Locandina Libertà religiosa ed eguaglianza Caserta gennaio (original) (raw)

Il sito di Cosa (Ansedonia, GR), colonia romana situata in uno dei punti più strategicamente rilevanti della costa tirrenica, nel corso dei secoli ha conosciuto diversi momenti di crisi che ne hanno minato il popolamento. Dopo il breve revival registrato nel corso del III sec. d.C., durante il quale sono stati condotti interventi di ristrutturazione nel Foro, alla fine del secolo il sito cadde nuovamente in un profondo stato di desolazione. Le poche tracce individuate e riferite al IV sec. d.C. interessano unicamente il Foro, dove, tra rovine e macerie, sopravvissero solo una struttura di carattere amministrativo (la Casa ad Atrio I) ed un piccolo sacello ricavato nell’area dell’antico ingresso sud-orientale della piazza. Il contributo propone una nuova attribuzione del culto praticato entro il sacello, a seguito di una nuova analisi del materiale rinvenuto. La struttura, in origine interpretata come sede del culto di Liber Pater, ha restituito sufficienti prove per considerarla, invece, luogo di celebrazioni sabaziasti. Sabazio, dio agreste di origine traco-frigia che condivide diversi aspetti con Mitra, rientra nel novero di divinità orientali il cui credo tanto si diffuse in epoca tardo-imperiale. Si è mostrato particolarmente interessante il repertorio ceramico ad uso rituale, caratterizzato da recipienti crateriformi con anse sormontate da piccole coppette e corpo decorato con appliques zoomorfe e serpentiformi. Il confronto di questi materiali con quelli rinvenuti in noti contesti mitraico-sabaziasti ha permesso di confermare in tal senso l’identificazione della divinità qui venerata.