine alla fede cristiana. Ma come leggere oggi, in questo tormentato inizio di terzo millennio, i Vangeli? Come dar credito a testi così lontani dalla mentalità occidentale post-moderna e così distanti da noi per contenuto e linguaggio? È ancora possibile comprendere questi testi? Proprio la gravità di tali interrogativi rende lo studio dei Sinottici e degli Atti, ancora una volta, fatica necessaria e feconda. I tre brevi libri che raccolgono le prime testimonianze su «tutto ciò che Gesù fece e insegnò», come afferma Luca all’inizio degli Atti degli Apostoli, possono anche oggi dischiudere i loro tesori a nuove generazioni di studenti e lettori che vi si accostino con intelligenza critica e libertà di spirito. Negli ultimi anni, del resto, si sono aperte nuove strade nella ricerca (come le metodologie narrative), capaci di aggiornare continuamente un processo di interpretazione che non si può mai definire concluso. Ogni pagina di questi scritti ha la capacità di toccare sempre nuove corde dell’animo umano, oltre ad aprire prospettive inedite per gli studi storici, la cristologia e la teologia nel suo complesso. Dopo decenni di studi diacronici, che hanno consentito di rispondere a tante domande sulla composizione e l’origine dei Vangeli, i metodi sincronici stanno gettando nuova luce sull’interpretazione dei racconti evangelici e sul messaggio che i loro autori hanno voluto trasmettere nelle loro narrazioni. Ancora una volta, così, la possibilità di affrontare con gli strumenti adeguati lo studio dei Sinottici e degli Atti si rivela un passaggio fondamentale per la comprensione del fenomeno cristiano e del suo valore per la storia e la cultura, fino ad oggi.

Parola e testimonianza nella comunicazione della fede secondo Massimo il Confessore

Massimo Confessore parla speso sulla comunicazione della fede agli altri. Quello che vuole esporre agli altri la dottrina cristiana deve per primo approfondirla per mezzo della contemplazione; perciò, Massimo attribuisce di solito a sacerdoti e monaci il compito di trasmettere agli altri la fede per mezzo della parola. Il monaco costantinopolitano, però, spiega che tutti i cristiano devono insegnare agli altri che cosa è la virtù per mezzo dell'esempio; questo potranno farlo soltanto se prima hanno acquistato incarnandola in se stessi questa virtù.