Progetto multidisciplinare al Museo delle Civiltà "Il corredo" (Febbraio-Marzo 2020) (original) (raw)

Alla ricerca di un’identità perduta. Il progetto del Museo dell’area archeologica del Teatro di Marcello

A. Smigiel, L. Pennacchia, Alla ricerca di un’identità perduta. Il progetto del Museo dell’area archeologica del Teatro di Marcello, in “Forma Urbis”, anno XXI, n.6, Giugno 2016, ISSN: 1720-884X. Il progetto per la realizzazione del Museo dell’area archeologica del Teatro Marcello all’interno dell’Albergo della Catena si inserisce nel tema del racconto del passato che vede il museo come la cosiddetta “eterotopia” di Michail Foucault, cioè di un ambiente semiotico che rimanda all’alterità spaziale e temporale. L’Albergo della Catena è una delle rare testimonianze dell’edilizia minore medievale di Roma e ingloba resti di diverse strutture dell’antichità: il Tempio di Apollo Sosiano e una parte della Porticus Octaviae. L’edificio è attualmente in disuso e l’area archeologica in cui sorge, nonostante si trovi all’intersezione di più circuiti turistici e museali della città, è ridotta a mero luogo di passaggio. Le sculture e i frammenti architettonici rinvenuti in situ, inoltre, sono sparsi in diversi musei e magazzini. L’intervento proposto mira a un progetto di riuso, con una valorizzazione dell’area, ma anche al miglioramento della sua fruibilità. Il progetto prevede la risemantizzazione non solo delle opere d’arte site finora nei magazzini, ma anche dell’edificio stesso assieme a tutta l’area del Teatro di Marcello. In particolare, gli interventi previsti puntano alla contestualizzazione delle opere nel sito di provenienza attraverso il restauro e la destinazione dell’edificio a museo. Il progetto di allestimento di una serie di percorsi didattici in tutta l’area tende a creare una forma di “narratività” favorendo la comprensione delle stratificazioni storiche accresciute nel tempo e il dialogo con il contesto urbano. Il tutto porta alla creazione di una nuova dimensione che vive in relazione al sito che lo genera, e di conseguenza diventa la ricerca di un’identità perduta dell’area.

IL MUSEO DAI MILLE VOLTI spun di lavoro per una narrazione museale post covid-19

toscanalibri.it, 2019

Quale è il significato che diamo alla locuzione "narrazione museale"? Forse non a caso non se ne è data una definizione stretta, lasciando così la possibilità a ogni en tà coinvolta dal tema di scegliere la direzione che più le si confacesse. La definizione stessa di museo si applica a realtà anche molto diverse tra loro accomunate da uno scopo definito dall' essere al servizio della società, dall'apertura, dalla ricerca, e non soltanto, come era in un passato non troppo remoto, dalla necessità di rappresentare un paese o conservare beni culturali mobili. Se partiamo quindi da un oggetto, il museo, di per sè difficilmente definibile in modo univoco, non si potrà pretendere di avere una definizione di "narrazione museale" stretta. E forse, per il narratore, è meglio così. Il museo è una macchina complessa, composta da elemen eterogenei che svolgono la loro mansione ai fini di un unico scopo: essere, appunto, al servizio della comunità umana e del suo sviluppo. Si entra nella macchina, si viene frullati o cullati , a seconda della natura della macchina, e si esce cambiati. La complessità della macchina fa si che la narrazione non possa essere affidata al solo linguaggio scritto: sono diverse le componenti che narrano, diversi per ognuna delle componenti i registri di lettura. èvdavvero possibile separare gli ingranaggi di una macchina? Distinguere, come si è quasi sempre fatto finora, l'allestimento dall'ordinamento scientifico di un museo? Nella macchina-museo la comunicazione del contenuto dovrebbe avvenire attingendo a tu i mezzi espressivi a disposizione e scegliendo quale privilegiare a seconda del caso, e a più livelli

Mater[i]a: Conoscenza e Progetto. Nuovo polo museale multifunzionale per Matera 2019

Mater[i]a inaugura la stagione dei New Fundamentals Research Books, la collana editoriale del gruppo di ricerca omonimo, che raccoglierà la propria produzione scientifica elaborata sia all'interno del dipartimento Dicar del Politecnico di Bari, sia in altre sedi universitarie. Le attività del gruppo di ricerca intendono strutturarsi su tre assi portanti: ricerca, didattica e progetto, contribuendo allo sviluppo delle odierne tematiche sulla progettazione architettonica contemporanea, in continuità evolutiva con il sapere storico, studiando, analizzando e promuovendo il dibattito odierno sull'argomento. In particolare, il presente libro è un contributo libero all'attuale dibattito sulla città di Matera, designata Capitale Europea della Cultura per l'anno 2019, di cui si tracciano alcune strade progettuali potenzialmente percorribili nell'ottica del potenziamento museale e culturale della città, sviluppate dopo un'analisi del contesto urbano e paesaggistico della città e del panorama museale e culturale della Regione.

CAIRO - "Un inedito e due proposte per Francesco Cairo ritrattista".

“Antichità viva”, a. XXXVI, n. 5-6, settembre-dicembre, 1997, pp. 128-131 (4 figg).

Il contributo indaga per la prima volta il trascurato tema della ritrattistica di Francesco Cairo, ritrattista acclamato dai contemporanei di cui ci sono pervenuti solo pochi, anche se significativi, esempi. Allo scarno corpus del Cairo ritrattista è qui aggiunto l’anonimo ritratto del "Conte Gian Galeazzo Trotti" di collezione privata milanese, capolavoro della fase estrema dell'artista lombardo (circa 1660-65). Il dipinto è identificato o con l’esemplare registrato negli inediti inventari della quadreria del palazzo milanese del committente, oppure, con maggiori probabilità, con quello conservato in casa del pittore e annotato nel suo inventario post mortem del 1665. Oltre a questo inedito, si avanzano due proposte di attribuzione: il "Gentiluomo con girasole" della Pinacoteca di Brera, già assegnato al giovane Magnasco, in rapporto con il modello di Van Dyck e riferibile alla seconda metà degli anni ’40 del sec. XVII, e, con maggiori riserve, il ritratto del "Cardinale Cesare Monti" conservato come anonimo alla Galleria Arcivescovile di Milano. AGGIORNAMENTI I primi due ritratti sono confermabili all’artista, mentre il "Cardinale Monti" è stato dall’A. stessa espunto dal catalogo di Cairo e dirottato ipoteticamente su Giorgio Bonola, con una cronologia avanzata agli anni ‘80 del sec. XVII (C. Geddo, "New light on the career of Jacob-Ferdinand Voet", in “The Burlington Magazine”, vol. CXLIII, n. 1176, 2001, p. 141 e nota 31, fig. 14 a p. 143). Sempre nell'articolo del 2001 il "Ritratto di vecchio" della quadreria dell’Ospedale Maggiore di Milano, riedito nel 1997 con l’attribuzione a Cairo formulata da Testori, è identificato dall’A. con il ritratto dell’"Abate Luigi Parravicini" di Jacob-Ferdinand Voet, registrato nel 1721 nell’inventario "post mortem" della collezione milanese del banchiere comasco di stanza a Roma Giovanni Antonio Parravicini (ivi, p. 141 e note 30 e 31, p. 142, fig. 11). AVVERTENZA: Sulla base della normativa sul diritto d’autore, oltre che di una norma etica fondamentale, non è concesso utilizzare questo testo in qualsiasi forma – copia, riassunto, citazione, etc. – senza menzionare adeguatamente la fonte. WARNING: Under copyright law, as well as a fundamental norm of ethics, any use of this published paper – copy, citation, abridged version etc. – is not authorised without mentioning adequately the source. AVERTISSEMENT: Sur la base de la loi sur le droit d’auteur, ainsi que d’une règle éthique fondamentale, toute utilisation de ce texte – copie, citation, résumé, etc. – n’est pas autorisée sans mentionner la source correctement.

La raccolta manoscritta Intermezzi diversi della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Tracce inedite per la ricostruzione del Carnevale al Collegio Romano,in Arti performative e sfide sociali, ed. by Roberto Ciancarelli, Fabiola Camuti, Aldo Roma, “Biblioteca Teatrale”, n. 133, gennaio-giugno 2020

La raccolta manoscritta Intermezzi diversi della Biblioteca nazionale centrale di Roma. Tracce inedite per la ricostruzione del Carnevale al Collegio Romano, 2020

The Manuscript Collection Intermezzi diversi of the Central National Library of Rome. Unpublished Tracks for the Reconstruction of the Carnival at the Roman College The handwritten collection Intermezzi diversi of the National Central Library of Rome includes a miscellany of 32 texts (of these, 31 are unpublished and 16 are anonymous), all dating between the 17th and early-18th centuries. Three texts from this collection are now transcribed and published in full. They are characterized by the presence of masks and comic characters. Among the authors stand out: Giovanni Andrea Lorenzani, Girolamo Gigli, Francesco Maria De Luco Sereni, Loreto Mattei, Domenico Giovanni Buonmattei Pioli and Giuseppe Berneri. All the texts refer to the theatrical activities practiced by students and clerics at the Roman College, mostly inspired by the Carnival. In the Annali del Seminario Romano (Annals of the Roman Seminary), the Jesuit Girolamo Nappi refers the custom of setting up shows every year, that students, clerics and boarders had to learn, rehearse, and perform in front of the public. The shows also included vernacular comedies and short scenes introducing or accompanying awards for meritorious students, composed in various dialects, with masks, comic characters and music: the Intermezzi of ms. Gesuitico 222 could refer to the latter. The contribution includes the complete index with related attributions and, as indicated, the complete transcription of three texts.