I podestà di Oberto Pelavicino nell'Italia settentrionale (original) (raw)
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Scacchiere Storico - Rivista Online di Ricerca e Divulgazione Storica, 2022
La parola sindacato ha subito una notevole trasformazione nel tempo, a partire dal concetto romano della difesa e tutela, al contemporaneo rimando ad una associazione di salvaguardia di interessi comuni ad una categoria. In età comunale e signorile, la sua evoluzione sfociò in una forma di controllo giuridico-finanziario dell’operato e della gestione della cosa pubblica da parte del podestà cittadino, al quale per un limitato periodo di tempo ne era demandata l’amministrazione.
Il lascito del cardinale: un ripostiglio di antoniniani dall’Italia settentrionale (?)
This paper concerns a nucleus of coins donated to the Republic of Venice by the Venetian Cardinal Giovan Battista Zen by 1501. Arrived at the Libreria Marciana and then unexpectedly divided between the collections of the Museo Archeologico Nazionale in Venice and the Museo Correr in Venice, this collection is now largely identifiable thanks to the archival ducumentation at the Biblioteca Marciana in Venice. The characteristics that these coins have in common make it possible a well-founded assumption that the entire nucleus donated by Zen was a hoard of denarii and antoniniani, which ends with issues of the Gallienic age. Reconstructed in this way, the hoard is comparable with many other Italian treasures, mainly from central and northern Italy, probably hoarded as a result of the continuous devaluation of the antoninianus in the ‘60s of the third century. These comparisons allow us to locate within these areas the possible site find of the hoard, since these are also the context in which the pastoral activity of the Cardinal took place.
IL clero della diocesi di Porto nell’Europa del medievo
2005
Nell' ambito del progetto "Fasti Ecclesiae Portugaliae", che pretende di far onoscere la prosopografia del clero diocesano portoghese dalla Riconquista fin gli inizi del secolo XIV, ci è toccato l, così come ad altri due investigatori anch' ssi presenti in questo Colloquio, il rilevamento delle informazioni relative al lero della Diocesi di Porto. In questo momento, si trova in fase finale di raccolta ati a partire dalla documentazione primaria (fonti medioevali, inedite o no). Per il fatto che stiamo lavorando con questo tipo d'informazioni siamo portati indagare, nella hibliografia esistente, il maggior numero di riferimenti alla ocesi in considerazione ed ai suoi prelati nel medioevo. Non ci è voluto molto empo per verificare, nonostante i numerosi volumi, che, direttamente o direttamente si rapportino alla città, a qualche suo prelato o anche alla chiesa rtoghese in generale, le poche notizie che si hanno sulla diocesi propriamente a. Vogliamo con questo dire che, nelia scia di studi classici che ci portano degli enchi più o meno completi, e più o meno corretti, dei prelati di Porto (questo è il caso di D. Rodrigo da Cunha2 o, già ali'inizio del secolo XX, di Monsignor José Augusto Ferreira3, parecchi autori hanno ripetuto informazioni4, aggiungendo poco di nuovo e soprattutto cercando d'analizzare i'evoluzione della Diocesi non nella sua dimensione interna (cioè, struttura, membri, patrimonio, ecc.), ma Universidade do Porto. Ricercatrice del progetto Fasti Ercleriae Portugaliae. Universidade do Porto. La squadra incaricata della Diocesi di Porro costituitadal Professore A. Carvalho Homem. e dai onori Luis Carlos Amaral e Andr6 Marquer, oltre le firmatarie di Questo lavoro. CUNHA, D. Rodrigo-Catdlogo e Hist6ria dar Biipar do Porto. Porto, 1623. FEIUIEIRA, Jar6 Augusto-Memdriar archeoldgico-hist6ricar da cidade do Porto: Fartor epircopair e
Le visite pastorali nell'Oltregiogo genovese
NOVINOSTRA IN NOVITATE, 9, 2020
Sito e redazione on-line: Alberto Ramasso Archivi fotografici: Fausto Mogni Progetto grafico e impaginazione: Arun Maltese Registrazione presso il Tribunale di Alessandria n. reg. stampa 37, n.r.g. 513/2016 Redazione: c/o Caserma Giorgi, via Verdi 37/ piazza Leoni di Liguria, 15067 Novi Ligure (AL) Pubblicata in collaborazione con Città del silenzio edizioni Novi Ligure-Genova Finito di stampare nel mese di novembre 2019 da PressUp Srl di Nepi (Vt) per conto delle edizioni Città del silenzio
Il santuario settentrionale di Paestum
Brandonisio M.A. , Il santuario settentrionale di Paestum, in Le armi di Athena. Il santuario settentrionale di Paestum (Catalogo della mostra, Paestum, Museo Archeologico Nazionale, 25 novembre 2017-31 marzo 2018), a cura di R. Graells i Fabregat, F. Longo, G. Zuchtriegel), Napoli 2017, pp. 23-29.
Ricerche e scavi in corso sulle pendici settentrionali del Palatino
FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2004
Lo scavo alle pendici settentrionali del Palatino, iniziato nel 1985 come collaborazione tra la Soprintendenza Archeologica di Roma e l'Università di Pisa, è proseguito dal 1990 con l'Università di Roma "La Sapienza", avvalendosi di studenti provenienti anche da altre Università, sia italiane che straniere. L'indagine ha avuto come primo obiettivo lo studio di un quartiere del centro della città antica, compreso tra l'arco di Tito e l'Atrium Vestae imperiale escluso, area che avrebbe permesso di conoscere le dimore aristocratiche di epoca repubblicana. I risultati sono stati inaspettati e hanno consentito di ricostruire la storia di queste pendici del Palatino dalle prime frequentazioni, risalenti al IX-prima metà dell'VIII secolo a.C., sino al basso Medioevo, quando la zona viene abbandonata.
Gli Scalzi di Orvieto: storia di una Confraternita
Storia della Confraternita detta "Gli Scalzi" o della Morte di Orvieto (d: dalla sua fondazione alla decadenza del Novecento, passando per il primo insediamento nella piccola chiesa di Santa Mustiola, alla costruzione del proprio tempio dedicato ai Santi Giuseppe e Giacomo Fu fondata in seguito alla predicazione quaresimale del 1615 in Cattedrale da parte di un francescano “esemplare” e conosciuto dal volgo, secondo Carlo Cartari, come «il Cappuccino dalle corde» (per alcuni un certo padre Emanuele). Colpiti dalle sue omelie, un gruppo di orvietani richiese al vescovo la possibilità di istituire una Compagnia per seguirne i precetti di misericordia, di aiuto fraterno e di abbandono delle frivolezze terrene. Accordata la richiesta, venne concessa la fondazione nell’antica chiesa di Santa Mustiola (oggi civile abitazione in vicolo Pecorelli 3°), un piccolo tempio dove risiedeva già la Corporazione dei Sarti. Il vescovo Sannesio li pose sotto la protezione di San Giacomo Maggiore. Nel 1625 questi si aggregarono all’Arciconfraternita della Morte di Roma, da cui dipendevano direttamente riguardo le disposizioni generali e le finalità, godendone i privilegi e le indulgenze. Di seguito, con la costruzione della loro chiesa, la denominazione ufficiale divenne dei Santi Giuseppe e Giacomo o della Morte. Nel 1824, con l’erezione della Pia Opera dell’Agonia, fu definitivamente identificata in «Venerabile Confraternita dei SS. Giuseppe, e Giacomo Maggiore detta della Morte e dell’Agonia dei Scalzi