L'AMORE AL SUO DEBUTTO IN CAVALCANTI E DINTORNI (original) (raw)
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IL CANZONIERE AMOROSO DI LUDOVICO PASCHALE
Годишњак Филозофског факултета у Новом Саду, 49(3), 220–237., 2024
Questo articolo tratta l'analisi e la reinterpretazione del Canzoniere del poeta rinascimentale bocchese Ludovico Paschale prendendo come punto di riferimento versi della sua raccolta poetica scritta in italiano intitolata Rime volgari. La ricerca si basa su un approccio comparativo, di ricerca e storico-letterario che ha illuminato il modo e la maestria con i quali Paschale ha rappresentato l'amore dai suoi inizi fino al momento in cui subisce la provvidenza divina. Come poeta cresciuto sotto l’influenza dello spirito umanistico sia nella sua città natia, Cattaro, che durante i suoi anni di studio in Italia, culla del Rinascimento, eravamo interessati a capire come il poeta di Bocche di Cattaro abbia emulato la lirica d’amore dei suoi modelli, in particolare Francesco Petrarca. Fin dai primi giorni, influenzato dall'arte classica, il poeta ha naturalmente ereditato elementi della poesia rinascimentale, tra cui la struttura del romanzo d'amore nei versi. Tuttavia, nonostante fosse influenzato dai suoi modelli, Paschale è riuscito a infondere una scintilla di originalità e autenticità nelle sue rime. Analizzando i suoi versi scopriamo la sua abilità poetica, che lo distingue da molti imitatori e lo definisce come un creatore che ha ricontestualizzato motivi già noti, contribuendo così ad arricchire la scena letteraria rinascimentale del XVI secolo.
DAVID L'ESERCITO BIZANTINO A RAVENNA
M. DAVID, “L’esercito imperiale a Ravenna prima e dopo l’istituzione dell’Esarcato. Nuovi spunti di riflessione”, in Italia settentrionale e regioni dell’arco alpino tra V e VI secolo d.C. (atti del convegno online: 15-17 aprile 2021), a cura di M. Buora, S. Magnani e L. Villa (Storia e archeolog..., 2021
La vita di Ravenna è segnata dal 540 d.C. fino all’VIII secolo dalla presenza di contingenti militari dell’esercito imperiale. L’esame combinato delle testimonianze letterarie, documentarie, iconografiche, archeologiche ed epigrafiche relative ai soldati, oltre che lo studio delle chiese intitolate ai santi militari, permette nuove considerazioni.
My first article written on Italo Calvino (while Lecturer in Italian Studies @ the University of Oslo, 1998/2001)
VATICANO E TURCHIA, UNA STORIA D’AMORE E ODIO
Prima degli anni Sessanta ci furono svariati tentativi di creare relazioni tra Turchia e Vaticano (sin dall’epoca ottomana di Fatih il conquistatore). Eppure fu sempre avversato dal protezionismo del cattolicesimo francese, che faceva da ponte tra i cristiani d’occidente e quelli d’oriente. Ciò condizionò sostanzialmente le politiche pontificie, la cui diffidenza fu in seguito condivisa dai turchi, specialmente dopo il Trattato di Losanna.
LA SENSIBILITÀ FORMALE DI GUINIZZELLI E CAVALCANTI ALL'INTERNO DEL PANORAMA DUECENTESCO
Per collocare la sensibilità formale dei «due Guidi» all'interno del panorama duecentesco, occorre avere presente almeno a grandi linee quest'ultimo, e sarà quindi necessario in via preliminare darne conto 1 . Anticipando le conclusioni, si può dire che il secondo Guido, Cavalcanti, è un caso particolare, una sorta di picco attorno a cui si addensano una serie di fenomeni riconducibili a una casistica che praticamente non si dà altrove. Al netto di ciò, per quel che riguarda la sensibilità metrica Guinizzelli e Cavalcanti si trovano sullo stesso versante, e la loro posizione condivisa sembra essere la logica conseguenza del fatto che appartenevano alla stessa classe sociale: quella dei milites 2 .
LE FIABE ITALIANE DI CALVINO TRA ORALITÀ E SCRITTURA
teplice, mobile, interattiva, adattabile ad ogni singolo destinatario, come per andare oltre alla resistenza del testo» 9. 146 9. Ivi, p. 33. 10. Per esigenze di brevità queste opere saranno di seguito indicate con le iniziali dei loro autori: P per Pitrè, N per Nerucci, I per Imbriani. Le Fiabe italiane saranno invece indicate con le iniziali FI.
IL GIOVANE TRA IL NOVECENTO E IL DUEMILA
G. Greco- D. Monda, Novecento italiano raccontato da scrittori, Napoli, Liguori , 2008
«La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi» Il pensiero di Eraclito 1 [88 Diels-Kranz] indica con nettezza che la giovinezza è uno stato, uno stadio, una condizione, e che il primo modo per analizzarla è per contrasto con altri stati. Vivo, sveglio, giovane, si stagliano con tutta la loro forza di contro a morto, dormiente, vecchio. Ma i confini nel passato erano delineati da ben altri elementi che nel novecento. La pisside con la prima barba che viene mostrata all'ingresso della casa di Trimalchione 2 segna l'entrata nell'età adulta. Nell'antica Roma si passava direttamente dalla toga praetexta alla toga virile, non esistendo una toga juvenile, ovvero si passava direttamente dal mondo dell'infanzia al mondo adulto. Nel corso dei secoli molte soglie sono state create per segnare il transito. Per noi oggi nessun oggetto simbolico ormai marca l'entrata in un mondo complicatissimo, fatto essenzialmente di cambi di voce, di misure, di umore. Senza più riti di passaggio, nella più totale fragilità psicologica, soglia sbordante. All'interno dell'età si aggiungono separatìe, distinzioni, e dall'infanzia che non dovrebbe, etimologicamente, avere l'uso della parola, si passa all'adolescenza per sua natura "in progress": L'adolescenza fa cenno da lontano regno del pomeriggio tristezza precolombiana 3. Dopo l'adolescenza la giovinezza si allunga come ombra lunga della sera fino ai trent'anni ed oltre, non vuole addirittura, grazie ai progressi medici e cosmetici, più abdicare. E' inchiodata a quel frequentativo "adolesco"...