Rohingya, il popolo fantasma (original) (raw)
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Dal 19 maggio del 1931, data della partenza dal porto di Bordeaux con destinazione Dakar, al 15 febbraio del 1933, data del rientro a Marsiglia, Michel Leiris scriverà, quotidianamente e quasi ossessivamente, le sue annotazioni, il suo journal intime, sulla spedizione Dakar-Gibuti. Un anno dopo il rientro, il diario sarà dato alle stampe con il titolo L'Afrique fantôme. Il libro riproduce le annotazioni che quotidianamente l'antropologo surrealista aveva scritto. Non ci saranno cambiamenti di sorta, come egli stesso scrive nella prière d'insére, che accompagna la prima edizione e che vuole dar conto delle motivazione che lo spinsero a partecipare alla missione, ma anche della scelta di pubblicare il diario piuttosto che un'opera di altro tenore:
Mikhail Bakunin è figura controversa nella storia del pensiero politico. Pur nella molteplicità di ricostruzioni della vita del Russo e delle sue idee, deve in genere costatarsi una sorprendente propensione a sottovalutare ed addirittura a svalutare la dimensione teorica della sua opera. Si sottolinea e si drammatizza piuttosto il lato biografico, esistenziale ed anzi psicologico del personaggio. L'articolo si propone di tematizzare il significato più schiettamente filosofico del pensatore russo con specifica attenzione al suo radicamento nello studio del sistema hegeliano. Le idee di Bakunin pigliano l'abbrivio dai dibattiti dei "giovani hegeliani" a Berlino, ai quali il Russo dà un contributo significativo radicalizzando il lato differenziante o negativo del movimento dialettico dello "spirito". A tale ispirazione hegeliana Bakunin rimarrà fedele anche nel séguito della sua militanza politica, ben oltre la fase berlinese. Da quell'ispirazione, sia pure con l'aggiunta di altri materiali, egli trarrà il programma di una metafisica antiessenzialista ed antiautoriaria, critica della nozione normativa di legge. Questa sfocia infine in una concezione "dialettica" della libertà.
Il popolo dei libri Come è noto, il Corano definisce gli ebrei il "popolo del libro". Rav Sacks non esita a considerarla una grande affermazione. L'intera storia del giudaismo può essere considerata la storia d'amore fra un popolo e un libro, che ogni anno, durante Simchàt Torà, viene concluso e immediatamente iniziato di nuovo. L'ultima lettera della Torà è una lamed, la prima una bet, che assieme formano la parola lev (cuore): sino a che il popolo ebraico continuerà a studiare la Torà, il suo cuore non smetterà di battere (Sacks 2012). Rav Soloveitchik (Soloveitchik 1989, 154) scrive che la Torà conduce la Presenza Divina «nell'arena mondana di spazio e tempo, nel mezzo della vita terrena». La Torà non rimane in un iperuranio mondo, ma fa discendere, anche se imperfettamente, il mondo eterno nelle nostre vite, svolgendo un ruolo fondamentale e dirimente. Il re Shelomò nei Mishlè (Pv 3, 18) la definisce «etz chayìm», l'albero della vita. Nota è l'affermazione di Ben Bag Bag nei Pirqè Avot (5,21): «voltala e rivoltala, perché tutto è in essa». E' noto quanto Rambàn scrive nell'introduzione al suo commento alla Torà: il testo biblico è formato da infinite combinazioni del Nome divino. La vita ebraica è pertanto una vita piena di letture, e una casa ebraica è solitamente piena di libri. Rav Steinsaltz in un video non esita a definire l'ebreo colui che bacia i libri (Chighel 2016). Mosè, con un tocco di poesia, tiene per ultimo il comandamento in base al quale ciascuno è tenuto a scrivere per sé il rotolo della Torà; non è sufficiente dire di aver ereditato la Torà da Moshè, ciascuno è tenuto a renderla nuova e trasmetterla alle generazioni successive (Sacks 2012). Gli studiosi di religioni comparate hanno molta dimestichezza con la definizione del popolo ebraico come popolo del libro, ma non si tratta di una definizione esclusiva, dal momento che è condivisa con varie altre religioni, come il cristianesimo e l'Islam (Halbertal 1997, 2). Preliminarmente è opportuno far notare che è più giusto definire il popolo ebraico come popolo dei libri, dal momento che il suo canone autoritativo è composito e non si riduce al solo Tanàkh, ma comprende altri testi come la Mishnà e il Talmùd, il Midràsh, gli altri testi della letteratura rabbinica e la letteratura mistica. Il Rabbino Capo di Francia R. S. Sirat diceva che la Bibbia accompagna l'ebreo dalla nascita alla morte, e dalla morte all'eternità (citato in Attias 2015, 28). Non è possibile immaginare un ebraismo che prescinda dai libri neppure nell'aldilà: Halbertal, introducendo People of the Book, racconta di un suo insegnante che lo aveva introdotto ad un nuovo concetto di paradiso e inferno: nessuna pena o punizione, ma tutti racchiusi in una sala con l'ordine di studiare il Talmùd; per alcuni si sarebbe rivelato un paradiso, per altri un inferno (Halbertal 1997, 1).
La deportazione dei Rohingya e la possibile giurisdizione della Corte Penale Internazionale
◊ Ancora in tema di nomofilachia ◊ Le misure alternative alla detenzione ◊ In tema di colpa medica ◊ Sul cyberbullismo ◊ Imparzialità del giudice e esposizione mediatica Tra l'altro in questo numero: Pubblicazione quadrimestrale ISSN 0019-7084 Lavori in corso LA PROVA DEL METODO MAFIOSO Il paradigma di "Mafia capitale" (Tribunale di Roma, sent. 20 luglio 2017*) Moderatore: Gaetano Insolera relatore: Tommaso Guerini 21 febbraio 2018
L'identità negata dei rohingya - The complexity of Rohingya identity
Aggiornamenti Sociali, 2018
Despite being deeply rooted into Myanmar post-colonial history, the humanitarian crisis that hit Muslim communities in Northern Rakhine is overwhelmingly back to the media headlines. This article analyzes its genesis, profoundly connected with the complex setting of the country ethnic and religious composition. Does Aung San Suu Kyi Government have the right instruments to solve this political and social impasse? To what extent is this crisis affecting the economic development of Myanmar? Inspired by the very first mission of a Pope in the country, the paper also looks at the history of Catholic Church in Myanmar, and argues that interfaith dialogue can be part of the solution.