Review of 'Vedere nell'ombra. Studi su natura, spiritualità e scienze operative offerti a Michela Pereira, a cura di Panti - Polloni' in «Studi Medievali. Serie terza» 60, 2 (2019), pp. 1011-1019. (original) (raw)

Recensione di "La rosa segreta" (Manni, Lecce, 2022) di Paolo Ottaviani, pubblicata su "Verbum Press", anno IV, n°17, Febbraio 2023, pp. 120-122.

Verbum Press, 2023

IN COPERTINA "Power", digitale, 21x29,7 cm. L'opera rappresenta l'enormità della folla che unita e potente si ribella e manifesta per riappropriarsi di quei diritti molto spesso negati. Giuliana La Malfa nasce a Messina, dove vive e lavora. Nel 2018 entra a far parte del mondo dei fumetti, prima come assistente al colore, per un progetto francese e poi, dal 2019, come colorista, sia per progetti italiani che internazionali. Nello stesso periodo, continua il suo lavoro come illustratrice, sia per progetti indie che come copertinista. Nel Settembre del

RECENSIONE a Giulia Ammannati, Menia mira vides. Il Duomo di Pisa, le epigrafi, il programma, la facciata, Pisa-Roma, Istituti editoriali e poligrafici nazionali, 2019 (Serie erudita, 21), 164 pp. I sei brevi, ma densissimi, capitoli

Bollettino Storico Pisano, 2022

Il volume, pubblicato ad un anno appena dallo svolgimento del convegno, apre sull'edilizia abitativa di Pisa romana e medievale una prospettiva nuova, basata su una ricca messe di dati inediti o solo parzialmente pubblicati provenienti da vecchie e nuove indagini in ambito urbano: un'operazione che i curatori nell'Introduzione, pp. 7-11, assimilano a «un vero scavo archeologico» condotto «nelle pieghe di archivi e magazzini». Trattandosi di materiale eterogeneo, talvolta lacunoso o addirittura affidato alla sola memoria storica, determinanti nel risultato sono stati il confronto e la condivisione dei dati tra i soggetti che a diverso titolo -professionisti, membri della Soprintendenza e dell'Università -operano nel campo dei beni archeologici, insieme con l'individuazione di «indicatori archeologici minimi per attribuire a una struttura […] una funzione abitativa» e di una serie di elementi costitutivi in grado di allargare la prospettiva «dal singolo edificio ai processi di produzione dell'edilizia storica, alla fisionomia delle maestranze e delle committenze». Il percorso si articola nelle due grandi sezioni Età romana (pp. 15-90) e Medioevo (pp. 93-166), ciascuna con nove contributi, nel complesso raggruppabili cronologicamente in tre fasi principali: la città romana, l'altomedievale e quella compresa tra XI e XIV secolo. Diacronicamente risultano presenti notazioni di considerevole interesse sul contesto ambientale e in particolare su quei fenomeni naturali (in primis le alluvioni) che rappresentano un aspetto chiave dell'evoluzione urbana di Pisa: le mette bene in evidenza Gian Pietro Brogiolo nelle sue Conclusioni, pp. 175-179, in particolare nel paragrafo sull'Evoluzione ambientale. Nella città antica -come è noto posta tra due fiumi, l'Arno a Sud e l'Auser a Nord -le aree meglio indagate risultano le adiacenze della cattedrale, in particolare la piazza del Duomo dove gli interventi ottocenteschi di regolarizzazione e di rettifica hanno prodotto l'asportazione dei depositi accumulatisi nel Basso Medioevo, attribuendo una buona evidenza ai resti di edifici romani. Vi fanno riferimento i contributi di

MASSIMO COLELLA, Visioni e valenze della luce zanzottiana ('Conglomerati'), in Trasparenze ed epifanie. Quando la luce diventa letteratura, arte, storia, scienza, a cura di Michela Graziani, con premessa di Luigi Dei, Firenze, Firenze University Press 2016, pp. 293-318.

The paper aims to show and examine the complex semantic network subtly alluded to or clearly expressed by the numerous apparitions, visions, values and valances of light (and of darkness) in Andrea Zanzotto's poetry. Particularly, lògos, memory, landscape, human life, poetry are some of the main elements associated with light in the last collection Conglomerati (2009).

G. BORDI, Santa Maria Antiqua. Prima di Maria Regina, in L'officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro, a cura di G. Bordi, I. Carlettini, M.L. Fobelli, M.R. Menna, P. Pogliani, vol. 1, Gangemi Editore, Roma 2014, pp. 285-290.

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Elena Maiolini, L’ombra del padre. Il tormento della vendetta in Adelchi, Cid e Amleto, in Maschere del tragico, a cura di Claudia Cao, Alessandro Cinquegrani, Elena Sbrojavacca, Veronica Tabaglio, Between, VII.14 (2017)

http://www.betweenjournal.it/, 2017

This study analyzes similarities and differences between the figures of Adelchi, in Alessandro Manzoni’s tragedy, and the Cid of Pierre Corneille, significantly close to some aspects of the Hamlet’s character, and between the figures of theirs fathers, eager for revenge whose fulfillment falls on the shoulders of their children. Through the analysis of the remarkable Manzoni’s comments on the Cid and their echo in the first version of the Promessi Sposi, it intends to observe the importance for the writer of the representation of the desire for revenge as a literary subject that leads to discovering pulsating motives of truth on man.

La scienza al femminile, in Il sapere scientifico in Italia nel secolo dei lumi, a cura di G. Sironi, A. Conte, G. A. Danieli, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 2015.

Marta cavazza la scienza al FeMMinile l'espressione 'scienza al femminile' sembra rimandare alla convinzione, certamente presente nel settecento, dell'esistenza, accanto alla 'vera' scienza, seria occupazione di professori e accademici attivi in università e accademie, di una scienza più leggera, esibita più che coltivata, nei caffè, nei circoli e nei salotti, luoghi frequentati da dilettanti, anche donne, che s'interessavano, senza capirne molto, di leggi naturali e di esperimenti. È la pseudo-scienza satireggiata da giuseppe Parini, che nel secondo poemetto del Giorno, dedicato al Mezzogiorno (1765), ci mostra una giovane dama rapita nell'ascolto del suo cicisbeo, il «giovin signore» protagonista del poemetto, che discetta, durante il pranzo, di «calcolo», «massa» e «inversa ragione» 1 .

Convegno di studi "L'Oscura luminosità della vita e dell'opera di Anna Maria Ortese", Latina, 27 ottobre 2016.

"Oscura luminosità", recita il titolo di questo incontro. E ancora recita "della vita e dell'opera", a compendiare in una volta l'esperienza esistenziale con quella espressiva e viceversa. Titolo che, a ben vedere, trova la sua ragion d'essere nel fatto che sia l'opera sia la biografia di Anna Maria Ortese, inevitabilmente speculari, sono consacrate alla figura retorica che è caratteristica intrinseca dei più profondi afflati poetici di sempre (da Petrarca a Leopardi), delle più sincere, vitalisticamente contraddittorie, disarmate speculazioni filosofiche: l'ossimoro.