Donne e resistenza a Vicenza (original) (raw)
2016, Voci di partigiane venete, a c. di Maria Teresa Sega
Donne partigiane e memoria nella Resistenza vicentina (1943-'45). "Ho cominciato a ragionare con la mia testa" (Alberta). Nonostante ogni anno si ricordi con solennità il 25 aprile e la Resistenza, il ruolo svolto dalle donne all'interno della guerra di Liberazione è una scoperta relativamente recente. Per anni la celebrazione non ha coinciso con un'analisi storiografica, riservando al mondo maschile la sola chiave di lettura. Il paradigma interpretativo della Resistenza poggiava esclusivamente sulla visione virile della guerra per bande, privilegiando gli aspetti militari degli scontri armati, dei compagni feriti, morti o scampati, o le questioni legate al partito, comunista, socialista o democrazia cristiana, con riunioni di qua o di là, accordi fra i capi, divisioni territoriali e numeriche con pattuglie, distaccamenti, brigate e divisioni. Si trattava di una ricostruzione della Resistenza affidata in gran parte alla memoria di chi aveva vissuto in prima persona quegli eventi, una storia che non era ancora tale perché troppo recente, appena trascorsa, e spesso troppo dolorosa e conflittuale. Bisogna sottolineare che per il Vicentino si trattava di una ricostruzione di impianto maschile tutt'altro che univoca, con le diverse anime politiche sempre in lotta fra loro, per una sorta di pretesa egemonia morale o politica dell'uno sull'altro o forse per una innata litigiosità viscerale dei vicentini. Una animosità evidente anche nelle pubblicazioni che hanno visto la luce nel corso degli anni fino ai giorni nostri, troppo immerse in un presente che non passa mai, incapaci di leggere gli eventi dal punto di vista storico. Queste difficoltà sono state acuite dalla mancanza di un archivio documentario organico, probabilmente dovuto alla tardiva costituzione di un istituto storico della Resistenza cittadino-com'è noto l'Istrevi nasce soltanto nel 2002, dopo la morte di Ettore Gallo. I documenti relativi alla resistenza vicentina si trovano sparsi quindi un po' ovunque, dall'Istituto veneto per la storia della Resistenza di Padova al museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza, dall'archivio di stato alle biblioteche di paese (Bassano, Valdagno, Schio), ma anche presso i privati, figli ed eredi dei partigiani, pullulando persino nei mercatini di antiquariato. Tutto ciò ha portato ad una frammentarizzazione della memoria collettiva, con un adattamento, più o meno conscio, delle storie individuali alle categorie rappresentative della comunità di appartenenza, sempre focalizzata sugli aspetti prettamente maschili. È stato grazie alla storia orale, alle interviste condotte a partire dagli anni Novanta, che la resistenza vicentina femminile ha potuto trovare la sua voce, restituendo alle protagoniste la narrazione di eventi e condizioni espunti per decenni non solo dalla