Il palazzo di Carlo V a Granada e la Casa de Campo di Madrid. (original) (raw)
2008, Bollettino ingegneri
Oltre ad averne ispirato il nome, l'edificio ma-drileno conosciuto sotto il nome di Casa de Cam-po, è stato spesso considerato dalla storiografia come all'origine planimetrica della residenza di caccia del re francese del 1527, cioè il château de Madrid del parigino Bois de Boulogne. Nel corso dei nostri quindicennali studi abbia-mo dimostrato come tale edificio non sia sempli-cemente descrivibile quale fonte d'ispirazione isolata, ma debba essere probabilmente affian-cato ad altre evenienze artistiche proprie della zona mantovana-cremonese, in quanto esse stesse ispiratrici di parti distinte dello stesso châ-teau de Madrid (per tramite del celebre artista cremonese, letterato, Marco Gerolamo Vida). Com'è ovvia conseguenza, parte di tali espe-rienze padane, con maggiore riferimento a quelle di fine secolo, sono state a loro volta formalmen-te ispirate dalla sperimentazione parigina del Bois de Boulogne e da quella madrilena della Casa de Campo, come è stato spesso ribadito nel corso degli studi intrapresi da chi scrive, ed anche-con qualche riserva-recentemente da Sabine Frommel (che cita le nostre esatte parole riepilogative di mero riferimento "formale" espresse nell'introduzione del volume pubblicato da chi scrive) 1. Tratteremo quindi nel presente articolo, di una guerra della storia artistica dell'Europa, che i componenti di una brigata di artisti cremonesi, nel cantiere del duomo cremonese, combattono con gli stessi strumenti, la stessa formazione professionale. Una guerra parallela a quella non più vera di questa, tra gli eserciti delle due "su-perpotenze" di Carlo V e di Francesco I, e quelli un po' meno altisonanti del cremonese Sebastia-no Picenardi e Francesco II Sforza. Senza dub-N. 7-2008 3 bio infinitamente più degna per gli uomini, la guerra presunta tra l'architetto e letterato Bene-detto Ala e l'architetto militare Antonio Melone (altri due cremonesi del Siglo de Oro), non è che la rappresentazione delle loro distinte attività professionali, se così le possiamo chiamare: uno poeta 2 , immerso nelle favole e nel loro mondo fantastico. L'altro architetto militare, portaban-diera, costruttore di castelli e fortezze in Francia, sempre pronto a servire con buone e pratiche in-venzioni la committenza (e per rendersene con-to basterebbe leggere del metodo impiegato dal-lo stesso Antonio, nel corso dell'assedio della città francese di Boulogne sur mer). 3 Questi due personaggi sono diversissimi tra loro: Ala è di maniere fini, grazioso, patrizio e nobile, mentre Melone-come dice il conte Biffi-ha umili nata-li, è capace di piegare con la sola forza delle braccia un ferro di cavallo. Difficilmente li pos-siamo pensare assieme, in cantiere, mentre co-municano tra di loro. Ma la bella Cremona li ha cullati entrambi, nel ventennio durante il quale uno dei protagonisti dei nostri studi, cioè il Magi-stro Giovanni Dattaro, compare come apprendi-sta. La loro base artistica, lo ribadiamo, è comu-ne, e sembra osservare attentissima quella di architetti come Cristoforo Solari (ad esempio at-tivo nel cremonese chiostro di San Pietro al Po), rievocandola in molte opere indigene. Per inizia-re una giusta disamina della Casa de Campo, oggetto del presente brano, dobbiamo allora ri-partire dalla cerchia più intima della brigata cre-monese. La planimetria della Casa de Campo (fig.1) sembra rifarsi alla villa di Boffalora, costruita pro-babilmente su disegno dello stesso Solari (il "Gobbo") presso Busseto (Parma), sin dal 1518. 4 Il palazzo di Carlo V a Granada e la Casa de Campo di Madrid Alberto FALIVA Oltre ad averne ispirato il nome, l'edificio madrileno conosciuto sotto il nome di Casa de Campo, è sta-to spesso considerato dalla storiografia come all'origine della residenza di caccia del re francese del 1527, cioè il château de Madrid del parigino Bois de Boulogne. Nel corso dei quindicennali studi di Alber-to Faliva , si è dimostrato come tale edificio non sia semplicemente descrivibile quale fonte d'ispirazione isolata, ma debba essere probabilmente affiancato ad altre evenienze artistiche proprie della zona man-tovana-cremonese, in quanto esse stesse ispiratrici di parti distinte dello stesso château de Madrid (per tramite del celebre artista cremonese, letterato, Marco Gerolamo Vida).