J. Bassano, Cacciata dei mercanti dal tempio; Francia (bottega), Matrimonio mistico di santa Caterina e san Giuseppe; G. Romanino (da), Giudizio di Salomone. (original) (raw)
Related papers
Nel luglio del 1578 l’Ufficio dei Paschi di Siena diede l’avvio ad un processo a carico di un proprio funzionario, il Cavallaro Pietro di Mariano da Manciano, che si concluse nell’agosto dell’anno successivo. Le accuse erano quelle di malversazione, appropriazione indebita e corruzione. Scorrendo le carte dei verbali del processo emerge un microcosmo di uomini e di animali e un continuo alternarsi di rapporti non soltanto tra il vecchio centro (Siena) e la periferia (la Maremma), ma anche con Firenze, nella cui orbita Siena e il suo vasto Stato territoriale erano ormai entrati a far parte da circa un ventennio. Il processo offre l’occasione di illustrare i comportamenti e le pratiche che caratterizzavano la vita quotidiana, l’economia e il lavoro nel mondo pastorale e rurale della Maremma toscana nel secondo ’500. La storia e la gestione di questo processo fanno emergere gli elementi specifici del potere decisionale della dinastia medicea che tendeva sempre più verso l’accentramento assoluto e, conseguentemente, sempre meno disposta a condividere la propria sovranità.
Reti medievali rivista, 2017
Whole volume in open access: http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/issue/view/393\. Article in open access: http://www.rmojs.unina.it/index.php/rm/article/view/5101 The essay examines the accounts about the “white biennium” 1300-1301 provided by Dino Compagni and Giovanni Villani, as well as by their readers and modern interpreters (Leonardo Bruni, Niccolò Machiavelli and Scipione Ammirato up to Isidoro Del Lungo and Robert Davidsohn). The scrutiny and the comparison with other minor chronicles of the 14th century (see «Reti Medievali - Rivista», 17 [2016], 2, 113-151) leads to a new interpretation of these witnesses, which explains the evasiveness in the account by Dino Compagni and provides not only a new reading of the overall sense of this historical phase but also of the specific sense of Dante’s reference to these facts in the canto VI of the Inferno.
La villa della Magliana, dimora di caccia di papi e cardinali La villa della Magliana è la più antica residenza dei papi della Campagna Romana; le sue vicende s'intrecciano con quelle dei grandi protagonisti del Rinascimento, che la scelsero come dimora di caccia e luogo di villeggiatura ( ). La villa è situata in prossimità dell'antica via Portuense, all'altezza del settimo chilometro della via della Magliana, tra la ferrovia e l'autostrada di collegamento con l'aeroporto di Fiumicino: l'area della tenuta sorge presso un'ansa del Tevere in corrispondenza della riserva naturale della tenuta dei Massimi, una zona di elevato interesse naturalistico e ambientale, ricca di boschi e di selvaggina che spiega l'uso di riserva venatoria che il sito ha avuto a partire dal XV secolo, quando papi e cardinali la scelsero come residenza di caccia e luogo di villeggiatura.
Questo volume fa parte di una 'trilogia' di edizioni di atti redatti da tre notai operanti nell'ambito della curia arcivescovile genovese nei secoli XIII-XV, dedicate a Sua Eminenza Reverendissima il Card. Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Genova, in occasione della Sua elevazione alla porpora cardinalizia. Già in ritardo, nel 2004, quando fu pubblicato un primo volume, eravamo convinti che l'impegno assunto sarebbe stato completato in tempi brevi, tanto da indurci ad anticiparne la presentazione completa, intesa anche ad illustrare a Sua Eminenza l'ambizioso programma del Codice diplomatico della Chiesa Genovese, al quale stiamo attendendo grazie all'appoggio offertoci dalla curia genovese, segnale di una rinnovata attenzione nei confronti della memoria storica della diocesi. Mai avremmo pensato che l'uscita di questo nuovo volume, che ci immette nelle tragiche vicende dell'arcivescovo Pileo de Marini, protagonista, non di secondo piano, agli inizi del Quattrocento, del Grande Scisma d'Occidente, sarebbe coincisa col commiato del nostro Arcivescovo, chiamato da papa Benedetto XVI a reggere la Segreteria di Stato. Con grande rimpianto, rigraziandoLo della considerazione per il nostro quotidiano e silenzioso servizio nei confronti di un grande passato, osiamo pensare che il neo Segretario di Stato porterà con sé nei Palazzi Apostolici sentimenti, profumi e sapori di Liguria, nonché, attraverso questo volume a Lui dedicato, anche un piccolo pezzetto della nostra storia, nella quale Egli ha giocato un ruolo di primo piano, sia pur per troppo poco tempo. Con gli stessi sentimenti di sempre. Grazie Eminenza Genova, settembre 2006 Dino Puncuh 14 A. BARTOLI LANGELI, Prefazione a Chiese e notai cit., p. 12. 15 Si vedano al riguardo le considerazioni di A. ROVERE, Libri "iurium-privilegiorum cit., pp. 108-110. 16 Esemplificativo il caso milanese: C. BELLONI, Dove mancano registri vescovili ma esistono fondi notarili: Milano tra Tre e Quattrocento, in I registri vescovili cit., pp. 43-84; I notai della curia arcivescovile di Milano (secoli XIV-XVI). Repertorio a cura di C. BELLONI e M. LUNARI, Roma 2004 (Materiali di storia ecclesiastica lombarda, secoli XIV-XVI, 7), pp. XIII-XXII. Più in generale si veda la sintesi di G. CHITTOLINI, "Episcopalis curiae notarius" cit., pp. 221-232. 17 Un immediato riscontro ci è offerto dall'elenco pubblicato da A. ROVERE, Libri "iurium-privilegiorum cit., pp. 168-170, in cui compare un cospicuo numero di notai designati dalla qualifica di scriba archiepiscopi o scriba curie, ma dei quali ben poco ci è pervenuto. 18