Il leopardismo di Unamuno e la ricezione dello "Zibaldone" in Spagna (original) (raw)

Giacomo Leopardi Zibaldone

Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura Palazzo bello. Cane di notte dal casolare, al passar del viandante. Era la luna nel cortile, un lato Tutto ne illuminava, e discendea Sopra il contiguo lato obliquo un raggio... Nella (dalla) maestra via s'udiva il carro Del passegger, che stritolando i sassi, Mandava un suon, cui precedea da lungi Il tintinnìo de' mobili sonagli.

"Plurilinguismo leopardiano. Il caso dello «Zibaldone»", in "Lo «Zibaldone» di Leopardi come ipertesto", Atti del Convegno internazionale (Barcellona, Universitat de Barcelona, 26-27 ottobre 2012), a cura di María de las Nieves Muñiz Muñiz, Firenze, Leo Olschki, 2013, pp. 201-217.

in "Lo «Zibaldone» di Leopardi come ipertesto", Atti del Convegno internazionale (Barcellona, Universitat de Barcelona, 26-27 ottobre 2012), a cura di María de las Nieves Muñiz Muñiz, Firenze, Leo Olschki, 2013, pp. 201-217., 2013

Unamuno e le altre letture spagnole di Carlo Bo

2013

La prosa di Carlo Bo costituisce un difficile cimento per qualunque storico. La sua capacità di andare al nucleo delle cose, alla loro radice profonda, direi più che di astrarre, di estrarne il senso nascosto, lascia pochi indizi agli storici, la cui ricerca proprio di date, riferimenti puntuali ed episodi concreti si nutre, non potendo prescindere dall'imbastire con il tempo e lo spazio la propria ricostruzione. Ciò premesso, e precisando che è da storico che affronto l'argomento assegnatomi, quanto segue muove dal testo della conversazione che avevo avuto con Carlo Bo, nella sua abitazione milanese di via Maria Teresa, il 25 marzo del 1993, per il terzo numero di «Spagna contemporanea», dov'è pubblicata 1. Un testo che ho cercato di integrare con nuove ricerche per rendere il quadro delle letture spagnole di Carlo Bo meno lacunoso. La prima testimonianza di interessamento per la letteratura spagnola è la recensione del Oráculo manual di Baltasar Gracián, appena pubblicato da Carabba 2 , che appare nel febbraio del 1930 su «Frontespizio» 3. Una recensione redatta su invito di Piero Bargellini, che lo stesso mese si era rivolto a Bo interpellandolo come «spagnolista» 4. Come ha raccontato lo stesso Bo, il suo interesse per la letteratura spagnola era dovuto all'amicizia con Roberto Weiss, che poi avrebbe cambiato il proprio cognome, che gli veniva dal padre svizzero, con quello di Wis, per non essere scambiato per tedesco e che avrebbe peregrinato come Lettore d'italiano in varie capitali europee, prima di stabilirsi definitivamente nel 1940 a Helsinki, dove sarebbe morto nel 1987 5. Weiss, che apparteneva al cenacolo fiorentino del «Frontespizio», dove pubblicò una ventina di Unamuno e le altre letture spagnole di Carlo Bo di Alfonso Botti

Il 'sistema' dello Zibaldone e i suoi lettori

Lo "Zibaldone di Leopardi come ipertesto. Atti del Conveno internazionale. Barcellona, Universitat de Barcelona, 26-27 ottobre 2012, a cura di Maria de las Nieves Muniz Muniz, 2013

Il leopardismo di Alvaro: l’istanza finzionale nella narrazione diaristica

vol. del progetto editoriale da determinare, Limina Mentis Editore, Villasanta; consegnato, e accettato per la pubblicazione con la conferma dell’Editore

Lo spunto per l’articolo è tratto dall’utilizzo dell’espressione programmatica 'favola di vita', posta significativamente ad incipit e a incorniciare circolarmente il testo diaristico profilato in "Quasi una vita", già di memoria leopardiana (poiché attestata nelle "Operette morali"), e intesa ad alludere alla maniera in cui nella narrazione viene messo in atto il dinamismo tra veridicità e finzione. Mentre la costruzione del primo giornale alvariano si avvia in tal senso con una constatazione sulla scarsezza dell’elemento mitopoietico, in consonanza con il principale ruolo testimoniale, dall’ulteriore ricorrenza di questa categoria nozionale si evince invece una rinnovata disponibilità a potenziare miticamente il senso del vissuto. Così viene tratteggiato il tema del leopardismo letterario dello scrittore calabrese, presentandone alcuni tratti particolarmente determinanti. Anche dal punto di vista formale, i diari di Alvaro in cui si persegue l’obiettivo di inquadrare i minimi fatti ritenuti di primaria importanza e circoscrivibili per lo più all’ambito civile, si situano sulla scia dello "Zibaldone di pensieri", in quanto uno dei modelli per quel che pertiene all’articolazione del discorso e alla fondamentale maniera in cui vi è intrapresa un’analisi poetologica e speculativa.

Qualche osservazione su una dittologia dello Zibaldone di pensieri leopardiano

Italica Belgradensia, 2022

Nel presente contributo viene esaminato un aspetto stilistico-semantico della prosa dello Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi-le dittologie. Un particolare esempio-ovvero l'analisi delle dittologie con la parola barbaro/barbarie come uno degli elementi-mostra come il sistema filosofico-moralistico di Leopardi sia indissolubilmente legato alle sue scelte linguistico-stilistiche. L'ambiguità del sistema aperto e sempre in fieri viene creato anche in virtù allo stilema in questione, ricorrente nella prosa frammentaria del recanatese. Anche le dittologie mettono in dubbio e relativizzano alcuni dei concetti chiave del pensiero leopardiano, grazie alla loro struttura bipartita, sintetica e analitica nello stesso tempo. Nelle coppie sinonimiche, ogni elemento ottiene il proprio valore semantico in base al contesto e, innanzitutto, in base al secondo termine a cui è accoppiato. Pertanto, anche l'analisi del concetto in questione all'interno delle coppie sinonimiche mostra che barbaro/barbarie ha valore semantico ambiguo, a volte persino contraddittorio, mettendo in dubbio addirittura altri concetti fondamentali della filosofia creata da Leopardi, quali la natura e la civiltà.

I tedeschi nello Zibaldone leopardiano

I tedeschi e la Germania nello Zibaldone leopardiano Nella sua breve vita Giacomo Leopardi non visitö mai la Germania,anzi non si recö mai all'estero e lo stesso attraversamento degli stretti confini dello Stato della Chiesa, in cui nel 1798 il poeta aveva visto la luce, si rivelö impresa non facile. Com'ö noto, Leopardi trascorse la sua giovinezza a Recanati, suo paese natio, lontano dalla vivace vita culturale dei grandi centri italiani e rinchiuso nella biblioteca paterna, a stretto contatto con gli autori classici, che egli sin da tenera etä lesse e tradusse. Nei suoi < (1808-1814) egli apprese da autodidatta il latino, il greco, I'ebraico, I'inglese e il francese. In questa prima fase del suo lavoro intellettuale Leopardi si distinse quale esperto filologo e tradusse, tra l'altro, Omero, Virgilio, Mosco ed