Gesù, il Cristo: idea fissa di Dio, impensato dell’uomo. Il senso del Verbo incarnato nel piano divino (original) (raw)

Il Logos è Dio: analisi del primo verso del Vangelo di Giovanni

Con questo articolo inizierò l'analisi approfondita dei primi diciotto versi del Vangelo di Giovanni. Questi versi celebri, sono fondamentali perché descrivono l'essenza stessa di Gesù Cristo, il Verbo che si è fatto carne. I successivi versi, dal verso diciannovesimo del primo capitolo, fino alla fine del quarto Vangelo, sono composti da una serie di episodi storici che confermano le affermazioni fatte nei primi diciotto versi del Vangelo. Innanzitutto vediamo il primo verso del Vangelo di Giovanni:

Il Dio che si rivela in Gesù Cristo. Introduzione al mistero di Dio

P. Brambilla (ed.), Il Dio che si rivela in Gesù Cristo. Introduzione al mistero di Dio, Àncora, Milano 2023, 2023

Il testo propone un’introduzione sintetica al cuore della fede cristiana, pensata per chi si accosta ai concetti di base della teologia. Nella parte di teologia fondamentale, l’itinerario comprende la riflessione sul concetto di Rivelazione e di fede. Nella parte di teologia dogmatica, viene proposta una visione sistematica del mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo e dell’idea di salvezza, per poi accostarsi al mistero della Trinità di Dio e del male. Il testo si conclude con l’illustrazione dei principi per una teologia delle religioni.

La doppia natura di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo

In Gesù Cristo, ossia il Verbo che si fece carne (Vangelo di Giovanni 1, 14), coesistono due nature, la divina e la umana, in un'unica persona. Gesù Cristo è pertanto vero Dio e vero uomo. Molte persone pensano che questo concetto sia un dogma imposto a partire dall'epoca costantiniana. Dallo studio delle profezie presenti nell'Antico Testamento e dei testi del Nuovo Testamento ci si rende conto invece, che la doppia natura di Gesù Cristo è un concetto insito nella Bibbia, che non è altro che la descrizione di colui che doveva venire nel mondo (Antico Testamento), e la storia reale di colui che è venuto nel mondo, Gesù Cristo, con lo scopo di "togliere il peccato del mondo" e salvare pertanto tutti gli esseri umani (Nuovo Testamento). Alla nascita di Gesù Cristo, il Salvatore non apparve esclusivamente come Dio o come uomo, ma apparve come la unica combinazione di vero Dio e vero uomo. Dio (il Verbo), si manifestò nella carne. Per comprendere appieno il concetto della doppia natura di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, si deve considerare che Dio avrebbe potuto venire sulla terra in piena potenza, ossia in forma pienamente divina. In questo caso avrebbe dimostrato la sua forza infinita ma, non avendo potuto soffrire in forma umana, ossia esattamente come noi, anzi più di noi, in quanto fu flagellato e crocifisso in modo terribile, non avrebbe potuto pagare per i peccati dell'umanità intera, non avrebbe potuto espiare e quindi togliere, il peccato del mondo. Questa è la vera ragione del fatto che Gesù Cristo venne anche in forma pienamente umana, in quanto solo con un corpo umano, ha potuto soffrire, provare emozioni, piangere, provare compassione, sentire dolore e in definitiva pagare per tutti i nostri peccati.

Genesi, fondazione e finalità della parola umana nel pensiero di Nicolò Cusano

Verbum et imago coincidunt. Il linguaggio come specchio vivo in Cusano (a cura di G. Cuozzo, A. Dall'Igna, J. González Ríos, D. Molgaray, G. Venturelli), Mimesis Bibliotheca Cusana, Milano-Udine, 2019

This paper presents a philosophical enquiry about the linguistic issue, persuaded by Nicholas of Cusa in his works. In contrast with the classical Cusanian studies focused mainly on the problem of the negative theology and consequently on the theologia in circulo, the aim of this work is to analyse the foundation, the generation and the final purpose of the human words in the philosophical and theological thought of Cusanus. Referring to the theory of signs expressed in Cusa’s Compendium, after having explained that words are signs of the known-object and how they are humanly produced, it will be shown that the key-point of the human language is that the correspondence between thought (concepts) and language (words, as ostensio mentis) is based on the divine Verbum, absoluta aequalitas. Due to this foundation, the last aim of the human word is to return to its origin in terms of the adoptive sonly voyage (adoptiva filiatio) from self-consciousness to dei visio.

«“Io sono, colui che ti parla!” (Gv 4,26). La figura di Mosè e l’incontro di Gesù con la samaritana», in AA.VV., Scrutare la Parola. In ascolto della tradizione ebraica, patristica e liturgica, Cinisello Balsamo, MI 2022, 56-72.

2022

In Gv 4,4-42 è riconoscibile una sottile allegoria: anche se il personaggio non viene menzionato esplicitamente, Gesù è associato alla figura di Mosè. L'incontro con la samaritana presso il pozzo, infatti, somiglia più da vicino alla scena che prepara il matrimonio di Mosè con Zippora (Es 2,15-22): Gesù si presenta è sposo e salvatore (Gv 4,42). D'altra parte, se Mosè è colui che trasmette la Torah di Dio, Gesù è «colui che parla» (Gv 4,26) con la samaritana e produce un cambiamento in lei e nei samaritani proprio con la forza della sua parola (Gv 4,41).

Riconoscere il Logos fatto carne, la sfida interpretativa del kerigma giovanneo

RTE, 2020

This contribution aims to show the importance of anagnorisis as a literary tech- nique that Fourth Gospel (FG) uses in relation to the biblical-judaic background offered through allusions and quotations. This technique is applied to the recognition of the Be- loved Disciple and of the other disciples. Furthermore in each episodic story of the plot the recognition by the characters and/or the reader offers a confirmation of the sapien- tial Christology of the FG and of the connected biblical figures. This study of anagnori- sis shows a rich series of implications towords a kerygmatic theology of the FG.

Il Vangelo di Giovanni e l'incarnazione del Logos

Il Vangelo di Giovanni è uno dei 27 libri del Nuovo Testamento. Inizia con il famoso Prologo, nel quale Giovanni descrive l'incarnazione del Logos nella persona di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, e termina con la morte in croce di Gesù Cristo, la sua Risurrezione e le sue apparizioni ai suoi seguaci. Varie fonti storiche, oltre alla tradizione, indicano nell'Apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il maggiore, l'autore del quarto Vangelo, composto molto probabilmente nel centro ellenistico di Efeso sul finire del I secolo dell'era cristiana. Per quanto riguarda la datazione del quarto Vangelo la maggioranza degli studiosi è concorde che sia stato scritto prima della fine del I secolo. Il papiro 52, la più antica fonte documentale in nostro possesso (Rylands Library, Papyrus P52), che è stato ritrovato in Egitto nel 1920, risale ad un epoca che va dal 117 al 138 d.C.