Jean-Jacques Marchand, “Scrittura amministrativa e scrittura narrativa in un inedito modenese del primo Seicento”, in «Parlar l’idioma soave». Studi di filologia, letteratura e storia della lingua offerti a Gianni Papini, a cura di Matteo M. Pedroni, Novara, Interlinea, 2003, pp. 169-180. (original) (raw)
La scrittura amministrativa, pur avendo finalità prevalentemente pratiche, costituisce un serbatoio infinito e per lo più inesplorato di narrazioni e di abbozzi di racconti. Basterebbe rileggere i dispacci d'ufficio di un Machiavelli o di un Guicciardini per scoprire una miniera d'intrecci, di cui vengono sfruttate solo alcune virtualità a latere dell'esigenza pratica del dispaccio. Le ricerche di documenti di questo genere vengono di solito compiute per autori noti per le loro qualità letterarie; se ne potrebbero trovare prove nei saggi pubblicati già quasi un secolo fa sulla commissaria dell'Ariosto in Garfagnana negli anni 1522 a 1525 1 : un'attività di cui ci è giunto un ampio carteggio di circa 120 lettere 2 . Ma numerose altre testimonianze di scrittura narrativa potrebbero essere trovate in scritti amministrativi di funzionari di media cultura. Ancora recentemente, proprio dalla stessa area del ducato di Modena e a proposito della stessa Garfagnana, terra di transito tra Italia settentrionale e Italia centrale, contesa tra Toscana ed Emilia, è stato riportato alla luce uno scritto amministrativo del primo Seicento, conservato all'Archivio di Stato di Modena. 3 Come ha osservato Emanuele Bellonzi che ha scoperto il documento, questo rapporto in forma epistolare (di cui diamo la trascrizione inedita in Appendice) non può non far pensare all'intreccio dei Promessi Sposi, per quel motivo del matrimonio contrastato. 4 Ma il testo rivela anche, dietro alle formule amministrative e giuridiche richieste dalla sua finalità pratica, capacità narrative non indifferenti. Il documento è costituito da un rapporto che Niccolò Barisani, Capitano di Ragione di Camporgiano in Garfagnana, invia al Procuratore del Ducato di Modena, a proposito del ricorso inoltrato presso il Duca Cesare da una certo Francesco da lui condannato per falsa testimonianza. Per giustificare la sua condanna, il Capitano narra la vicenda che lo ha portato ad emettere tale sentenza. La narrazione descrive perciò il complotto ordito da quattro persone, 1 Cfr. G. FUSAI, Per il Commissariato di Ludovico Ariosto in Garfagnana, in AA.VV., Miscellanea di studi critici in onore di G. Mazzoni, Firenze, 1907, I, pp. 301-74; ID., Ludovico Ariosto in Garfagnana (1522-1525, Barga, 1912; Ludovico Ariosto Poeta e Commissario in Garfagnana nel quarto Centenario della morte, a cura di G. FUSAI, Arezzo, 1933. 2 LUDOVICO ARIOSTO, Lettere a cura di G. Cappelli, Milano, 1887 3 , nn. 21-150; una selezione di queste lettere compare, in edizione critica, in ID., Opere minori, a cura di CESARE SEGRE, Milano-Napoli, Ricciardi, 1954, pp. 767-832. 3 Fra gli Atti dei Commissari di Garfagnana.