Review of ARTE, TECNOLOGIA E SCIENZA. Le Art Industries e i nuovi paradigmi di produzione nella New Media Art contemporanea di MARCO MANCUSO Recensione di Gabriela Galati per Philosophy Kitchen (original) (raw)

2019, Philosophy Kitchen

Cercare di definire la New Media Art è come cercare di circoscrivere l'arte contemporanea: i confini della categoria e le opere e i nomi che vi possono far parte in un determinato momento inevitabilmente cambiano e si spostano solo cinque anni dopo. La New Media Art è una galassia di riferimenti, spesso interdisciplinari, che devono essere continuamente mappati. Una parte importante del libro di Marco Mancuso affronta questo compito in modo esaustivo. Nonostante ogni tassonomia sia in parte arbitraria, dieci anni dopo il libro di Deseriis e Marano Net.Art. L'arte della connessione, un aggiornamento era necessario. Mancuso non solo si dedica ad aggiornare la tassonomia, i nomi, le opere, i festival e tutti gli autori che ne fanno parte, ma propone anche una lettura che mette in gioco un nuovo attore: le art industries, "industrie artistiche e culturali che producono beni, servizi e attività e che hanno la capacità di agire come catalizzatori di questo processo" (p. 13). L'ipotesi di base che sostiene la sua analisi è che tutto il sistema che aveva supportato la New Media Art nell'ultimo decennio è stata assistenzialista e non più sostenibile, e che sono quindi le art industries a prendere questo ruolo. L'autore ha utilizzato la piattaforma da lui fondata e diretta, Digicult, come un osservatorio privilegiato dal quale non solo si è limitato a guardare, catalogare e descrivere il campo della New Media Art, ma essa gli ha permesso di conoscere, intervistare, curare molti degli eventi, le opere e gli artisti di cui parla. Così il libro è diviso in quattro parti: "Scenario", "Ambiti disciplinari", "Case studies" e "Scenari futuri".